Pubblicato nel 1988, "After the War" è un album di graffiante hard rock con fugaci punte di heavy melodico.
Se si esclude il pezzo "Dunluce", che presenta incursioni nella musica celtica (era già successo nel precedente album "Wild Frontier"), questa fatica discografica costituisce l'ultimo caposaldo di musica dura nella estesa discografia di Gary Moore il quale, dall'album successivo, "Still Got the Blues", sceglierà la altrettanto appagante strada verso un rock-blues sanguigno e viscerale che gli permetterà di instaurare eccellenti collaborazioni (da George Harrison a B.B.King, passando, fra gli altri, per Albert Collins, Ginger Baker, Jack Bruce). "After the War" vede la partecipazione di un cast a dir poco stellare: Andrew Eldritch (frontman dei Sisters of Mercy), collabora vocalmente ai brani "After the War", "Speak for Yourself" e "Blood of Emeralds" mentre sparsi un po' ovunque, suonano, tra gli altri, Cozy Powell (Rainbow, Black Sabbath), Don Airey (Ozzy Osbourne, Rainbow), Bob Daisley (Uriah Heep, Ozzy Osbourne, Black Sabbath, Yngwie Malmsteen), Simon Phillips (Who, Toto), Brian Downey (Uriah Heep). L'apice compositivo e creativo è certamente rappresentato dallo strepitoso pezzo "Led Clones", il quale ospita alla voce un magnifico e perfettamente contestualizzato Ozzy Osbourne (i due avevano già collaborato poco prima che l'inglese incontrasse Randy Rhoads): in questo pezzo, lo stile chitarristico e quello vocale dei due professionisti sono perfettamente complementari e lo stesso Ozzy avrà modo di dichiarare che la registrazione di "quella canzone è stata molto divertente ed è stato un onore registrare con Gary". Il pezzo omaggia i Led Zeppelin in maniera intelligente e sensata senza minimamente incedere nella becera clonazione, nonostante lo specifico riferimento presente nel titolo, dovuto alla volontà di Moore di irridere band come i Kingdom Come, all'epoca particolarmente in voga, considerate troppo simili al quartetto inglese. Impossibile, infine, non citare un altro gioiellino, "Blood of Emeralds", ennesimo omaggio all'amico e collega Phil Lynott, scomparso due anni prima (al quale era già stato interamente dedicato il citato "Wild Frontier"). In conclusione, gli album di Gary Moore degli anni '80 sono tutti fondamentali per ogni appassionato di rock duro ma, a dover necessariamente estrarre un paio di titoli da consigliare ad un neofito, la scelta non potrebbe non ricadere sul presente "After The War", a cui andrebbe necessariamente affiancato il seminale "Victim Of The Future" (1983): in entrambi i lavori discografici, il chitarrista è in grado generare il perfetto connubio tra durezza e melodia, senza mai subire il pericoloso pregiudizio dei suoni plastici e innaturali degli anni '80.
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Gary Moore – guitars, lead vocals Neil Carter – keyboards, backing vocals Bob Daisley – bass Cozy Powell – drums Don Airey – keyboards on "The Messiah Will Come Again" "Running from the Storm" and "This Thing Called Love" Laurence Cottle – bass on "The Messiah Will Come Again" Steve Piggott - sequencer bass on "Ready for Love" Charlie Morgan – drums on "After the War" Simon Phillips – drums on "Speak for Yourself" and "Blood of Emeralds" Brian Downey – drums on "Emerald" Chris Thompson – backing vocals on "After the War", "Led Clones" and "Ready for Love" violin on "Led Clones" Ozzy Osbourne – co-lead vocals on "Led Clones" backing vocals on "Speak for Yourself" Andrew Eldritch – backing vocals on "After the War" "Speak for Yourself" and "Blood of Emeralds" Sam Brown, Miriam Stockley – backing vocals on "Ready for Love"
Anno: 1988 Label: Virgin Genere: hard rock, heavy
Tracklist: After the War Speak for Yourself Livin' on Dreams Led Clones Running from the Storm This Thing Called Love Ready for Love Blood of Emeralds
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