Il prossimo 13 settembre uscirà "Electric Lady Studios: A Jimi Hendrix Vision", box set di 39 tracce (38 delle quali asseritamente inedite) registrate agli Electric Lady Studios da Jimi Hendrix unitamente al bassista Billy Cox e al batterista Mitch Mitchell.
L'opera attinge copiosamente dalle sessions effettuate nel range temporale che va dal giugno all'agosto del 1970, poco prima della scomparsa del chitarrista americano, avvenuta il successivo 18 settembre. Dopo quelle sedute, Hendrix non avrebbe più fatto ritorno nel suo studio con la conseguenza che l'album che vi stava registrando, il successore di "Electric Ladyland", l'ultimo album in studio, rimase purtroppo incompiuto ("Band of Gypsys", uscito negli USA nel marzo di quell'anno e in UK il successivo giugno, era un album dal vivo).
La location Gli Electric Lady Studios - collocati al 52 W. 8th Street del Greenwich Village, a New York - detengono il primato di primo studio di registrazione di esclusiva proprietà di un artista. Inizialmente, "egli immaginò di creare un nightclub esperienziale, ispirato al locale notturno Cerebrum del Greenwich Village, purtroppo di breve durata, i cui clienti indossavano abiti svolazzanti ed erano inondati da luci lampeggianti, immagini spettrali e suoni vorticosi. Hendrix apprezzò così tanto l'esperienza del Cerebrum che chiese al suo architetto John Storyk di lavorare con lui e il suo manager Michael Jeffery per trasformare quello che un tempo era stato il Generation Club in "uno locale elettrico di partecipazione". Poco dopo aver acquisito il contratto di locazione del citato club, tuttavia, il chitarrista fu indirizzato alla creazione di uno studio di registrazione". (1) Tra i tanti artisti che hanno registrato dischi agli Electric Lady Studios, anche dopo la morte del proprietario, vanno citati John Lennon, The Clash, AC/DC, Chic, David Bowie, Stevie Wonder, Taylor Swift, Lady Gaga e Beyoncé.
I brani Dal punto di vista squisitamente musicale, va osservato che molte delle canzoni di Hendrix ivi registrate in quel periodo, sono state effettivamente pubblicate in altre opere discografiche a lui intestate: "Rainbow Bridge" e "The Cry Of Love", entrambi del 1971, "War Heroes" del 1972, i cofanetti "The Jimi Hendrix Experience" e "West Coast Seattle Boy", rispettivamente del 2000 e del 2010, le raccolte "Voodoo Child (The Jimi Hendrix Collection)" e "Experience Hendrix (The Best Of Jimi Hendrix)", la prima del 2002, l'altra del 2017, "People, Hell And Angels" del 2013 e, ovviamente, "First Rays Of The New Rising Sun" del 1997, tentativo piuttosto riuscito di dare vita all'album al quale Hendrix stava lavorando e che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto rappresentare il suo quarto album in studio. Tuttavia, questa è effettivamente la prima volta che una parte di ciò che fu inciso lavorando a quel disco viene riunita organicamente seguendo una sostanziale ratio logica, con l'intento di pubblicarla in un'unica opera discografica. Questo cofanetto va quindi analizzato proprio muovendo i passi dal citato "First Rays Of The New Rising Sun", la cui tracklist fu stilata partendo da mere supposizioni, attesa l'assenza di volontà testamentarie, sostituite da pochi e fin troppo sintetici scritti autografi. Addirittura, anche il titolo non era definito (quello scelto prendeva spunto dal pezzo "Hey Baby (New Rising Sun)", labilmente supportato da estemporanee dichiarazioni dell'epoca fatte da Hendrix nel corso di alcuni concerti e/o interviste). Il musicista, peraltro, era indeciso riguardo alla pubblicazione di un doppio o addirittura un triplo album, in contrasto con la casa discografica che voleva invece un disco singolo, considerato maggiormente commerciabile. Si capisce, quindi, quale sia stata, nel tempo, la difficoltà incontrata dalle molteplici persone che hanno lavorato al materiale di Hendrix, nell'assemblare il "nuovo" album che egli aveva in mente. I 17 brani inseriti in "First Rays of the New Rising Sun" erano stati già pubblicati nei prefati "The Cry of Love", "Rainbow Bridge", "War Heroes". Questi tre lavori, invero, contenevano anche materiale attinto da altre session, circostanza comune anche a "Voodoo Soup", del 1995, con l'aggravante, per l'ultimo citato, che alcuni pezzi ivi inclusi furono pesantemente rimaneggiati (questo disco fu curato da Alan Douglas, produttore discografico statunitense che, per molto