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Mike Lunacy (Dark Lunacy)

Artists and Bands questa volta ha scambiato quattro chiacchiere con Mike Lunacy, voce e anima dei Dark Lunacy. Musicista colto e appassionato, Mike ci ha raccontato il suo amore per la storia della Russia. Abbiamo parlato anche della genesi del nuovo album The Day of Victory, uscito, non a caso, il 9 maggio 2014, data in cui la Russia ha celebrato il 69° anniversario della grande vittoria contro gli invasori tedeschi.



DARK LUNACY

Mike Lunacy
: voce e pianoforte
Daniele "Dan" Galassi: chitarra
Jacopo "Jack" Rossi: basso
Alessandro "Alex" Vagnoni: batteria




Recensione Weaver of Forgotten

Photo live al Bike & Rock concerto 26 ottobre 2013

A&B -
Ciao Mike, finalmente è pronto il nuovo disco The Day of Victory, puoi darci alcune indicazioni su questo ultimo lavoro? È un concept?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
The Day Of Victory è un concept che si riallaccia alle tematiche belliche del ‘900 e che vuole celebrare la vittoria da parte della Russia contro l’invasore. In questo senso potremmo definirlo come il seguito di The Diarist, nonostante tra i due album vi sia il passaggio di Weaver Of Forgotten. A livello musicale è un disco molto più organico ed evoluto del precedente sia nella costruzione delle canzoni sia negli arrangiamenti. The Day Of Victory è come un obelisco monolitico spazzato da venti siberiani. Una costruzione monumentale che da lontano può sembrare inespugnabile all’intelletto, ma che da vicino dischiude un’infinità di iscrizioni dai significati profondi, complessi, ora strazianti, ora pregni di speranza. È anche l’album che sancisce definitivamente il ritorno dei Dark Lunacy come una vera e propria band, contrariamente al precedente, il frutto della rivoluzione interna che cambiò completamente la formazione originale e che poteva essere percepito come un combo “all star”.

A&B -
Dunque ancora un’opera dedicata alla Russia, come nasce l’amore verso questa nazione?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
La passione per la storia e la cultura Russa in generale arriva ancor prima della nascita dei Dark Lunacy. Essendo appassionato di letteratura classica, i grandi scrittori Russi hanno inevitabilmente contribuito ad individuare in questo grande paese il fulcro dei miei interessi. Questo mi ha spinto ad intraprendere diversi viaggi in quelle terre. In uno di questi, più precisamente a San Pietroburgo, ho visto le cicatrici ancora ben evidenti dell’assedio che la città (la allora Leningrado) dovette subire e fronteggiare tra il 1941 ed il 1944. Fu quella la prima volta che incontrai la storia dei 900 giorni di Leningrado. Un’epopea che, attraverso la testimonianza dei Leningradesi, espressa ancora oggi per mezzo di opere monumentali, ci racconta con inaudita potenza le sofferenze e al contempo la gloria di un popolo che non volle arrendersi. Da qui, è cominciata la voglia di addentrarmi sempre più nella storia, alla continua ricerca dedita a scoprire i dettagli su cosa accadde in Unione Sovietica durante la Seconda Guerra mondiale. Ricerche e scoperte che riesco a raccontare attraverso gli album dei Dark Lunacy.

- A&B -
La pubblicazione di The Diarist (album del 2006 incentrato proprio sull’assedio di Leningrado durante la Seconda Guerra mondiale) ha fatto crescere l’attenzione nei vostri confronti nell’est europeo; dal quel momento avete anche effettuato tour in quella zona, quale è stata l’accoglienza del pubblico?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Un accoglienza trionfale sotto ogni punto di vista. Come dico sempre, nessuno è profeta in patria. Questo per dirti che i Dark Lunacy all’estero godono di un prestigio che nel nostro paese è riservato unicamente alle band straniere. Le motivazioni sono molteplici, ma non è in questa sede che riusciremo ad analizzarla. Per riassumere in poche righe la tua domanda, posso dirti che i Lunacy riescono, come poche altre band fanno, a raccontare in un modo tutto loro, ma assolutamente veritiero (poiché frutto di documentazioni ufficiali) gli avvenimenti di un’epoca. Questo è inevitabilmente percepito come una forma di rispetto che la band nutre nei confronti di determinate popolazioni. Il riscontro positivo e partecipato da parte del pubblico ne è quindi una conseguenza.

