GOOD STUFF è uno dei dischi più belli prodotti negli anni '90, e uno dei più clamorosamente sottovalutati.
Continuando nel loro ritmo di un disco ogni tre anni, nel '92 i B-52's arrivarono al loro sesto lavoro, il primo dopo l'abbandono di una delle due cantanti, Cindy Wilson, che si aggiunse alla scomparsa di uno dei leader, il chitarrista Ricky Wilson, e soprattutto dopo il successo di COSMIC THING. Tutto portava, e soprattutto ha portato, a vedere in GOOD STUFF un lavoro minore, ma è un clamoroso errore di prospettiva. GOOD STUFF è un album maturo, corposo e ricchissimo, affascinante, avvolgente e coinvolgente, che supera per la prima (e unica) volta i confini del party-rock, peraltro sempre molto ironico, dando alla loro musica un impegno, una serietà malinconica e profonda, in linea coi temi trattati (il destino del pianeta, riflessioni esistenziali, il senso e il destino dell'uomo...), ma senza mai essere pesante, densa o concettuosa. Tutt'altro: è la levità, l'eleganza leggera ed eterea, la cifra stilistica di questa gemma. I primi tre brani sono nel classico B-52's-stile, melodie e ritmi quasi scanzonati, ironici e apparentemente 'leggeri' e scherzosi, anche se da subito si nota una grande ricchezza orchestrale, caratterizzata da una grande precisione strumentale e da un groove, un punch sostenutissimi e quasi travolgenti; una raffinatezza nuova e del tutto diversa dai loro album precedenti. Ma è con la quarta traccia che iniziano davvero le danze di questo album: REVOLUTION EARTH si apre lento e quasi maestoso, la melodia si stende elegantissima crescendo via via di intensità, condotta dalla magistrale interpretazione di Kate Pierson, che cesella una interpretazione raffinatissima, eterea e suggestiva, doppiandosi e ridoppiandosi; il tono del disco sale rapidamente, si fa molto più intenso e drammatico. Come dice Piero Scaruffi, con GOOD STUFF Kate Pierson "è ormai una virtuosa del vocalizzo onomatopeico. La sua influenza sul canto femminile è cresciuta nel tempo. Pierson ha inventato uno stile che sostanzialmente è quello della corista ma portato in primo piano, a far da cantante principale. Il suo è pertanto un canto quasi tutto di contrappunto, e quasi sempre ironico. Il suo registro, inoltre, e` infantile e amatoriale, l'antitesi della cantante virtuosa, ma si prende delle libertà che sono invece di un'audacia armonica con pochi rivali. Nel complesso quest'arte vocale di contrasti, di contraddizioni, di gesti stranianti, ha inventato una 'terza' via al vocalismo femminile: né il gorgheggio aulico, né il canto confessionale, ma una sorta di novelty in contropiede, imprevedibile, fantasiosa, eccentrica." Il suo cantato in questo disco fece immediatamente scuola: gli stessi album di Madonna negli anni '90 derivano direttamente da GOOD STUFF, e REVOLUTION EARTH in particolare ne è il modello più puro. DREAMLAND si stende su un tappeto di cimbali indiani, che fa molto Hare Krishna, ma con un cantato aggressivo e quasi rabbioso a disegnare una bellissima melodia eterea e raffinata. Lo stesso stile del cantato caratterizza anche il successivo IS THAT YOU MO-DEAN?, la sesta traccia, più tradizionalmente rock, ma con un raffinato intreccio tra tastiere e chitarre, che in qualche aspetto ricorda i Talking Heads più maturi. THE WORLD's GREEN LAUGHTER è uno strumentale che inizia come un interludio quasi scherzoso, per poi aprirsi come brano più articolato, più vicino come spirito ai B-52's più tradizionali. VISION OF A KISS, riprende il discorso su un mid-tempo scandito da basso e batteria, su cui si innesta una melodia lenta ma articolata, condotta dalla voce di Kate Pierson, che qui tocca vette assolute di raffinatezza e virtuosismo, doppiandosi in canti e controcanti chiaramente mutuati dalla lezione del Trio Bulgarka (le Voci Bulgare). BREEZIN' si apre con effetto spaziale su cui si inserisce nuovamente un mid-tempo, appena più lento del brano precedente; una chitarra sincopata ancora molto Talking Heads introduce il canto alternato di Fred Schneider e Kate Pierson, che ben presto si lancia ancora in canti doppiati suggestivi, che donano anche a questo brano una levità elegante e avvolgente. La conclusiva BAD INFLUENCE si apre ancora con un effetto spaziale su cui si innesta di nuovo una ritmica incalzante e una chitarra molto anni '70, mentre la melodia è più terrena e rabbiosa, interpretata sia da Schneider che dalla Pierson con grinta e decisione, per poi aprirsi in variazioni e divagazioni suggestive, con rallentamenti del tempo e alleggerimenti dell'intensità che rendono il brano vario e davvero interessante, concludendolo con una sorta di visione più alta e generale, che costituisca la degna e adeguata, dall'afflato quasi universale, conclusione di un album davvero memorabile. 90/100
|
Kate Pierson: voce, tastiere Anno: 1992 |