C'è del buono, in questo spettacolo, e si identifica nei numerosi aneddoti raccontati da Ezio Greggio, con la sua nota e spontanea simpatia, afferenti ai tanti personaggi incontrati nel corso della sua carriera: da Gianfranco D'Angelo a Leslie Nielsen, passando per Enrico Beruschi, Enzo Iacchetti, Vittorio Gassman, Raimondo Vianello, alcuni dei quali imitati anche con inaspettata efficacia. Tolto questo, "Una vita sullo schermo" passa senza lasciare traccia alcuna: un conto è presentare uno show in televisione, senza il peso della diretta e con l'ausilio delle risate registrate in sottofondo, altra cosa è tenere un palco e dominare 800 persone predisposte al divertimento spiccio. Più nel dettglio, tempi comici non rispettati e battute scadenti tipizzano in negativo gli intermezzi di stampo stand-up, mentre gli sketch a vocazione imitativa sono puerili (anche nei costumi, invero assai dozzinali): la parodia di Joe Biden poggia soltanto su una battuta, stancamente ripetuta ad oltranza; quella dedicata a Maria De Filppi si basa soltanto su deboli forzature; la rievocazione di "Asta tosta! Oggetti tosti per tutti i gosti" frana su se stessa, fallendo anche l'obiettivo del piacevole ricordo; lo show canoro dedicato al repertorio di Adriano Celentano è vergognosamente cantato in playback. Quanto sopra riesce appena a lambire una platea che rimane sostanzialmente fredda, rispondendo con tipiede risate, non di rado imbarazzate. Sarebbe ingiusto imputare il fallimento dello show alla sola regia tecnica, pure carente (il testo del karaoke scorre in ritardo rispetto alle musiche mentre almeno due filmati, quelli del postino e del sottomarino, il secondo proiettato due volte, presentano un audio non sincronizzato), mentre è più realistico lamentare l'assenza di una valida spalla, che pesa come un macigno, stante l'incapacità del conduttore di gestire in autonomia lo spettacolo. Nell'intraprendere questo tour teatrale, egli è stato forse allettato dalle potenzialità ascrivibili alla sua immensa popolarità e alla sua riconosciuta verve; tuttavia, questi ingredienti appaiono del tutto ininfluenti al di fuori di una televisione in grado di offrire innumerevoli potenzialità grazie a registrazioni infinite, fino al raggiungimento del ciak definitivo, una conditio che, nel caso in esame, non può invece sottendere ad alcuna funzione vicaria. |
UNA VITA SULLO SCHERMO |