“Io ne ho ascoltate cose che voi umani non potreste immaginarvi…”, così si potrebbe parafrasare il celebre monologo dell’androide Roy (Rutger Hauer) nella scena madre di “Blade Runner” per descrivere questo disco dei DyNAbyte.
Uscito nel 2010, l’album 2Kx (sigla che identifica l’anno in questione) è il secondo lavoro del trio composto da LJ Dusk alla chitarra (ex Zona, TSO e 4WD), John al basso (già con i Raza De Odio e i Necrodeath) e dalla vocalist piemontese Cadaveria (leader del gruppo omonimo ed in precedenza vista con Marciume e Opera IX). Il sound è violento e aggressivo (si ascolti la chitarra lancinante in “Cold Wind Of Fear”) e viaggia su ritmiche ossessive e incalzanti (esemplari in questo senso i brani “Artmix”, omaggio al film Matrix, e “Speed”). “I’m Not Scared” è un altro pezzo che non concede tregua, come un folle inseguimento che lascia senza respiro. Il risultato in alcuni frangenti risulta, forse, un po’ freddo e tecnologico, ma quando la componente umana prende il sopravvento, come nella liberatoria “F.T.L.” (sorta di versione moderna e futuristica di “Anarchy in the U.K.”), il disco raggiunge vette altissime. Ascoltando questo pezzo scorre nella mente come un flashback la sequenza di “Blade Runner” in cui l’androide Roy salva l’agente Deckard (Harrison Ford) afferrandogli la mano. Cadaveria si conferma una delle migliori voci femminili in circolazione, riuscendo ad interpretare con naturalezza sia le parti pulite e melodiche (in “Wave” ricorda Patty Smith) sia i passaggi con il cantato scream e growl. Una nota di merito va ai testi, molto curati, ed in particolare va segnalato quello dell’orrorifica “The Mummy”, nella quale il procedimento di bendaggio e imbalsamazione è descritto dal punto di vista del defunto. Un’ultima curiosità, sempre per esaltare l’approccio tecnologico e ultramoderno, la band ha reso disponibile il lavoro anche su chiavetta USB serigrafata, con testi, foto e digital booklet interattivo, che consente di ascoltare l'album e guardare dei video descrittivi di ogni canzone.
DyNAbyte: futuristici, oscuri, post-nucleari e apocalittici, proprio come la Los Angeles rappresentata nel capolavoro di Ridley Scott. 75/100
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Cadaveria: Voce Anno: 2010 |