- A&B -
È vero che hai tenuto anche degli incontri in alcune scuole italiane per illustrare i fatti di Leningrado?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Sì. L’assedio dei 900 giorni di Leningrado è il racconto di un’epopea assoluta. Una resistenza senza eguali. Raccontare quindi attraverso gli album dei Dark Lunacy e attraverso seminari dedicati a questo particolare passaggio storico, è una cosa a cui tengo moltissimo. Un insegnamento per tutte le nuove generazioni di cosa voglia dire “lottare” per la propria città… per la propria Patria.

- A&B -
Torniamo alla musica, una delle caratteristiche vincenti dei Dark Lunacy sono le parti di pianoforte che stemperano la furia delle chitarre distorte e del cantato, c’è, insomma, una grande attenzione alle aperture melodiche, quale è il tuo approccio alla composizione?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Il songwriting di questo album è venuto tutto in maniera fluida e senza forzature e sono convinto che si senta. Anche perché avevamo idee chiarissime sull'anima da dare all'album. Le difficoltà, semmai, sono state più a livello di produzione in senso stretto, perché far convivere parti elettriche, acustiche, orchestrazioni e cori russi, dividendo lo spazio sonoro in maniera che tutto sia udibile e bilanciato, è stato indubbiamente un lavoro molto impegnativo.

- A&B -
Scrivi al pianoforte? Che studi musicali hai alle spalle?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Dietro ad una buona composizione, ci devono essere basi solide. Non è detto che le metterai in pratica tutte quante, ma è nello studio e nell’applicazione che si forgiano le conoscenze per poter srotolare le trame del tema al quale vuoi dare forma. Ho studiato musica in gioventù e l’ho fatto seriamente andando a lezione dai migliori insegnanti della mia città. Lo studio si è equamente diviso tra pratico e teorico (il solfeggio, per intenderci). Le strutture delle canzoni le compongo con il pianoforte… ma non mi ritengo un pianista. Per poterlo essere avrei dovuto dedicare molto più tempo a questo meraviglioso strumento.

- A&B -
L’anno scorso è uscito il DVD Live in Mexico City, anche lì avete molti estimatori, come è nato il legame con quel paese?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Come dicevo prima, “nessuno è profeta in patria”.  Il fortissimo legame con il Messico è iniziato nel lontano 2003 e da allora non è mai venuto meno. Questo è accaduto perché in quel paese la nostra musica ha fatto breccia più che da altre parti. Non so dirti il perché di questo. So solo che lì, siamo seguiti e sostenuti in maniera davvero importante. Per realizzare un DVD degno di nota, avevamo quindi bisogno non solo della qualità delle riprese, ma anche di un contorno importante di pubblico a testimoniare l’affetto che i Lunacy hanno in determinate circostanze. Per questo è stato scelto il Messico ed il fatto stesso che in quella occasione abbiamo suonato davanti a 3000 (tremila) persone, ci conferma che la scelta è stata quanto mai azzeccata.

- A&B -
Avete un seguito anche in Giappone? La cantante di una band nuovissima i “Voice of Divine Children” vi cita, nel proprio sito,  tra i suoi gruppi preferiti.
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Il Giappone è per noi ancora un territorio tanto affascinante, quanto inesplorato. I numeri ci dicono che siamo in crescita anche nel paese del Sol Levante; ma non mi sento di confermarti con esattezza di quanti numeri stiamo parlando. Sì, fans giapponesi mi scrivono e tu stesso nella domanda, confermi quanto detto. Ma solo in occasione di un tour potremmo avere una stima ufficiale di quanto i Lunacy siano seguiti. Tour che stiamo pianificando in questi giorni, ma che è ancora in fase embrionale.

