Diario di un uomo qualunque porta alla ribalta un altro gruppo italiano, i Red Onions, a dimostrazione della vitalità e della qualità medio-alta delle proposte progressive nella nostra penisola.
Gruppo abbastanza atipico, non giovandosi dell’uso delle tastiere bensì di due chitarristi (Leone Pompilio e Davide Grillo entrambi anche vocalist), oltre che di Ali Adamu al basso e di Marcello Mangione alla batteria. A registrazioni ultimate (e quindi non presente nei credits dell’album) si aggiunge alla band un nuovo cantante, Nicola Labombarda, con l’intento di migliorare le parti vocali. Diario di un uomo qualunque si presenta come un album a tema, incentrato sulla figura del signor Beta, con i suoi desideri, le sue aspirazioni, le sue frustrazioni, le sue angosce. Le liriche, non sempre di facile comprensione, anzi piuttosto oscure, raccontano passo dopo passo i pensieri del protagonista. Quello dei Red Onions è un rock sanguigno, ricco di riff di chitarra elettrica, con ritmi sostenuti e serrati alternati a momenti più riflessivi e pacati. “Numinosa diagnosi” con la sua energia zeppeliana iniziale che si fonde con le atmosfere psichedeliche primi anni ’70 è un buon esempio di quanto sa proporre il gruppo. Inoltre la registrazione quasi da live in studio conferisce quel suono “sporco” e “ruvido”, magari un poco anacronistico (di fronte alle molte produzioni patinate dei nostri giorni), ma che è ben rappresentativo della visione musicale dei 4 ragazzi. Riff graffianti ( si ascoltino “Epitaffio per la prima morte di un sogno” e “Serpenti”) che ci riportano alla mente le inclinazioni hard rock del Rovescio della Medaglia o anche del Balletto di Bronzo ovviamente del primo album (che nulla ha da spartire con il successivo “Ys”). Paradossalmente gli episodi migliori si discostano non poco dai brani appena citati. Prevalentemente acustica, dall’incedere rituale e bacchico “Occhio del giorno”; floidiana e psichedelica “Disarmonico allegro” un azzeccatissimo (quasi) strumentale che racchiude il meglio del “mondo” Red Onions. Un lavoro con qualche ombra (soprattutto nelle parti cantate), ma nel complesso … bene, bravi, sette +. 72/100
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Davide Grillo: Chitarra, voce Anno: 2010 |