Beh in questo album omonimo di momenti “easy” non ce ne sono proprio…
Già la copertina è indicativa in questo senso: nera, con il profilo dei due musicisti in primo piano e la musica che ne segue, cupa, oscura, a tratti ipnotica, malinconica.
Bandita la lingua inglese e quasi del tutto anche quella polacca (a parte qualche vocalizzo di Skrzek), a favore di 16 brani strumentali piuttosto brevi eccezion fatta per 2 o 3 episodi.
Senza per forza di cose andare a ricordare un passato che non ritornerà, non mancano comunque brani di buon livello.
Le languide atmosfere di “Piwnica”, i vagiti crimsoniani di “Niemen”, lo spettrale “non incedere” di “Urodziny w Roskilde”, la delicata “Nowy wiek”, la minimalista “Zaufani”, la visionaria e straniante “Requiem” (la più lunga del lotto con i suoi 11 minuti).
Nel mezzo, brevi tracce a cavallo fra jazz-rock e fusion a volte un poco stanche e svogliate, ma nel complesso si tratta comunque di un buon lavoro che forse necessitava di qualche “taglio” anziché sfiorare gli 80 minuti.
Józef Skrzek: Basso, piano, organo, micro moog, mini moog, voce
Apostolis "Lakis" Anthimos: Chitarra, batteria
Anno: 2012
Label: Metal Mind
Genere: Progressive Rock
Tracklist:
01. Piwnica
02. Niemen
03. 74
04. Bunkry Wiedeñskie
05. Zw¹tpienie Lakisa
06. Aries
07. Urodziny w Roskilde
08. Rozstanie
09. Ameryka
10. Nowy Wiek
11. Lot nad Chicago
12. Seged
13. Memento
14. Muzy
15. Zaufani
16. Requiem