tempo, ebbe il controllo sul materiale inedito di Hendrix operando scelte discutibili, come far incidere ex novo alcuni passaggi da nuovi musicisti, oppure inserire cori femminili, accreditandosi peraltro quale co-autore dei brani maggiormente manipolati). Dopo che fu vinta la battaglia legale promossa contro Douglas, il padre e la sorella di Hendrix costituirono la società Experience Hendrix LLC che, in forza del contributo fornito da Eddie Kramer, tecnico originario del chitarrista, riprese l'intero catalogo in termini filologicamente corretti, cercando, se non di interpretare le intenzioni del musicista scomparso (cosa, come detto, assai ardua, non avendo il chitarrista lasciato indicazioni al riguardo), quantomeno di evitare di stravolgerle garibaldinamente, come invece fatto da Douglas. L'opera "First Rays of the New Rising Sun" perseguiva appunto l'intento di dare sostanza a quelle intenzioni. E' certo, per esempio, grazie ad una lista stilata dal diretto interessato, che tra i brani da includere nella ricostruita fatica discografica, dovessero essere compresi "Room Full of Mirrors", "Dolly Dagger", "Angel", "Ezy Ryder", "Cherokee Mist" (tutti poi effettivamente inseriti in quell'album e anche in quello qui recensito, ad eccezione dell'ultimo pezzo, escluso da entrambi per motivi rimasti ignoti). Orbene, nel pubblicare l'opera corrente, non sarebbe stato sbagliato riprendere in forma derivativa il titolo "First Rays of the New Rising Sun", magari inserendo in rubricazione la parola "Sessions", atteso il chiaro scopo del box medesimo di garantire la possibilità di apprezzare, in termini estesi, i lavori prodromici alla realizzazione del fatidico quarto album. Analizzando quindi nello specifico la tracklist di questo attuale titolo, si segnala la take 7 di “Angel", registrata il 23 luglio 1970, invero già pubblicata in passato, ma con sovraincisioni successive alla morte di Jimi effettuate ad opera di Mitch Mitchell, qui invece del tutto assenti (da notare che lo stesso brano è presente in una alternate version remixata circa un mese dopo la morte del chitarrista, destino comune anche ai brani "Bleeding Heart", "Drifting", "Room Full Of Mirrors"). Vanno almeno citati, inoltre, "Valleys Of Neptune" e "Heaven Has No Sorrow" (tratteggiati come demo a quattro tracce, in realtà vere e proprie registrazioni live in studio ad opera del solo Hendrix, quindi documenti piuttosto eccezionali, pur considerando l'acustica non ottima), "Come Down Hard On Me" e "Belly Button Window", impreziosite da arrangiamenti alternativi, "Tune X/In From The Storm", "Astro Man" e "The Long Medley", eseguite live in studio (i brani "Heaven Has No Sorrow", "The Long Medley" e la sola porzione "Tune X" hanno in precedenza trovato posto soltanto in lavori pirata; gli altri, invece, sono stati già pubblicati, pur in differenti versioni, e non tutti registrati nello studio qui largamente menzionato nei seguenti album: "The Cry Of Love" del 1971, "Sound Track Recordings From The Film Jimi Hendrix" del 1973, "Valleys Of Neptune" del 2010, nonché nei già citati confanetti "The Jimi Hendrix Experience" del 2000 e "West Coast Seattle Boy" del 2010, e, neanche a dirlo, "First Rays Of The New Rising Sun" del 1997).
Il Boxset Il confanetto è disponibile in due versioni, 5 vinili o 3 cd con medesima tracklist (a destra, quella della seconda versione), ai quali si aggiunge un Blu-ray con 20 nuovi mix in surround sound 5.1 dell'intero album "First Rays Of The New Rising Sun" più 3 tracce bonus ("Pali Gap", già incluso in "Rainbow Bridge" del 1971, "Lover Man" dal cofanetto "The Jimi Hendrix Experience" del 2000), "Valleys of Neptune" poi inserito nell'omonimo album del 2010), e il documentario che fornisce il titolo al corto (diretto da John McDermott e prodotto da Janie Hendrix, George Scott e McDermott) che descrive la creazione dello studio e riprende filmati, foto inedite, l'analisi dei brani "Freedom", "Angel" e "Dolly Dagger" a cura dell'ingegnere del suono Eddie Kramer, nonché interviste esclusive a Steve Winwood (che si unì a Hendrix la prima notte di registrazione nel nuovo studio), al bassista Billy Cox e ai membri dello staff che contribuirono a realizzare il sogno del musicista. Sempre parlando di contenuti, va infine citato il succulento libretto contenente foto inedite, bozze di testi scritti a mano dal chitarrista e note di copertina dettagliate.
