Alessio Guerriero: Voce, chitarre
Andrea Picciau: Tastiere
Federico Bacco: Batteria
Andrea Iddas: Basso
Altri articoli su A&B:
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- Recensione di Trails of Ambergris - 2009
- A&B -
Ciao Alessio e benvenuto su A&B
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Ciao Valentino, e grazie della cortese ospitalità.
- A&B -
Partiamo subito dall’ultimo album. Mi è parso di notare che pur tenendo fede ai vostri suoni, “Trails of ambergris” sia molto più compatto e più maturo rispetto al precedente “Opus”. Che ne pensi ?
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Sono due album completamente diversi, nati con intenti musicali diversi. Mi fa piacere che tu ritenga più compatto e maturo “Trails of Ambergris”. In verità temevamo il contrario quando abbiamo cominciato a lavorare sul progetto; da un lato perché “Opus” necessitava di un degno erede, visti i lusinghieri riscontri di critica che ha avuto, e sotto un altro profilo ci siamo chiesti se fosse opportuno modificare l’impostazione stessa del song-writing.
In altre parole, se con “Opus” avevamo dimostrato a noi stessi di avere creato una specifica identità musicale, con il successivo lavoro avremmo potuto deludere le aspettative riposte in un’attività che oramai dura da un decennio.
Devi inoltre considerare che il precedente “Prime Substance” sempre pubblicato dalla Mellow nel 2003, era stato considerato a quel tempo ibrido ed acerbo, a parte qualche traccia, quale la stessa title-track.
Da questo si evince chiaramente quale sia stato lo sforzo da parte nostra per poterci affrancare dalla ormai nota etichetta di band che andava ad ingrossare le già extra-pingui fila dei “Marillion/IQ-clones”.
Come ti dicevo, “Opus” è stato un notevole banco di prova; mi riferisco precipuamente, agli aspetti inerenti la produzione; ci sono voluti sei mesi per realizzarlo, in un ottimo studio, con tecnologie che rappresentano lo stato dell’arte, in termini di produzione musicale appunto.
Ciò nonostante, abbiamo ritenuto, con la complicità e l’incoraggiamento di Mauro Moroni (presidente della Mellow), di portare avanti il “piano” di un viaggio a ritroso dal punto di vista “tecnologico”, ossia utilizzando un sistema di registrazione ibrido, e tecniche di ripresa e di post-produzione peculiari degli anni ’70.
Questo è stato possibile nello studio del nostro amico Andrea Murgia (il “Red Studio” di Cagliari), cui va il nostro più sentito ringraziamento per la sua competenza e disponibilità, nonché per l’impegno profuso nella registrazione di questo ultimo lavoro.
La registrazione in analogico di “Trails of Ambergris” è stata un’altra sfida, e a messo a dura prova la nostra capacità di empatizzare e di armonizzarci.
Ci sono stati dei momenti in cui si è pensato di non pubblicare questo master e di rimandare tutto ad un rifacimento ex-novo. Ed a questo riguardo devo ringraziare soprattutto Mauro (Moroni, nda) per aver avuto la pazienza e la costanza di credere in questo disco, affidando dopo parecchie prove d’ascolto, all’ottimo Marco Olivotto ed ai suoi LOL studios, il mastering di “Trails”. E grazie a Marco, abbiamo avuto un risultato ancora migliore e sorprendente.
Su questo aspetto, credo tu abbia notato che sul booklet è specificato che non sono stati utilizzati softwares di editing delle tracce, ne sistemi “digitali” di correzione e di pre-mastering.
I cinque mesi dedicati alla produzione dell’ultimo lavoro sono stati dunque stressanti, ma alla fine gratificanti.
Probabilmente i motivi sopracitati, sono la ragione per cui “Trails of Ambergris” suona ad alcune persone, non più avvezze ad un certo tipo di approccio e di fruizione dell’”oggetto” audio, abbastanza strano, come proveniente dal passato. E in astratto non ci sembra un elemento negativo.
Casomai è un “plus”, e noi tutti siamo estremamente contenti del risultato! E’ certamente il lavoro più sincero e sanguigno, nonché sofferto, degli Yleclipse.
- A&B -
Avevo accennato in sede di recensione alle tematiche del concept. Vuoi parlarcene in modo più esaustivo? Come è nata l’idea ad esempio…..
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Bè non è stata una cosa pianificata a tavolino.
Mi riferisco in particolare all’idea del “concept”, alla quale si è pervenuti con naturalezza quando ho cominciato a scrivere le liriche attorno ad un evento della storia di Sardegna, allorquando il governo della Convenzione, nel periodo rivoluzionario francese, decise di invadere l’isola, per farne una base al centro del Mediterraneo per contrastare la flotta britannica.
