Drusilla Foer
Roma, Teatro Romano di Ostia Antica, 30 luglio 2023

Drusilla Foer ha qualcosa da dire, una capacità certamente non dovuta, nell'odierno mare magnum di persone che hanno poche cose da comunicare, pur parlando a profusione.
Si tratta di esperienze non scontate che, esposte, non volano via, inafferrate, ma restano nella mente alimentando il substrato.
Nessuno sproloquio soggettivo, è bene chiarirlo. Ad esempio, la frase Ho capito che notare qualcosa di ingiusto nell’altro, non fa di me una persona nel giusto suona come una presa di coscienza sul delicato tema dell'arroganza pretenziosa e tendenziosa che alimenta pericolosamente i nostri frettolosi giudizi. 
La soppressione del pregiudizio, invece, è più una preghiera, necessaria, doverosa, impellente.
Poi c'è l'invito alla introspezione. Una certa
ritualità, nelle esternazioni di Drusilla - che ricorre ad un uso sapiente delle pause, dei sospiri, del non detto - spinge alla valorizzazione del silenzio, processo sublimato dall'espressione "l'ascolto del silenzio", quasi un brocardo, lanciato inaspettatamente e sussurrando, che allude ad un approccio riflessivo valido più di mille parole.
Il faceto, segnatamente a vocazione autoironica, è anch'esso manifestazione di intelligenza sottile, sublimato dalla destrezza impavida della Foer di gestire il palco con maestria, tenendo in pugno un numero assai corposo di astanti.
Infine la musica, meravigliosamente a vocazione jazz, profferta da esecutori pregevolissimi e impreziosita da una voce che, partendo da prodromi inevitabilmente maschili e sfruttando magistralmente la tecnica del falsetto, peraltro mai stucchevole, percorre con efficacia un range di ottave decisamente esteso. 
Al riguardo, colpisce la perizia dell'ensemble di donare nuova veste al classico "I Will Survive" di Gloria Gaynor, un tempo genuina testimonianza della spensierata compagine danzereccia settantiana, oggi espressione di intima sensibilità, grazie all'arrangiamento rinnovato a firma di Franco Godi, chitarrista, produttore e direttore artistico. Gestualità e postura della Foer, peraltro, permettono anche ai profani della lingua inglese di capire perfettamente l'alveo tematico tratteggiato dal malinconico testo.
Sempre con riguardo alla musica, preme segnalare
il brano "The Second", un'apoteosi di virtuosismo al piano (Loris Di Leo) e al clarino (Nico Gori, anche autore del pezzo), che subisce chiaramente le ascendenze del Glenn Miller più brioso e movimentato.
E' un campionario artistico, quello sopra descritto, incredibilmente vasto, capace di includere tout court recitazione, musica, canto, comicità, finanche l'opinionismo più schietto, e che, per i motivi sopra ampiamente dissertati, è adatto a chi risulta permeato di ricettività, buon senso e spirito costruttivo. 
Un solo appunto: è mancato Giorgio Gaber, nominato ma scartato, asseritamente per evitare di risultare prevedibili. Vengono invece i brividi ad immaginare come Drusilla avrebbe potuto interpretare brani come "I soli" o "I mostri che abbiamo dentro" o "Quando sarò capace di amare" o "Il tutto è falso", giusto per citarne una manciata.

Drusilla Foer
Summer Tour 2023.
Eleganzissima.


con
Loris Di Leo: piano
Nico Gori: sax, clarinetto
Franco Godi: chitarra


(foto Anna Bruna Spada)

DRU WHO?
Sono Drusilla Foer.

Ho un certo numero di anni che tendo a non prendere in considerazione.
Qualcuno mi definisce un’icona di stile, ma tenderei a lasciar perdere.
Altri credono che sia una fashion icon, figuriamoci.
Quello che è certo è che sono senese, sono cresciuta a Cuba dove la mia famiglia si trasferì perché babbo mio era diplomatico.
La stampa adora definirmi una nobildonna. Non lo sono affatto. Provengo certamente da una famiglia privilegiata, ma ho ricevuto un’educazione antiborghese che tende all’essere liberi.
A causa della mia irrequietezza ho vissuto a Parigi, Chicago, Bruxelles, Madrid, Viareggio e New York.
Nella grande mela aprii un negozio di usato, il Second Hand Dru, che divenne in poco tempo un punto di ritrovo di artisti, pensatori, rock star e persone semplicemente speciali.
Sono tornata in Italia da dieci anni e adesso abito a Firenze.
Il mio unico lusso è Ornella, assunta anni fa come domestica ma divenuta figura centrale della mia vita. A lei devo tutta la solidità che posseggo. Che è direttamente proporzionale alla crudeltà che la caratterizza.
Ho lavorato nel cinema, in televisione, in radio, ma attualmente canto e racconto storie in teatro, sostenuta da un grande artista, Franco Godi, un bell’uomo dai capelli bianchi che detesta essere definito il mio agente. Siamo una coppia creativamente appassionata quanto spericolata.
Detesto gli aperitivi ed amo le cene a sei.
Prada mi innervosisce.
Adoro il caffellatte freddo e vorrei fare un film con Virzì.
Di più non so.
Molte cose di me non le conosco. Appena ne avrò preso consapevolezza non mancherò di ammetterle anche a voi tutti.
Ciao.
D

(fonte: sito ufficiale)



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