Sono tutti interessanti, gli album dei Firebird ma, tra tutti, "No.3" è quello che può essere certamente considerato fra i più rappresentativi.
L'organico forgia una ricetta che attinge avidamente dal rock blues di matrice bianca, tipico, ad esempio, dei leggendari Free o dei successivi e non meno validi Whitesnake pre "1987", filtrandolo coraggiosamente con la durezza dei Led Zeppelin più riffettari o con la graffiante asprezza degli incisivi "Badlands", supergruppo di Jake E. Lee attentissimo alla lezione settantiana, pur riproposta alla fine degli anni '80. A dirla in breve, proprio di questi ultimi i Firebird potrebbero essere individuati quali naturali eredi (tra gli altri, lo testimoniano chiramente brani come "Cross The Line" e "Off The Leash"), anche considerando l'assenza di una voce tersa quale quella dell'indimenticato Ray Gillen. "No.3" è il disco che dimostra (in misura inversamente proporzionale alla pessima qualità della copertina), come sia possibile proporre, ad anni 2000 inoltrati, un hard rock secco ed incisivo connotato di insopettatibili elementi di novità. Bill Steer testimonia creatività ed estro, profondendosi in esecuzioni ardenti, tipizzate da un groove talvolta volutamente grezzo ("End Of The Day"), come la migliore tradizione seventies doverosamente richiede. Nondimeno, in "Station" e "Long Gone" sembrano rispettivamente fare capolino il groove allegro dei Black Crowes e il sanguigno visceralismo dei Gov't Mule, band, anch'esse, che guardano al passato con rinnovato spirito celebrativo. Istintiva, immediata, diretta, la musica dei Firebird proietta l'ascoltatore verso un universo parallelo, in bilico tra un certo retro-rock spavaldamente anacronistico e un sano misticismo ritualistico di stampo chiaramente primordiale. Quanto appena descritto, peraltro, rivive puntualmente dal vivo, come può testimoniare chi, come chi scrive, ha avuto il privilegio di assistere ad un concerto del gruppo, pur in una differente incarnazione (Roma, 9 Dicembre 2010). E' una vera fortuna che, in poco meno di 11 anni, questa band abbia sfornato la bellezza di 6 album in studio, così come è un peccato che, nel 2007, il chitarrista sia inaspettatamente rientrato nei Carcass, band musicalmente distantissima che si sperava egli si fosse definitivamente lasciato alle spalle e che, tempo due album ancora ("Grand Union" e "Double Diamond", rispettivamente del 2009 e del 2011, entrambi eccellenti), lo assorbirà così tanto da fargli definitivamente archiviare l'avvincente progetto Firebird.
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Bill Steer: Guitar, Vocals, Harmonica Roger Nilsson: Bass George "Jolle" Atlagic: Drums, Percussion
Anno: 2003 Label: Steamhammer Genere: hard rock, rock blues
Tracklist: Cross The Line 4:30 Tumbling Down 2:30 Stoned Believer 3:09 Station 5:58 Hard Hearted 3:23 End Of The Day 4:41 Long Gone 6:17 Off The Leash 6:44 Dream Ride 4:52 Friend 5:10
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