Gli eventi occorsi tra il dicembre del 1792 ed il febbraio dell’anno successivo, si rivolsero alla fine contro il corpo di spedizione d’oltralpe.
Ci fu una notevole resistenza in questo grande momento di unità popolare, contro un invasore non ritenuto credibile, non già per la scarsa adesione alle sue idee (in realtà a Cagliari e nei centri più importanti dell’isola molti notabili ed intellettuali aderivano segretamente alle idee illuministe ed addirittura giacobine), ma proprio perché fu sbagliato dai francesi l’approccio.
Da “liberatori”, bombardando per giorni Cagliari dal porto con una spaventosa flotta di fregate e vascelli di linea, i francesi si tramutarono nella percezione collettiva, in invasori senza scrupoli.
Vi furono assalti, agguati d’ogni tipo, ed una strenua resistenza – vera e propria “guerrilla” - da parte dell’esercito regnicolo, ma anche da parte dei “miliziani”, antico esercito reclutato su base territoriale nei villaggi infeudati. Alla fine il piano d’invasione fallì.
Non è questa la sede per ripercorrere i complessi eventi del periodo rivoluzionario in Sardegna, visto che gli strascichi di questi eventi si protrassero fino agli albori del XIX secolo, ma mi preme specificare che non celebriamo, nelle liriche di “Trails of Ambergris”, corone e lealtà ad una dinastia. Semplicemente sottolineiamo, come pare di grande attualità, la scarsa credibilità delle potenze che credono di poter “esportare” la democrazia sull’asta della baionetta o sulla bocca del cannone.
La storia c’insegna che tali esperimenti hanno conseguenze nefaste, e spesso si rivolgono anche contro i migliori propositi.
- A&B -
Non si può fare a meno di notare le copertine dei vostri album ad opera di Alessandra Murgia, ormai parte integrante della vostra musica.
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Alessandra è una disegnatrice e pittrice eccezionale.
Ha una grande esperienza, soprattutto nell’ambito delle illustrazioni per l’infanzia.
Dal lontano 2000 realizza le nostre copertine, e di questo le siamo profondamente grati.
Non riesco neanche ad immaginare un booklet degli Yleclipse realizzato diversamente. Al di là della indiscussa bravura e maestria, racchiude nel suo tratto ironia, dolcezza, ed una fantasia senza limiti.
In effetti, nel mondo musicale degli Yleclipse, sono presenti tutti i personaggi rappresentati da Alessandra. Ho un solo rammarico, che non vi sia ancora stata la possibilità di una ristampa su vinile, in particolare di “Prime Substance” e di “Opus”.
In tale formato e su supporto diverso, come immagini, si coglierebbero una teoria di particolari che nei pochi centimetri del cd-booklet sono quasi miniaturizzati. Spero che prima o poi si renda merito all’opera di Alessandra, in tal senso.
- A&B -
Parliamo un po’ della “trilogia alchemica”
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
In realtà è tutto molto semplice; in “Mercury and Sulfurus”, debut-cd autoprodotto, si tratta il primo stadio dell’opera alchemica; ossia la fase di “nigredo” (si deve infatti perire per poter rinascere).
In “Prime Substance” lo stadio di “rubedo”, ed in “Opus”, infine, il compimento, la rinascita, l’oro spirituale, sintetizzato nello stadio alchemico denominato “albedo” (spesso nelle allegorie alchemiche tale condizione è rappresentata dall’allegoria del re alchemico che sorge dal sepolcro).
Non vorrei annoiare i tuoi lettori, ma come è noto, in alchimia il simbolo è sostanza, è ovviamente sta all’ascoltatore scegliere e filtrare, nel modo che gli è congeniale, il livello di “lettura”.
In effetti l’allegoria alchemica tende sempre poi a giungere alla rappresentazione del “compimento” dell’opus magnum, inteso come stato superiore di spiritualità.
Per chi è appassionato di sapienza gnostica non sarà difficile cogliere riferimenti, nei testi dei prevocati tre cd, al “chemical wedding” o ad altri ben noti testi alchemici.
Per noi, molto più semplicemente, l’idea della trilogia alchemica è stato il contenente che ci ha permesso di destrutturare l’antica “persona” musicale, recuperandone gli elementi puri, per potere dar vita ad una nuova “creatura” che non è altro che uno stile più personale, forse più maturo, che in “Opus” ha emesso i suoi primi vagiti.
E ha compiuto un altro passo in avanti con “Trails of Ambergris”, affrontando altre tematiche.
