Misterioso gruppo transalpino di cui non si conoscono i nomi dei componenti, con all’attivo un album autoprodotto “Reitification” del 2003, i Syrinx si ripropongono ora, alla nostra attenzione, con “Qualia”.
Lavoro interamente strumentale di 4 soli brani (con peraltro due suite) per un totale di 50 minuti piuttosto ispirati anche se di non facile assimilazione. Il brano iniziale, “Liber nonacris”, di oltre 19 minuti, delinea con efficacia le suggestioni che la band tende ad evocare: chiaroscurali tastiere incrociano la chitarra (ora elettrica ora acustica), mentre una ritmica intensa conduce l’ascoltatore verso dimensioni a-temporali, dai tratti anche psichedelici. Anche la più breve “Acheiropoietes” (quasi 9 minuti comunque..) si caratterizza per questo “mood” misterioso con echi jazz-rock e fusion piuttosto ben riusciti. “Le grand Dieu Pan” (l’altro lungo brano a sfiorare i 15 minuti) propone carezzevoli momenti acustici (flauto-pianoforte-chitarra), sprazzi sinfonici e lampi “avantgarde”; elementi che ritroviamo, più compressi, nel brano conclusivo “Le vingt et unieme cercle”. Il limite maggiore di quest’album (peraltro buono) è il ricorrere insistito a certi suoni che non supportati a dovere dalle liriche, possono a lungo andare infastidire o peggio annoiare l’ascoltatore. Malgrado ciò mi sento di consigliare l’ascolto di questo lavoro in particolare a coloro che non si accontentano di approcci superficiali, ma vogliano dalla musica (in questo caso dai Syrinx) qualcosa di più impegnativo. 75/100
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Anno: 2008
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