Conclusioni Il filmato è un documento estremamente interessante, con contenuti preziosi che, raccolti e divulgati oggi, esaltano il progetto concreto partorito dal chitarrista. "Aveva una visione musicale con questo progetto, ed è sembrato opportuno mettere in luce non solo la sua musica, ma anche il suo contributo duraturo con gli Electric Lady Studios. Era spinto dal desiderio interiore di costruire una base operativa dove poter registrare tutto ciò che sentiva. Sebbene la sua vita sia stata interrotta prematuramente, molti altri artisti talentuosi continuano a esprimersi all'interno di quelle magiche mura al 52 di West 8th Street”. (2) Questa uscita discografica, tuttavia, a modesto avviso di chi scrive, assume maggiore importanza dal punto vista musicale: per ciò che concerne l'agognato successore di "Electric Ladyland", non potremo mai conoscere le reali intenzioni di Jimi Hendrix, purtroppo svanite con la sua morte. Eppure, si può certamente procedere al recupero del materiale da egli registrato in termini di rispettosa correttezza, cosa spesso non effettuata in passato. In tal senso, questo progetto appare sostanzialmente genuino, in linea con quanto fatto in precedenza curando la pubblicazione di "First Rays of the New Rising Sun", perché cerca di interpretare in maniera sana, sensata, credibile ciò che l'artista si era prefissato in origine, limitando al massimo le arbitrarie e discutibili contaminazioni successive alla sua morte. In sintesi, e concludendo, l'opera in questione può essere considerata non soltanto la versione expanded del citato album, ma anche una testimonianza attendibile e strutturata delle ultime registrazioni in studio mai effettuate dall'artista.
(1) www.deadline.com (2) Janie Hendrix
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Jimi Hendrix: vocals, guitars Billy Cox: bass, vocals Mitch Mitchell: drums, vocals
Anno: 2024 Label: Legacy Recordings Genere: hard rock, psych
Tracklist: DISC ONE: 1) Ezy Ryder [Alternate Mix]* 6/18/70 2) Valleys Of Neptune [Alternate Version]* 6/15/70 3) Straight Ahead [Takes 1 & 2]* 6/17/70 4) Drifter’s Escape [Takes 1 & 2]* 6/17/70 5) Astro Man [Takes 9 & 10]* 6/24/70 6) Astro Man [Take 14]* 6/24/70 7) Drifting [Takes 1 & 2]* 6/25/70 8) Night Bird Flying [Take 25]* 6/16/70 9) Farther Up The Road* 6/24/70 10) The Long Medley [Astro Man/Beginnings/Hey Baby (New Rising Sun)/Midnight Lightning (Keep On Groovin’)/Freedom]* 6/24/70 DISC TWO: 1) Earth Blues [Alternate Mix]* 6/26/70 2) Dolly Dagger [Takes 17 & 18]* 7/1/70 3) Angel [Take 7]* 7/23/70 4) Beginnings [Take 5]* 7/1/70 5) Lover Man 7/20/70 6) Tune X*/Just Came In [Take 6]* 7/22/70 7) Heaven Has No Sorry [Demo]* 6/26/70 8) Freedom [Take 4]* 6/25/70 9) Valleys Of Neptune [Demo]* 6/26/70 10) Come Down Hard On Me [Take 15]* 7/15/70 11) Dolly Dagger [Alternate Version]* 7/19/70 12) Messing Around [Take 17]* 6/16/70 13) Tune X*/Just Came In [Take 8]* 7/22/70 14) Drifting [Alternate Version]* 8/20/70 15) Freedom [Alternate Version]* 7/19/70 16) Belly Button Window [Take 1]* 7/23/70 DISC THREE: 1) Dolly Dagger [Mix 2]* 8/20/70 2) Night Bird Flying [Alternate Version]* 8/20/70 3) Freedom [Alternate Version]* 8/20/70 4) Midnight Lightning*/Beginnings* 7/1/70 5) Straight Ahead [Alternate Mix]* 8/20/70 6) In From The Storm [Alternate Mix]* 8/24/70 7) Bolero*/Hey Baby (New Rising Sun) [Alternate Mix]* 8/22/70 8) Drifter’s Escape [Alternate Mix]* 8/22/70 9) Astro Man [Alternate Version]* 8/22/70 10) Bleeding Heart [Alternate Mix]* 8/22/70 11) Drifting [Alternate Version]* 11/20/70 12) Room Full Of Mirrors [Alternate Version]* 10/19/70 13) Angel [Alternate Version]* 10/19/70 *Previously unreleased
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