Home Recensioni Live Angelo Branduardi - Venezia, 3 Settembre 2018

Angelo Branduardi
Venezia, 3 Settembre 2018

Venezia, 03 Settembre 2018 - Teatro Goldoni

Nell’ambito della tournée “The Hits Tour”, che oltre ad averlo portato in giro per l’Italia, lo condurrà anche in Europa, Angelo Branduardi fa tappa a Venezia.

Un concerto senz’altro particolare, questo nella Serenissima, pure se il repertorio presentato è quello di tutti i concerti di questo lunghissimo tour; particolare innanzitutto per i legami che hanno sempre unito Branduardi alla città lagunare, non solo tappa fissa nei grandi tour storici – a partire da quello della presentazione de Alla Fiera Dell’Est, passando per la presentazione della Lauda francescana – ma poi protagonista con le sue musiche del quinto episodio della serie Futuro Antico (Musiche Della Serenissima); non solo, questo è il concerto “di casa” per tre quarti della eccellente formazione che lo accompagna: Fabio Valdemarin (tastiere), Stefano Olivato (basso) e Davide Ragazzoni (batteria) sono infatti veneziani (con tanto di parenti e amici al seguito, cui si aggiunge la solita nutrita schiera di fedelissimi membri della Locanda del Malandrino, il gruppo ufficiale dei fans, in divisa di ordinanza); a completare la formazione è Antonello D’Urso, chitarrista anche nel gruppo di Franco Battiato. E particolare, da ultimo, per la stupenda venue del concerto, lo storico Teatro Goldoni.

Tutto contribuisce a creare una atmosfera rilassata, calda e quasi familiare, nella quale Branduardi si tuffa sciorinando eccellenti versioni dei suoi grandi successi, introdotte da presentazioni sapide e spesso autoironiche. Il tema della tournée è infatti l’esecuzione dei brani più celebri ed importanti del musicista di Cuggiono, ma è subito chiaro che non si tratta della celebrazione di una ultraquarantennale carriera, né della semplice riproposizione di brani storici in una nuova veste ammodernata. Piuttosto, è il piacere, e la necessità, del “fare musica”; nel post concerto, Alice – fedelissima fan che segue con altri membri della Locanda, alcuni provenienti persino dalla Francia, varie tappe della tournée – nota con Davide Ragazzoni come le esecuzioni siano state diverse da quelle del concerto precedente: “Eh certo” è la risposta del percussionista, “così deve essere…”.



Sul palco, Branduardi nota come molti musicisti nutrano un rigetto nei confronti delle loro vecchie cose, ma che questo non è il suo caso. È il destino dei suonatori Jones, in fondo, quelli cui suonare tocca per tutta la vita, e a cui piace sentirsi ascoltare; e Branduardi non si sottrae: notando come “Alla Fiera Dell’Est appartenga ormai alla cultura popolare più che a lui (“se chiedi ad un ragazzo chi sia Branduardi, non te lo saprà dire; ma se accenni al ‘topolino’…”), da sciamano evoca temi e ricordi che appartengono a ciascun ascoltatore, emozionando ad ogni brano il pubblico che alla fine lo ringrazierà con una sentita standing ovation (“Non sono abituato alla retorica, ma un pubblico speciale…” dice quasi di sfuggita ad un certo punto). 
È il potere della musica, che racconta quella parte di noi che non conosciamo, come Branduardi ricorda da sempre: “Musica, sempre musica, e ovunque musica” come narra un brano del 1981. “Solo” musica è da aggiungere: niente orpelli, effetti scenici (a parte le suggestive luci), o ammiccamenti ruffiani; quando è di qualità, quando è musica vera, suonata con intensità, in modo  sentito ma impeccabile, presentata con gusto e semplice ma raffinata eleganza, la musica basta e avanza.
E di musica se ne sente tanta, durante l’ora e mezza abbondante del concerto; brani pescati, come da programma, a piene mani dal repertorio storico. L’inizio è quasi una dichiarazione d’intenti: Branduardi attacca al violino solo la melodia della “Mourisque” di Tylman Susato che subito esplode nel gioioso e quasi selvaggio pieno orchestrale che a sua volta introduce l’ormai classicissimo “Si Può Fare”. La band è perfetta, asseconda e accompagna l’artista in modo impeccabile e discreto; d’altra parte, non suoni con Branduardi, notoriamente esigentissimo, se sei un musicista meno che eccellente…  

Il resto è un crescendo di note ben conosciute e fedelmente eseguite: interpretazioni vibranti, sentite, vitali, di brani che fanno parte della storia personale non solo del musicista, ma come è ben chiaro anche del pubblico; un pubblico attento, partecipe e composito: a spiccare è la presenza di numerose famiglie, genitori di mezz’età con i figli ormai venti o trentenni, evidentemente cresciuti con le musiche di Branduardi; tutti ugualmente partecipi, conoscono e cantano a mezza voce i brani che si susseguono, provenienti pressoché esclusivamente dai tre album classici dell’artista.
Da
La Luna, il brano omonimo, con l’aggiunta di “Gulliver”, proveniente dalla riedizione del 1980; del capolavoro Alla Fiera Dell’Est vengono eseguiti la metà dei brani: “La Serie Dei Numeri”, “Il Dono Del Cervo”, “Sotto Il Tiglio”, “Canzone Del Rimpianto”, oltre naturalmente (“E al grido di ‘Niente vi sarà risparmiato’!” l’ironica presentazione) “Alla Fiera Dell’Est”; da La Pulce D’Acqua, il “Ballo In Fa Diesis Minore” e il brano omonimo, proposto come brano finale, l’apoteosi prima del bis. Uniche eccezioni, dalla colonna sonora di State Buoni Se Potete, “Vanità Di Vanità”; dal francescano L’infinitamente Piccolo, la bandistica e travolgente “Il Sultano Di Babilonia E La Prostituta”, con tanto di Valdemarin alla fisarmonica, e da Il Rovo E La Rosa la rilettura di “Lord Franklin”, preceduta da una “Cadenza”, solo di violino nel quale Branduardi, giocando con il pedale delay, costruisce una struttura armonica via via più ricca e affascinante: senz’altro uno dei punti più alti dell’esibizione.

E dunque, a 68 anni, al 45esimo anno di carriera, Angelo Branduardi continua ad affascinare con una poetica musicale ormai davvero senza tempo; una ricetta fatta di competenza e cultura musicale profondissime, di passione, del tutto al di là delle mode e per questo capace di parlare in modo personale e significativo a ciascuno.

Chi ne avrà occasione, non perda un suo concerto: (ri)scoprirà una qualità musicale realmente unica nel panorama attuale. Basterà sedersi, rilassarsi, e lasciarsi andare lì dove la musica lo porterà.




Angelo Branduardi: Voce, violino
Fabio Valdemarin: Tastiere, fisarmonica
Antonello D'Urso: Chitarra
Stefano Olivato: Basso
Davide Ragazzoni: Batteria

Data: 03/09/2018
Luogo: Venezia - Teatro Goldoni
Genere: Folk, Cantautorato, Prog, Musica tradizionale

 

 

 

 


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