- A&B -
L’importanza oggi dei nuovi mezzi per far conoscere la musica: internet soprattutto.
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Bè indubbiamente è fondamentale; internet ha creato molte opportunità a piccoli progetti come il nostro di farsi conoscere, anche se forse, sarebbe più corretto dire che ha offerto alla comunità “indie”, e non solo, la possibilità di interagire e di scambiarsi opinioni, occasioni di promozione, e messaggi di qualsiasi natura.
Tra l’altro, cosa abbastanza impensabile fino a una decina di anni fa, ci offre anche la possibilità di conoscere degli aspetti degli artisti, di qualsiasi disciplina, che non filtravano certamente attraverso i magazines, e dalle newsletter dei fan club ufficiali, gestiti ad un tempo dalle labels.
Però… c’è un però! Lungi da noi il voler avere delle posizioni di retroguardia, ma è indubbio che internet rispetto alla musica, in particolare alla scena “indie”, ha anche presentato dei problemi che sono stati mal gestiti.
Comunque la si voglia rigirare, è indubbio che il fenomeno del download attraverso il P2P, ha spesso messo in crisi soprattutto le piccole etichette, che hanno margini di guadagno bassissimi, e che molto spesso sono gestite da persone appassionate quanto i musicisti che pubblicano, e non come è noto, da multinazionali che hanno, pur soffrendo dei medesimi mali, le “spalle” abbastanza grandi da poter in qualche modo, adattarsi all’urto della transizione ed all’evoluzione della tecnologia e dei mezzi di comunicazione.
Forse la chiave di lettura è più semplice di quanto pensiamo; mi piace pensare che su internet si possa tentare un primo approccio alla musica di un artista, ad esempio ascoltando i brani dal myspace, contattandolo su facebook.
Però, e questo vorrei sottolinearlo, ritengo che continuare ad acquistare i cd della musica che si ama, ed in generale i prodotti editoriali originali, sia ancora il modo migliore e sostanziale, di aiutare concretamente i progetti ad evolversi.
Come dicevo prima, l’artista prodotto dalla major può prosperare, ma i piccoli progetti “indie” come il nostro, se vanno sistematicamente in perdita, spendendo per la produzione più di quanto riescono a recuperare nell’intero deal produttivo-distributivo, alla lunga gettano la spugna e sono costretti ad abbandonare. Noi abbiamo resistito per quattro cd, speriamo di poterne fare degli altri, la qualcosa non è scontata. In ogni caso, tornando alla tua domanda, internet è certamente un mezzo straordinario, che ha cambiato e sta cambiando le vite di tutti noi. E ci fa sentire tutti un po’ più vicini. Si tratta di utilizzarlo in maniera intelligente e di capire che il nostro “click” ha conseguenze dirette sulla vita e sull’attività degli altri. Non è un semplice gesto sulla tastiera, polverizzato nella responsabilità globale (cioè di nessuno, per alcuni), ne la rete è una sorta di “wasteland” dove può regnare solo l’anarchia.
- A&B -
Come nascono le vostre composizioni ?
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Nel modo più convenzionale possibile, io o Andrea (Picciau) abbozziamo delle idee.
A volte capita che io arrivi con il brano più o meno definito, ed in quel caso cerchiamo di definire un arrangiamento.
Proviamo dunque a fissare dei concetti riguardanti i testi (che scrivo però in solitudine).
Come per tutti i gruppi, credo, ci si trasferisce poi in sala prove, dove con la sezione ritmica (Andrea Iddas e Federico Bacco) facciamo un po’ di brain storming e sperimentiamo.
Anni fa Mauro Moroni, mi suggerì di scegliere tra l’italiano e l’inglese per i testi.
Insieme convenimmo sul fatto che l’inglese suonava meglio, e devo confessarti che, pur conoscendo i limiti tecnici della mia voce, l’inglese pare decisamente più affine.
Non si tratta, come ho letto talvolta, di mera esterofilia; il fatto è che non ho mai ascoltato assiduamente musica italiana (eccetto la classica s’intende).
Sono cresciuto a pane e Rolling Stones, Dylan, Floyd, ELP, Genesis, Marillion, IQ, Yes, etc.etc. E ovviamente tantissima musica strumentale (in particolare quella celtica).
- A&B -
Conosci la realtà progressive italiana e magari esiste anche una piccola scena sarda oltre a voi ?
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Ovviamente a parte i classici (Locanda della Fate, Balletto di Bronzo, BDMS, Orme e PFM etc.) certo che seguo la scena prog italiana!!! Cerco di seguire l’evoluzione delle bands e dei compositori che stimo ed apprezzo.
