- A&B -
Cerchiamo di conoscerci meglio. Quando è nata la tua passione per la musica e per il canto in particolare ? Fra l'altro lo strumento-voce è da gestire con attenzione.
- Alessandro Corvaglia -
La mia passione per la musica, a quanto mi riferivano, coincide con i miei primi vagiti... Intendo dire che sin da bambino ho sempre subìto un'attrazione fatale per essa, che poi in tenerissima età ha coinciso col possedere i primi strumenti (pianoforte, organetto, batteria e poi chitarra...) e a tradurre in termini pratici quello che il mio orecchio captava, fino poi ad iniziare gli studi di musica purtroppo poi interrotti. La voce è venuta invece per puro caso: vero che ho sempre cantato e prestato attenzione alle melodie ma il diventare un "lead singer" è nato per effetto del primo gruppo che ho formato.. ero quello con la migliore pronuncia inglese (suonavamo cover di Beatles, Bob Dylan, Eagles, etc..) e per di più quello che reggeva meglio le note, quindi fu una scelta quasi forzata ("quasi" perchè in realtà fu bene accetta dagli allora miei compagni d'arme...).
Da lì in poi il cantare ha sempre fatto parte del mio esprimermi ed esibirmi e non ne ho più potuto fare a meno. Ed è stato con i gruppi che avevo a Livorno che si è posta per la prima volta una "cura" della voce, intesa come attenzione alle enfasi, alle parole, alla respirazione etc, pur non avendo mai fatto né voluto fare una scuola di canto.
- A&B -
Prima di MDC hai collaborato con altre band magari con background diversi ?
- Alessandro Corvaglia -
Inevitabile. Intanto sono approdato a Genova "solo" da 18 anni ma a parte ciò ho attraversato varie fasi, anche come musicista, che mi hanno portato attraverso diverse esperienze, fra le quali tengo a citare i Quasar (la mia più corposa avventura in territorio livornese, un viaggio fra rock e pop nato con l'amore folle per i Genesis giunto ad un passo dal contratto discografico), l'Aurora Lunare (sempre a Livorno, un gruppo che mi folgorò e che rappresentò per lungo tempo il mio "punto d'arrivo") e i Real Dream, la Genesis Tribute Band dove milito come cantante dal 1999.
- A&B -
Poi l'incontro con Zuffanti e soci e l'idea di un gruppo dichiaratamente rivolto alla riscoperta di certe atmosfere anni '70.
- Alessandro Corvaglia -
E quindi la possibilità di tornare col primo vero amore.. il rock progressivo. Una musica con la quale sono letteralmente cresciuto; se calcoliamo che nel 1970 ero un frugolo di 6 anni non è stato assolutamente male essere nutrito e cresciuto (grazie a mio fratello e alle sue amicizie) a Yes, Genesis, Pink Floyd, Focus, Gentle Giant, PFM, Banco, Area e via dicendo... Dover abbandonare certi stili quando cominciai ad affrontare pre-produzioni dirette verso i contratti discografici (parliamo della seconda metà degli anni '80) fu una separazione tanto ardua quanto impossibile, nel senso che comunque e per fortuna molti aloni rimasero a contraddistinguere le mie composizioni del periodo. Così come un certo modo di arrangiare.
- A&B -
E' inutile nasconderlo ma fra i difetti del progressive italiano di ogni epoca c'è (spesso) la presenza di testi non all'altezza e di vocalist non sempre di spessore. Ultimamente invece ho ascoltato parecchi gruppi (penso a Il Bacio Della Medusa o gli stessi Senza Nome oltre ovviamente a MDC) che riescono ad associare liriche interessanti a cantanti di personalità. Che ne pensi ?
- Alessandro Corvaglia -
Con l'unica eccezione degli Area e del Banco, ovviamente... Credo che molto sia - purtroppo - da ascrivere all'importanza che il front-man ha assunto nei gruppi moderni come componente "a priori"; intendo dire che adesso il possedere un vocalist di impatto immediato, se possibile anche dal punto di vista scenico, è una delle cose che vengono da considerare in prima battuta, quasi fosse una necessità istintiva, mentre una volta non era così, il contenuto - sempre di primissimo livello - era originale e sufficiente e spesso faceva passare inosservato un contributo importante come quello della voce. Meno male che questo genere non richiede al front-man anche necessariamente la bellezza o il vestito alla moda... Ironia a parte, credo che lo stesso approccio di chi si mette a cantare in un gruppo oggi sia profondamente diverso da quello dei vocalist di 30 anni fa, laddove appunto oggi ci si presenta "già allenati" e con qualche arma (un timbro originale, la potenza, la "grana") al proprio arco mentre ieri ci si preoccupava solo di far parte di una formazione... era senz'altro più poetico come approccio e difatti la poesia, prima o poi, veniva fuori.
- A&B -
Parliamo di Lux Ade. Una esperienza importante immagino.
- Alessandro Corvaglia -
Importantissima, innanzitutto per la presenza di un produttore di primo livello, cosa che non ha mai sovrastato la Maschera ma si è affiancata sapientemente ad essa per consentirle nuovi livelli di espressione. Ma soprattutto perchè è un album, come ho spesso detto, "corale" che per la prima volta ha visto un operarsi collettivo sin dalle prime battute, un affiatamento senza precedenti. E in terza istanza per le notevoli soddisfazioni che ci ha regalato, a partire dall'esperienza del video per finire col Nearfest.
Per quanto mi riguarda inoltre è stata l'occasione di affrontare un tema che sento molto; il chiaroscuro, il passaggio dalla luce all'ombra, dalla gloria alla pazzia, dall'anonimato alla rivelazione. Vedere imperi che si sgretolano e formiche che costruiscono grandiosità...
