Is Project è l’interessante proposta del duo pugliese composto da Ivan Santovito ed Ileana Salvemini. Per una serie di circostanze, i due sono notati ed entrano in contatto con Fabio Zuffanti (qui in veste di talent scout), il quale, intravedendone le potenzialità, li invita a dare forma compiuta ai brani già elaborati da Santovito per soli pianoforte e voce. Accompagnati da Giovanni Pastorino (tastiere), Simone Amodeo (chitarre), Andrea Bottaro (basso), Paolo Tixi (batteria) e con una special guest come Martin Grice (Delirium, flauti e sax), Is Project pubblica questa piccola gemma dal titolo “The archinauts”. Se il problema è, non di rado, “catalogare” (difetto del fan progressive?), quanto si andrà ad ascoltare o si è ascoltato, ecco che i due ragazzi pugliesi stavolta ci vengono incontro, definendosi “post-progressive”. Un tentativo, cioè, di far convivere il sound sinfonico - romantico degli anni settanta, con gli ultimi input forniti da gruppi come Anathema, Airbag o da Steven Wilson. Il rischio, anche grande se vogliamo, è quello di scontentare un po’ tutti: dal fan dei Genesis (per fare un esempio) duro e puro che di Wilson e C. non vuole neppur sentir parlare, al fan di ultima generazione, per il quale gli unici “dinosauri” degni di attenzione sono quelli estinti milioni di anni fa e non certo le band di quaranta o cinquanta anni orsono…Eppure, come vedremo, la scommessa (se di scommessa si è trattata) è certamente vinta e “The archinauts” è un lavoro degno di attenzione, a prescindere dalle etichette che gli si voglia affibbiare. Un album già maturo sia per la bravura del duo, sia per la “regia” di Zuffanti che, senza nulla stravolgere, ha coordinato la riuscita del progetto con altrettanto validi musicisti. Sette i brani presenti nell’album con una “Ouverture” strumentale ed una suite finale a definirne i contorni. Nel mezzo grandi momenti sinfonici, rimandi alla musica classica, atmosfere melanconiche e brillanti soluzioni strumentali, senza dimenticare la sempre gradita attitudine melodica. Bellissime “The mountain of hope” e “Between the light and the stone”. La prima “autunnale”, quasi solo per voce e pianoforte nella prima metà e poi colorata a tinte sgargianti da un paio di “solos” delle tastiere di Pastorino; la seconda, che chiude l’album, è molto composita nei suoi quattordici minuti di durata. Delicata con flauto, tastiere soffuse, i vocalizzi di Ilenia, il cantato di Santovito doppiato splendidamente dalla sua metà artistica…Il brano si vivacizza con scintille sinfoniche mentre la voce di Santovito e quella eterea della Salvemini conferiscono un’aurea “volatile” al brano. Mai sopra le righe, ma incisiva, la chitarra di Simone Amodeo, prima di un vorticoso intervento di Grice (stavolta al sax) supportato da una sezione ritmica certamente rock. Ottimo anche il finale con un duetto vocale ad incorniciare un crescendo strumentale veramente notevole. Ma l’album non è solo in queste due composizioni. C’è l’”Ouverture” che presenta linee melodiche che poi ritroveremo negli altri brani; ci sono i riff decisi di “The architect”; c’è l’elettronica “sui generis” di “Mangialuce” dal finale scoppiettante; c’è l’heavy psichedelico di “The city and the sky” ed, infine, ancora la piacevole “soft-song” “Lovers in the dream” con un bell’intervento dell’elettrica di Amodeo. Un esordio più che positivo, dunque, per questi due ragazzi di Puglia, dalle idee chiare e di buona personalità nel creare un sound fresco e di gustoso ascolto. Li attendiamo alla prova del nove con il secondo album che potrà meglio definire le qualità di Santovito e Salvemini. Per ora siamo più che soddisfatti da questa prima release.
Anno: 2017 01. Ouverture
Ivan Santovito – Vocals, keyboards With:
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