La peculiarità di David Torn è di essere un chitarrista e compositore singolare, estremamente incline a sviluppare le tecniche necessarie alla attività di registrazione del suono e alle modulazioni che da essa possono essere ricavate, ma poco interessato ad esporsi come virtuoso dello strumento, il che è estremamente interessante.
In realtà, Torn è un eccellente chitarrista, già valorizzatosi con lavori ragguardevoli quali Polytown del 1994 assieme a Terry Bozzio e Mick Karn. Durante un recente tour europeo, Torn è venuto a conoscenza di essere affetto da un tumore al cervello ed è dovuto ritornare rapidamente negli Stati Uniti per le cure necessarie. L'intervento ha avuto buon esito e Torn è in buone condizioni, malauguratamente, tuttavia, il tumore lo ha reso privo dell'udito da un orecchio. Per quanto possa apparire bizzarro, esattamente da quel momento Torn si è risolutamente dedicato alla già accennata intensa attività di manipolazione in studio, il che gli è valso anche il riconoscimento di produttore molto quotato e apprezzato anche da altri amici musicisti. Il suo album SPLaTTeRCeLL: OAH lo vede impegnato in un progetto orientato in direzione dei confini della musica elettronica e sperimentale, questo nonostante David Torn muova abitualmente da sonorità con una precisa fisicità, derivate e ricavate questa volta da strumenti non realmente distinguibili nella loro corporeità. Infatti accanto alla chitarra possiamo identificarlo impegnato con percussioni minute, vari altri strumenti a corda, acquisiti nei suoi viaggi anche da tropicali comunità musicali, ma in particolar modo intento a modulare e modellare i suoi loop, cerchi di sonorità ricavate dalle matrici più eterogenee, esploratore pioniere del sonoro. E' sorprendente constatare come le note di copertina disegnate con simboli oscuri non permettano all'ignaro osservatore (ma la scelta è voluta) di capire chi siano gli strumentisti impegnati nel suonare un dato strumento, ma permette (quantomeno!) di costatare la partecipazione di alcuni batteristi che si avvicendano nei vari pezzi: Matt Chamberlein, Zachary Alford, Geoff Gordon. Fima Ephron, ad esempio, si intreccia in un brano al basso del complice David Fiuczynski in una strategia dei ruoli spiazzante. Il figlio Elijah B. svolge la funzione di orchestratore e di "orecchio suppletivo". Sono poi presenti numerosi contributi dall'esterno con determinate sonorità elargite volutamente o meno da musicisti che operano come produttori di una specie di materia rudimentale che in seguito Torn si impegna a decantare, a modellare e a completare tramite l'elaboratore elettronico, impegno nel quale raggiunge vette ragguardevoli. In questo modo Torn genera undici pezzi dai colori vivi, una sorta di arcobaleno sonoro dal delicato movimento accerchiante, all'interno del quale gli riesce di portarci ad una osservazione attenta e straniante, cambiamenti talora netti, talora impercettibili, nel nome di un minimalismo che appare lontano dal semplice esercizio di virtù. Una nota infine merita la registrazione attentissima e minutamente curata (ne dubitavate?), soprattutto nella valorizzazione di timbriche percussive e suoni bassi, in sostanza è il lavoro appassionato di un fine cesellatore del suono. 70/100
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David Torn: Instrumental stuff, mental stuff, mixing, mastering, samples Anno: 2000 Sul web: |