- A&B -
Vorrei soffermarmi su due brani in particolare. Dapprima Orpheus: mitologico poeta e cantore che "seducendo" le divinità ctonie riesce a liberare Euridice ma voltandosi per guardarla (contravvenendo all'ordine di non farlo prima di essere risalito alla luce del sole) la vede sparire negli inferi e ne impazzisce. Una grande, triste storia d'amore che vi ha ispirato anche un video ...
- Alessandro Corvaglia -
Confesso che sulle prime il brano non mi folgorò. Poco dopo però ne intuìi due caratteristiche fondamentali che sono l'evocatività, legata appunto alla figura mitologica, e l'essenzialità comunicativa. Era un brano che "catturava" immediatamente senza esser scontato e con una progressione in drammaticità che avvolgeva... un effetto che probabilmente ha colpito anche Andrea Conigli, il regista romano che ha deciso poi di concretizzare dal punto di vista visivo questi due punti di forza. Mettendomi peraltro nelle condizioni, dopo anni di inattività, di dover "recitare" di nuovo, anche qui risvegliando un sopito amore (ho fatto anche teatro per un brevissimo periodo negli anni '80).
- A&B -
... il secondo brano è invece Enciclica 1168 ... la suite .... uno spaccato, in musica e parole, del cosiddetto "medioevo buio". A prescindere dall'errato luogo comune di "secoli bui" (fu invece periodo di grandi personaggi, di grandi costruzioni, di grandi scoperte), voi affrontate l'aspetto religioso e la supponenza di pochi che si arrogano il diritto di essere interpreti esclusivi della "verità" e dell'assoluto. Una problematica ancora drammaticamente attuale, come se nulla fosse servito da insegnamento ...
- Alessandro Corvaglia -
Una volta sentii una battuta in un film in cui si sosteneva che "..nel silenzio, la folla segue chi prende un megafono e si mette a parlare". E' questo secondo me il senso che pervade questa società, dove una profonda de-culturizzazione, il leggere meno, il seguire meno l'arte nelle sue molteplici forme (siano cinema, teatro, pittura, etc.) e sempre più spesso TV o altre forme di ipnosi porta ad abbassare il livello della "guardia critica" e a spegnere il cervello, oltre che la propria sensibilità. Situazione ideale per chi, anche senza esser cruenti come il frate di Enciclica, costruisce un sottile gioco di strategie per autoimporsi. Quello che mi colpisce di più è che mentre il popolo del brano ha un'entità a cui appoggiarsi e in nome della quale accetta o subisce il comportamento del frate visionario (la parola divina), la società odierna non ne ha nessuna.. cosa la spinge ad assimilare incoscientemente e acriticamente quello che le viene propinato ?
- A&B -
Torniamo un pò più sul leggero ... Quando il nuovo MDC ? Ci vuoi dare qualche anticipazione ?
- Alessandro Corvaglia -
Devo dire che l'eredità che "LuxAde" ha lasciato da raccogliere si è rivelata più difficile da gestire del previsto. Circostanza che sta rendendo piuttosto travagliato il lavoro che ci sta conducendo al quarto figlio... C'è da dire tuttavia che non essendoci una fretta particolare stiamo sfruttando il tempo per disegnare al meglio un'evoluzione che ci consenta di non radicarci in cliché ormai affrontati, questo sia per quanto riguarda le composizioni sia per quanto concerne soprattutto gli arrangiamenti. Potrebbero, da questo punto di vista, esserci curiose novità...
- A&B -
Ti abbiamo recentemente scoperto anche tastierista in Winterhrough nel progetto Hostsonaten... Niente centro del palco ma comunque un momento molto intenso e profondamente diverso da MDC. Continuerà questa esperienza?
- Alessandro Corvaglia -
Intanto la mia collaborazione con Hostsonaten approderà sul palco dell'ArtRock Festival a Sesto San Giovanni nel prossimo Novembre. Data l'abitudine di Fabio di selezionare i suoi collaboratori progetto per progetto non mi sento di fare pronostici, va da sé che è un capitolo che mi ha appassionato e che proseguirei senza problemi. In ogni caso è stato, anche qui, un tornare al passato dato che le tastiere sono sempre state il mio strumento principale e che ultimamente microfoni gelosi me ne hanno tenuto discretamente distante.... E' stato significativo riprendere in mano i tasti.
- A&B -
La domanda finale è sempre la più difficile... perchè se rispondi giusto raddoppi!!!!! Quindi a te la parola per un bilancio finale ...
- Alessandro Corvaglia -
Dopo aver avuto l'opportunità di fare quello che davvero mi esalta, senza tuttavia dimenticare il passato, il bilancio non può che essere ultrapositivo. Ricevere i consensi che mi sono stati manifestati, alle più diverse latitudini, è cosa che non mi sarei mai aspettato, al pari di vivere certe esperienze come il Nearfest, appunto. Evidentemente mettere il cuore nella propria attività rende eccome e questo lo si sente se si fa ciò che ci appaga appieno, anche a discapito dei risultati economici. Resta solo un altro piccolo sogno da realizzare, ma piano piano sta uscendo dal cassetto... ma non anticipo niente facendo il solito, trito ma efficace ricorso alla càbala!!
Di questo bilancio devo sempre e comunque ringraziare coloro che seguono questa favola, la loro passione, la loro intensità: senza di loro tutto questo sarebbe solo uno specchio. Per cui colgo l'occasione anche di queste righe per mandare a tutti un grato e profondo saluto. E per ringraziare anche te per questo momento di simpatico ma sostanzioso incontro.