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Disturbed
Asylum

In bilico tra santi e falsi dei …

Asylum, quinto album dei Disturbed, quartetto di Chicago, arriva 2 anni dopo l'ottimo Indestuctible, ed è tutto giocato sull’equilibrio.

Asylum, in bilico tra manicomio e rifugio consolatorio, si apre con la suggestiva intro strumentale “Remnants”, che introduce la potente title track. Segue “The Infection”, brano superbo, che descrive lo stato di depressione che si prova dopo la rottura di una relazione: l’assolo di chitarra è il più coinvolgente e riuscito del disco. In bilico tra metallo pesante e rock da classifica. “Warrior” è il degno seguito di “Indestructible”; “Another Way to Die” (singolo che ha anticipato l’uscita di questo lavoro), presa di coscienza del riscaldamento globale, in bilico tra atmosfere soft e riff stoppati. Si procede con “Never Again”, dura denuncia del genocidio nazista e “The Animal”, in bilico tra uomo e lupo, pezzo costruito su una incisiva pulsazione ritmica.

Andando avanti troviamo “Crucified”, la sinuosa “Serpentine” e la autobiografica “My Child” (dove il singer Draiman ci racconta di una sua ex fidanzata in dolce attesa e del suo prepararsi alla paternità, ma poi la ragazza perde il bambino), con un pregevole stacco strumentale a metà del brano. In bilico tra temi universali e schegge di intimità. Chiudono l’album “Sacrifice” e “Innocence”, storia di avvocati corrotti, in bilico tra trame oscure e ritornelli sparati, tra accordi minori e aperture melodiche. Infine, dopo un silenzio di circa un minuto e mezzo, si materializza “I Still Haven’t Found What I’m Looking For”, splendida cover degli U2, ottimamente interpretata (e questo la dice lunga sulle potenzialità dei Disturbed qualora decidessero di sbilanciare il proprio stile verso sonorità meno cupe). Segnaliamo che nella edizione limitata di Asylum sono presenti anche le versioni live di “Down with the Sickness”, dal primo lavoro della band e di “Stricken”, dal terzo Ten Thousand Fists.

In definitiva ci troviamo davanti ad un lavoro onesto e ben suonato, con una produzione asciutta e pulita (forse troppo), dove spicca la bella voce di Draiman (pulita ed aggressiva al tempo stesso) ed il guitar work di Donegan, sempre strutturato su riff sincopati e assoli ben calibrati. Forse, per rendere maggiormente le atmosfere dark, suggerite dai testi profondi e maturi, manca quel pizzico di cattiveria in più e qualche sottofondo di tastiere, ma, come detto, il disco si gioca tutto sull’equilibrio.

Asylum, in bilico tra Metallica e Linkin Park.

P.S. Si ringrazia Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per l’incipit

70/100


David Draiman: Voce
Dan Donegan: Chitarra
John Moyer: Basso
Mike Wengren: Batteria

Anno: 2010
Label: Reprise Records
Genere: Alternative Metal

Tracklist:
01. Remnants
02. Asylum
03. The Infection
04. Warrior
05. Another Way to Die
06. Never Again
07. The Animal
08. Crucified
09. Serpentine
10. My Child
11. Sacrifice
12. Innocence
13. I Still Haven’t Found What I’m Looking For
(nella edizione limitata)
14. Down with the Sickness (live)
15. Stricken (live)

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