Fabio Zuffanti ed i suoi progetti ad esempio, in particolare la Maschera di Cera che ho avuto modo di sentire dal vivo. Mi piacciono moltissimo Moongarden e Doracor, che trovo anche molto affini a noi musicalmente.
Tra le novità trovo davvero notevoli il Bacio della Medusa, e tra gli amici della Sicilia, i Coral Caves che hanno da poco pubblicato l’esordio con la Mellow. E impressionante la qualità di questi artisti, credo che la scena italiana da molti anni abbia superato quella anglosassone sul piano contenutistico.
Basterà citare a tal fine, tra i grandi, gli immensi Deus Ex Machina (nel 2003 avemmo il privilegio di aprire un loro concerto) ed i DFA. Potrei citare altri nomi che stimiamo e seguiamo da anni, ma ci vorrebbero altre due interviste!
Per risponderti sulla scena sarda, ti darò una risposta breve e concisa.. non esiste!
La Sardegna non ha una tradizione progressive, c’è poco da fare; ha ottimi artisti jazz, blues e folk, come è noto, e ottimi festival di questi generi, di carattere internazionale, ma quasi tace in ambito progressivo. Esistono anche qui (a parte alcuni gruppi metal-progressive) delle buone cover-bands dei classici prog “british”, ma in ambito rock sinfonico, non ci risulta vi siano progetti originali in corso d’opera.
Negli anni ’70 e ’80 c’erano (ricordo i Vapore 36, Pierpaolo Bibbò) , ma poi qualcosa si è interrotto nell’evoluzione del genere, in ambito locale. Paradossalmente ricordo di aver visto parecchia gente ai concerti cagliaritani di ELP, Jethro Tull, Yes, ma forse più come omaggio al mito ed alla leggenda piuttosto che ad un interesse ritrovato.
Ci sono ragioni profonde, ogni territorio ha le sue tradizioni.
Il jazz, su quest’isola è sempre stato prevalente, e così altri generi. Ma non il prog
- A&B -
Dopo 4 album, quali sono i vostri obbiettivi futuri: un live? Un dvd? E, a questo proposito, avete opportunità di suonare dal vivo e cosa credi si debba fare per sensibilizzare maggiormente non solo gli ascoltatori, ma anche chi dispone degli spazi necessari per proporre buona musica ?
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Certo, ci piacerebbe fare un live “di livello”, e magari un dvd, visto che non sarà oggettivamente possibile raggiungere tutti coloro che hanno avuto modo di ascoltarci e magari di apprezzarci.
Al momento ci sono degli embrioni di idee in tal senso, ma non ancora definite, peraltro sono progetti che richiedono un grande sforzo finanziario, e noi con le nostre esigue forze di dopolavoristi e/o semplici e sinceri appassionati non possiamo permetterci grandi impegni. Abbiamo già fatto molto, credimi, rispetto alle nostre possibilità, registrando quattro cd.
Sul discorso live, le cose sono semplici da descrivere; non suoniamo dal vivo da quasi tre anni, e forse passerà ancora del tempo, ammesso che succeda ancora.
Ogni qualvolta abbiamo provato a proporci a dei prog-festival internazionali, nella migliore delle ipotesi, abbiamo ricevuto un diniego. A volte abbiamo mandato cd, press-kit (anche consistente, dopo quattro cd), e non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E dunque perché insistere e sprecare energie e risorse, non ti pare ?
Pertanto, siccome il nostro interesse prevalente è la composizione (o almeno è l’aspetto che mi gratifica di più) cerchiamo di continuare in questo ambito, a proporre le nostre cose. E devo dire che la Mellow ci ha dato un grosso sostegno in tal senso, consentendoci di esprimerci in libertà e dandoci fiducia, quando anche l’entusiasmo, come è fisiologico in un contesto di scarsi riscontri, stava scemando.
In conclusione, io non sono un promoter e non credo di poter suggerire, come mi chiedi, delle soluzioni al problema della diffusione della musica live, ed in particolare del prog, che è un genere di nicchia, quindi ancora più problematico.
Penso semplicemente che basterebbe, in generale, un po’ più di fiducia e di apertura nei confronti delle nuove proposte.
Per quanto ci riguarda è andata così, non siamo riusciti a proporci e ad essere accettati nel network dei concerti prog internazionali. Rimarranno degli Yleclipse questi cd, sperando che qualcuno li ricordi con piacere s’intende.
- A&B -
Un grazie ed un saluto ai nostri lettori…
- Alessio Guerriero [Yleclipse] -
Grazie a te ed alla tua redazione per l’attenzione e l’interesse! E ovviamente, un caro saluto a chi ci legge.