- A&B -
Facciamo un salto indietro nel tempo… raccontaci gli inizi della tua avventura nel mondo della musica. Come ti sei avvicinato al genere? Quale è stato il disco o il brano che ha fatto nascere l’amore verso il metal?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Incontrai la musica per la prima volta a 12 anni accendendo inavvertitamente lo stereo di casa e ascoltando di fila le seguenti canzoni che la radio stava in quel mentre trasmettendo: “Ti Sento” (Matia Bazar), “Maniac” (Michael Sembello),The Winner Takes It All” (ABBA). Da lì, capii che esisteva un mondo incredibile da scoprire. Credo che fu quello il primo passo verso l’adolescenza. In seguito, intorno ai 16 anni, un amico venne a casa mia con un disco: Slippery When Wet… di una band americana ancora sconosciuta qui in Italia che portava il nome di Bon Jovi. Da lì, sempre in crescita, addentrandomi nell’hard rock prima e via, via sempre più verso l’heavy metal. Infine, dopo un lungo camminare tra esaltazioni e curiosità, un giorno mi imbattei in una band svedese chiamata Therion….l’album era Theli… il resto è storia.

- A&B -
Un termine per descrivere ciascun disco dei DARK LUNACY.
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Devoid la scintilla
Forget-me-not la detonazione
The Diarist la coscienza
Weaver Of Forgotten la rinascita
Live In Mexico City la conferma
The Day Of Victory la vittoria

- A&B -
Sei nato a Parma, considerata la tua “coscienza storica” verso gli eventi, hai mai pensato di scrivere qualcosa sugli scandali economici che hanno coinvolto note aziende della tua città?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Sinceramente no… e non ci ho mai pensato. Ciò che ha combinato la nostra classe dirigente (economica e amministrativa) negli anni passati, noi Parmigiani finiremo di scontarlo almeno tra vent’anni. Ma questa è cronaca…. e per tanto destinata a spegnersi nel tempo. Ogni società avrà sempre il suo avvicendarsi di criminali. I Dark Lunacy parlano di emozioni interiori e le riportano passando attraverso la storia dell’umanità, andando ad analizzare la storia, nel tentativo ambizioso di valorizzare la voglia di riscossa (o di rinascita, se preferisci) dell’essere umano. La volontà di risorgere nonostante le bruttezze del mondo e il desiderio di lasciare un segno di pace. Lascio quindi ad altre band (anche più note dei Lunacy) il compito di denunciare la società moderna; che l’evento accada a Parma o in qualsiasi altra parte del mondo. Oggi, urlare contro le ingiustizie, la corruzione, gli abusi di potere, la politica marcia, è un proposito onorevole ma – purtroppo – inadeguato e velleitario. Centinaia di band l’hanno fatto e continuano a farlo, ma senza ottenere nulla dalla coscienza di chi li ascolta se non un patetico  modo di atteggiarsi in nome di una indignazione fine a se stessa, figlia della moda del momento. Personalmente credo che ogni cosa debba partire dalla nostra coscienza e successivamente è il coraggio che abbiamo dentro che deve portare alto il valore morale che abbiamo dentro. Se scrivo e denuncio una ingiustizia, la gente applaude, ma alla fine non reagisce. Se invece scrivo e riporto la memoria storica, la gente non reagisce… ma forse inizia a pensare. Come vedi, ognuno la vede come vuole. Il mio pensiero è questo e non intendo mutarlo.

- A&B -
In generale, tenuto conto di quello che sta accadendo in questi anni (le trame oscure delle banche, la politica allo sbando, l’impoverimento - non solo economico, ma anche culturale), cosa ne pensi della società di oggi?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Come ti accennavo poc’anzi, vedo una società vuota che ha bisogno di trovare nelle proprie memorie la via della salvezza, di farsi strada abbattendo i falsi ideali che la sorreggono per trovare il bandolo della matassa e da lì ripartire. Oggi più che mai, viviamo il naufragio di un mondo, senza più valori, plasmato e poi annientato dalla cancerogena farsa di una libertà costruita a tavolino dai tiranni della terra. Un esempio su tutti è il paradosso più emblematico che ancora oggi, a distanza di 25 anni, l’opinione pubblica insiste nel considerare come massimo emblema di libertà: il crollo del muro di Berlino. …ed è qui che The Day Of Victory lancia una sfida precisa: cosa è cambiato nel mondo dopo il crollo del muro? Quali guerre, quali carestie, quali ingiustizie sono state evitate. Quali disuguaglianze migliorate e quali sofferenze attenuate. Mai come oggi quella parte di mondo che avrebbe ancora l’opportunità di reagire, è vittima di un illusione camuffata dal nome “libertà”. Poiché libertà senza coscienza, senza memoria e senza umiltà, è solo una parola vuota ed oltraggiosa nei confronti delle vita stessa.

