Tradimenti
Roma, Castel Sant'Angelo, 15 settembre 2022

"Tradimenti" - opera del britannico Harold Pinter, drammaturgo, sceneggiatore, scrittore, poeta, regista e attore teatrale, premio Nobel per la letteratura nel 2005 - rivive in questa interessante trasposizione italiana, per mano di un cast attoriale assai credibile, che debutta negli affascinanti locali interni di Castel Sant'Angelo, in Roma, e che a breve approderà al Teatro Basilica, sempre nella Capitale, per una manciata di repliche che, a modesta previsione di chi scrive, sapranno meritare certamente il "tutto esaurito".
Nonostante Pinter sia considerato il maestro del teatro dell'assurdo, l'opera in questione si pone in termini piuttosto concreti, con l'unica eccezione della narrazione, che procede in senso cronologico, ma inverso: tutto ha inizio due anni dopo il termine di una relazione clandestina intercorsa tra due amanti (da cui il titolo), e termina poco prima del suo inizio; l'idilio vissuto da entrambi è disturbato dalle incursioni ricorrenti perpetrate dal marito di lei, nonché amico di lui, personaggio ben poco lineare nel modus comportamentale, a tratti oscuro, finanche macchinoso.
E' fondamentale, ai fini della comprensione di quest'opera, interpretare correttamente le indicazioni presenti su un tabellone posto sul palco, in grado di delineare un contesto spazio-temporale che assume il valore di una imprescindibile conditio sine qua non
L'opera mette a nudo la stratificata personalità di ogni protagonista: Emma, il marito Jerry e l'amante Robert, pur interagendo tra di loro in maniera piuttosto diretta, offrono al pubblico una complessa intelaiatura psicologica, spesso trasposta in termini di linguaggio non verbale. 
"Io ho deciso di affrontare questa traduzione in scena", riferisce al riguardo Sinisi, che di quest'opera è anche il regista, "utilizzando come filo rosso quello del testo, dell’arte. La professione di gallerista di Emma, quella legata alla scrittura di Jerry e Robert sono gli elementi attraverso i quali il percorso artistico interroga se stesso, nel testo e nella scena. Ecco, questo ho voluto valorizzare, insieme allo studio dei rapporti fra i protagonisti, alle loro relazioni. Però, come sempre, prestando grande attenzione al pubblico. Il teatro dev’essere divertente e coinvolgente. Il pubblico deve dunque trovare qualcosa di sé stesso, qualcosa che sia a lui vicino nella rappresentazione. Non voglio portare avanti un discorso intellettuale autoreferenziale riservato agli esperti del settore. Tradimenti deve riuscire ad appassionare, a muovere ad una riflessione, ad essere parte del presente."
Il risultato appare oltremodo riuscito.
Molto, di quanto concretizzato sul palco, poggia sul "non riferito": ciò che è interiorizzato dai tre, loro pensieri e riflessioni, spesso traditi da sguardi attoniti, meravigliati, talvolta algidi, colmano le pause tra i dialoghi, offrendo un caleidoscopio di emozioni che permea il substrato emotivo del pubblico. 
Per quanto attiene alle doti interpretative - tutte chiaramente eccellenti, quando si parla di esercitare ascendente sfruttando pause e sguardi, invece che dialoghi, pur largamente presenti - impossibile non assegnare la lode a
Stefano Braschi, capace di muovere, con apparente disinvoltura, dall'imbarazzo momentaneo scaturito da un incontro inaspettato, alla spocchiosa sicumera dell'uomo determinato, passando per il comportamento goffo del forte bevitore e per la disinvoltura inaspettata dell'infimo bugiardo. Peraltro, è stato l'unico dei tre a farsi capire perfettamente, grazie ad una abilissima capacità espositiva, superando palesi problemi acustici della sala ospitante, evidentemente nata per altri scopi. 
Se ci sono permessi alcuni appunti, sempre esternati perseguendo finalità costruttive, è apparsa del tutto superflua la maschera dell'animale dotato di corna indossata da Sinisi a metà della rappresentazione (unico vero retaggio degli stilemi propri del teatro dell'assurdo di Pinter), così come sono stati gratuiti sia il nudo espresso da Stefania Medri, sia la sua danza su musiche degli anni '80, francamente troppo lunga, anzi interminabile.
La regia di Michele Sinisi, infine, è stata ottima: lambirebbe la perfezione se solo egli optasse per l'ausilio di un fonico a cui demandare la gestione del tabellone citato poco sopra, sempre devoluta, invece, agli stessi attori, a turno.




Tradimenti

con
Stefania Medri
Michele Sinisi
Stefano Braschi

di Harold Pinter
regia di Michele Sinisi
traduzione di Alessandra Serra



Sotto l'Angelo di Castel Sant'Angelo

Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo
Cortile Alessandro VI
Lungotevere Castel Sant'Angelo 50
Roma





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