Home Recensioni Masterpiece Badlands - Badlands

Badlands
Badlands

Reduce dalla sua esperienza quadriennale con Ozzy Osboune, nel 1988 Jake E. Lee chiama a sé il vocalist Ray Gillen (curiosamente, coinvolto in una breve incarnazione dei Black Sabbath), il bassista Greg Chaisson e il batterista Eric Singer, dando vita ai Badlands, band di Los Angeles autrice di un esordio al fulmicotone che può oggi essere senza dubbio considerato un classico dell'hard rock di matrice settantiana.
Registrato nel maggio 1989 per la Atlantic, l'omonimo esordio riassume in maniera esemplare la lezione del decennio precedente: un cantato squillante estremamente efficace, riff taglienti e accattivanti, ritmiche incessanti, assoli spettacolari. L'opera fonde mirabilmente una certa  attitudine americana - lontanissima, comunque, dalle mode stradaiole, glam e hair metal dell'epoca - con la gloriosa tradizione inglese ben rappresentata da Led Zeppelin e Whitesnake
Il disco non andò oltre la 57ª posizione nella classifica di Billboard, una vera e propria doccia fredda, considerate le aspettative maturate nei confronti del gruppo. 
Nel 1990, subentrato Jeff Martin alla batteria (il defezionario Eric Singer rimane attratto dalle più lucrative promesse riservategli dai Kiss), il quartetto pubblica un secondo album, "Voodoo Highway", altrettanto valido, ancorché proteso verso sonorità più bluesy, sempre in contesti hard rock, che non permette però l'auspicato riscatto. 
Il gruppo comincia ad annaspare: Gillen viene momentaneamente licenziato e poi immediatamente riassunto per completare il tour nel Regno Unito e i Badlands lavorarono ad un terzo album che non verrà pubblicato. Una nuova versione della band (con il meno dotato John West alla voce) durò pochi mesi e rappresentò un epilogo infelice per un gruppo dalle potenzialità elevatissime.
Il vocalist confluirà nei più aggressivi Sun Red Sun - supergruppo composto da Al B. Romano, chitarrista del solo project di Joey Belladonna, dal bassista Mike Starr degli Alice In Chains e dall'ex Rainbow Bobby Rondinelli (poco dopo nei Black Sabbath) - per poi morire di Aids nel 1993: una fine impietosa per un cantante dal talento smisurato, ancora oggi rimpianto dallo stesso Jake E. Lee, nonostante le incomprensioni vissute in seno al gruppo.
Pubblicato postumo nel 1998, il terzo album "Dusk" conferma l'innegabile talento esecutivo e compositivo della band americana, ingiustamente sottovalutata all'epoca, stupidamente dimenticata oggi.




Ray Gillen: Voce
Jake E. Lee: Chitarra
Greg Chaisson: Basso
Eric Singer: Batteria

Anno: 1989
Label: Atlantic
Genere: Hard Rock

tracklist:
01. High Wire
02. Dreams In The Dark
03. Jade s’ Song
04. Winter’s Call
05. Dancing On The Edge
06. Streets Cry Freedom
07. Rumblin’ Train
08. Devil’s Stomp
09. Seasons
10. Ball And Chain



Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.