- A&B –
Toglimi una curiosità, nel vostro precedente disco Weaver of forgotten (2010) c’è  il brano “Afraid”, volevo  chiederti  se quello è un pezzo realizzato ad hoc oppure se si tratta dello stralcio di un film.
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
È uno stralcio del film "Session 9" La storia di una squadra di smantellatori di amianto che, durante la depurazione di un vecchio manicomio abbandonato sulle colline di Denver (Colorado), destinato a  diventare la nuova sede comunale, si trova coinvolta in una avventura molto particolare. Non aggiungo altro perché non voglio rivelare nulla a chi non l’ha mai visto. Ovviamente, essendo un film che mi ha dato particolare ispirazione, invito tutti a guardarselo.

- A&B –
C’è un nesso diretto con “Mood”, il brano che segue “Afraid”?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Certamente… ogni cosa nei Dark Lunacy non avviene per caso. Però, senza volermi ripetere, il nesso verrà capito solo da chi vedrà il film.

- A&B -
Ci sarà uno sviluppo narrativo alla regressione ipnotica che si ascolta in “Afraid”?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Sinceramente non ci ho mai pensato e ti ringrazio di questa considerazione.

- A&B -
Ho avuto la fortuna di vedervi in sede live lo scorso ottobre in Puglia (credo fosse il vostro primo concerto nel sud Italia), nella serata al “Bike & Rock” di Manduria (Ta), che ricordo hai di quella esperienza?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Serata fantastica. Conservo ricordi molto importanti perché, oltre al grande affetto che ci è stato dimostrato durante lo show, ho avuto modo di incontrare gente davvero speciale. Su tutti Mimmo Breccia, il gestore del “Bike & Rock” e di tutti i suoi collaboratori. Se in Italia solo la metà dei locali avesse lo stesso modo di lavorare e di approcciarsi agli eventi, la situazione musicale sarebbe di gran lunga migliore.

- A&B -
La band si è stabilizzata con l’innesto di Alex (batteria) e Dan (chitarra), già all’opera con gli Infernal Poetry. Secondo te ci sono differenze (e se sì,  quali) nel suonare con i Dark Lunacy  e con gli  Infernal Poetry?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Dark Lunacy ed Infernal Poetry suonano generi completamente differenti ed è normale che l’approccio all’esecuzione vada studiato ed interpretato con due diverse metodologie. Non vi è un lavoro più difficile dell’altro. Solo un diverso modo di esprimerlo.

- A&B -
Oltre alla musica c’è un’altra forma d’arte che senti nelle tue corde?
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
L’arte mi piace in tutte le sue forme. Ma ciò che non è musica, lo coltivo unicamente come passione. Mi piace leggere, andare alle mostre, visitare città e tante altre cose. Ma il tutto si riassume in un semplice nutrimento per la mia curiosità. Preferisco cercare di far bene una sola cosa. In questo caso, comporre canzoni.

- A&B -
Ti ringrazio infinitamente per la disponibilità e per il tempo dedicato e ti lascio lo spazio per un messaggio ai tuoi fans e a quanti frequentano il nostro sito…
- Mike Lunacy [Dark Lunacy] –
Abbraccio tutti i lettori di Artists & Bands e tutti i nostri sostenitori. È stata un intervista intensa e coinvolgente. Grazie di cuore per l’attenzione che ci hai dedicato e che hai dedicato a The Day Of Victory. Come dico spesso nelle mie interviste, chi ascolta e chi ascolterà Dark Lunacy, lo faccia con il cuore… la musica farà il resto.

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