Se si svolgesse una gara per assegnare un premio al disco che meglio rende onore alle invenzioni di Lester William Polfus, ovvero Mr. Les Paul, di certo Evolution Revolution salirebbe sul podio.
Gianluca Galli, già chitarrista dei Time Machine e dei Mantra, pubblica, a distanza di sette anni dal precedente Back Home, questo suo terzo album solista. Lo aiutano nell’impresa ospiti di rinomata fama, come Frank Gambale e Alex Masi, Ricardo Confessori (Angra), Tony Franklin (David Coverdale, Blue Murder) e amici di vecchia data come Andrea Castelli (Mantra, Shabby Trick) e Andrea ”Ace” Bartolini (Mantra, Pinball Wizard, Devil’s Mojito). Guardando l’artwork interno del digipack e leggendo le note di ringraziamento si ha la sensazione che tutto il lavoro sia una sentita dichiarazione d’amore nei confronti di una delle chitarre che hanno fatto la Storia del Rock, la “Gibson Les Paul”, ma ogni residuo dubbio sull’intento del progetto cade definitivamente ascoltando i dodici brani strumentali che compongono il dischetto. Il sound è incredibile, caldo e corposo, i fraseggi di chitarra poggiano su una solida sezione ritmica ed il risultato finale è un potente hard rock venato di blues e, in alcuni passaggi, prossimo all’heavy metal più puro. Segnaliamo l’impatto dirompente dell’opener “No Exceptions” e le intricate trame chitarristiche di “Countdown To Extinction”, che, pur non essendo una cover dell’omonimo brano dei Megadeth, ricorda moltissimo le partiture di Mustaine e soci. La blueseggiante “The Walking Man” si muove su un intrigante tempo dispari e sfoggia un bell’assolo di Frank Gambale. “The Guardians” parte con un riff lanciato alla Nuno Bettencourt ed il terremoto continua grazie al lavoro di Tony Franklin al basso. La tecnica della sovraincisione di più chitarre, utilizzata in “Ordinary Miracle”, è un altro segno di riconoscenza verso l’operato di Les Paul, il quale, per chi non lo sapesse, ha inventato la registrazione multitraccia, avendo progettato negli anni quaranta il primo banco di registrazione a otto piste. “Sacrifice” colpisce per il suo fraseggio spezzato e per l’intervento solista di Alex Masi. “Will No Faith” e “End Of Days” hanno il sapore dei Whitesnake del mitico 1987, così come “The Dark Side” con il suo riff altalenante ci riporta alle sonorità dei Black Sabbath più moderni. Tutti i pezzi, anche quelli non citati, viaggiano su ritmi rocciosi e cadenzati, grazie alla notevole prestazione dietro le pelli di Ricardo Confessori. L’insieme è realizzato, con equilibrio e senso della misura, prestando grande attenzione alla struttura dei brani, la cui economia non è mai alterata da assoli fuori luogo o fini a se stessi. Gianluca Galli, dunque, per la scelta dei riff, a volte anche complessi, che catturano sempre l’ascoltatore, e per il sapiente uso delle armonie e delle melodie, che permea ogni singola canzone, si conferma chitarrista, musicista e compositore raffinato e di grande levatura. Dopo aver ascoltato l’album, ne siamo certi, anche il signor William Les Paul, ora residente nel paradiso dei musicisti, strizza l’occhio e sorride compiaciuto. 80/100
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Gianluca Galli: Chitarra e basso Anno: 2011 |