A ben 5 anni di distanza dal precedente “Dark Matter”, tornano gli IQ, capostipiti del cosiddetto new progressive, come veniva chiamato allora, che oramai ha però circa trent’anni. Gli IQ hanno sicuramente avuto meno fortuna dei Marillion, ma nella loro discografia possiamo trovare ottimi lavori che hanno arricchito sempre di più un universo musicale che per molti è dato per defunto, ma che è più vivo che mai, anche oggi.
Con “Frequency”, non muovono una virgola da quello che è il loro sound, ma forse è proprio questo che fa della nuova fatica degli IQ un ottimo lavoro, che rimane vagante nel tempo e che sembra essersi fermato agli anni ottanta. “Frequency” racchiude una serie di ottimi brani, dove lo spettro dei Genesis, sembra però essere a volte troppo opprimente, basta ascoltare proprio la title track, che apre il cd. Quel ritmo cadenzato che ripesca a piene mani da “Lamb Lies Down On Broadway”, le tastiere di Mark Westworth, chiamato al duro compito di sostituire un elemento basilare per il sound degli IQ come martin Orford, vogliono ridare colore ad un genere che appassiona sempre di più e la voce di Peter Nicholls, vicina a quella di Gabriel, ma sapientemente capace di non cadere nella pura clonazione. Ma considerazioni a parte, “Frequency” è un lavoro marchiato a fuoco IQ che vede i suoi punti di forza anche in brani come “Life Support”, dove la sola voce di Peter ed il solo piano di Mark, ci accompagnano in un mondo dove la melodia regna sovrana, con quel sapore classicheggiante e con il prog d’annata che scorre nelle vene. Il brano si evolve poi lasciando spazio anche alla chitarra (molto hackettiana, inutile nasconderlo) di Michael Holmes ed alle tastiere di Mark che si lasciano andare in ottime divagazioni strumentali. C’è poi la lenta “One Fatal Mistake”, ballata orecchiabile e dal fascino romantico ed ancora “The Province”, con i suoi abbondanti tredici minuti, che ci riporta alle atmosfere di “Foxtrot” e la conclusiva “Closer”, altra delicata song, con molti momenti acustici e la voce di Peter in evidenza. “Frequency”, non ha nulla di nuovo da dire, ma ci riporta delicatamente indietro nel tempo ed a chi ama il rock progressivo, questo non può far altro che piacere, anche se i Genesis aleggiano in ogni nota. 75/100
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Peter Nicholls: Voce Anno: 2009 |