Home Recensioni Live David Ellefson - Roma, Let It Beer, 14 Nov 2019

David Ellefson
Roma, Let It Beer, 14 Nov 2019


Sono molto pochi i bassisti metal destinati ad essere ricordati in termini paritari rispetto ai più osannati colleghi chitarristi.
A doverne scegliere soltanto una manciata, vengono in mente Steve Harris (Iron Maiden), Billy Sheehan (Mr. Big David Lee Roth), Cliff Burton (Metallica) e, senza ombra di dubbio, il gigante David Ellefson dei superlativi Megadeth.
Costui ha più di un merito: a parte la capacità di sopportare pazientemente il carattere non proprio abbordabile di Dave Mustaine, egli manifesta il pregio, quando suona, di farsi sentire bene, e si sottolinea "bene": emerge, si distingue e talvolta primeggia in un band thrash metal, cosa decisamente non facile. La inarrestabile potenza dei chitarristi e batteristi thrash rischia spesso di mettere in ombra il ruolo dei bassisti, frequentemente sommersi dall'irruente e devastante incedere del caterpillar metallaro.
Eppure, negli anni, il Nostro è riuscito a ritagliarsi un postazione di rilievo all'interno dei Megadeth, band che esaspera il concetto di cui sopra grazie ad una complessa costruzione dei brani: nella ormai copiosa discografia di questi ultimi, non si contano più i pezzi nei quali egli spicca, sia come autore, sia a livello tecnico.
A fronte dell'assenza, nella discografia del noto gruppo americano, di un brano come "(Anesthesia) - Pulling Teeth", sono presenti, invece, "Peace Sells...But Who's Buying" o "Countdown to Extinction", dove il basso è a dir poco funambolico, o "Last Rites/Loved to Death", ove le quattro corde primeggiano assieme ad una tastiera, per non parlare di brani come "Dawn Patrol" o "Poison Was The Cure" che, senza il lavoro cadenzato del bassista, non avrebbero motivo di esistere.


(foto Yamile Barcelo)

Si capisce, pertanto, il motivo per cui un gran numero di appassionati dei Megadeth ha letteralmente invaso il locale Let It BeerEllefson è parte integrante di quella band, al punto da spingere Mustaine, nel 2004, a riprenderlo nei ranghi dopo una lite giudiziaria che sembrava avesse pregiudicato definitivamente i rapporti interpersonali tra i due.
Questa osannante premessa, che tradisce una certa idolatria per il musicista statunitense, non preclude a chi scrive l'opportunità di esprimere critiche verso alcune delle scelte che hanno caratterizzato la sua recente uscita discografica, poi riverberate in occasione del recente tour in Italia e Svizzera, per un totale di 9 date.


(foto Annalisa Russo)

A fronte delle innegabili doti tecniche in qualità di bassista, Ellefson purtroppo consegue non esaltanti risultati nelle vesti di cantante, palesando una voce che pare talvolta incerta, fortunatamente circoscritta ad un paio di brani.
Il singer da lui ha prescelto per il suo primo album solista, Thöm Häzäert, anche presente nella formazione live, non ci ha convinti al 100%: costui grida rugginosamente, anche con una certa efficacia, ma lo fa senza tecnica, con il risultato che talvolta appare approssimativo.
Invero, questo stile sarebbe perfetto in altri contesti ma, ragazzi!, la voce graffiante dei Megadeth, i cui brani sono stati largamente eseguiti nel corso della serata, meritava ben altro tributo.         
Impeccabili, invece, le due chitarre e la batteria, italiane al 100%: i Metallica appaiono piuttosto semplici da emulare dal vivo, ma i Megadeth, caspita!, vantano una certa complessità strutturale, ritmica e solista, che fa dannare anche i più esperti musicisti. Ebbene, il trittico di supporters italiani, pescato tra Taranto, Modena e Como (il batterista Paolo Caridi e i chitarristi Valerio Edward De Rosa Andy Martongelli), è parso grandemente all'altezza del compito, manifestando non soltanto piena padronanza dello strumento musicale, ma anche una ottima capacità di gestire il palco.
Detto questo, tra quelli suonati, c'erano sì, pezzi scritti anche o soltanto da Ellefson, ("Dawn Patrol", "Go to Hell", "Liar", "Hook in Mouth") ma si sprecavano quelli a firma del solo Mustaine ("Five Magics", "Wake up dead", "Symphony Of Destruction", "Peace Sells", "The Conjuring"). Ovvio che si poteva e doveva optare per uno dei tanti brani alla cui scrittura egli ha abilmente contribuito (tra questi, preme quantomeno citare "Mary Jane", "Lucretia", "Tornado of Souls", "Architecture of Aggression", "Countdown to Extinction", "Reckoning Day", "Trust").
Apprezzabile, invece, la scelta di includere in scaletta "Go To Hell" (brano tratto dall'ep "Hidden treasures" e incluso nella colonna sonora del film "Bill & Ted's Bogus Journey"), mentre la cover di "Anarchy In The U.K." è apparsa superflua, seppur sempre gradevole da ascoltare.
Da ultimo, delle nuove composizioni, la potente "Vultures" ci è apparsa decisamente all'altezza.



(foto Annita Fanizza)

Per quanto concerne l'organizzazione, ci è piaciuta l'amministrazione del Let It Beer che:
1) a dieci minuti dall'inizio dell'evento, ha intelligentemente riassegnato i tavoli prenotati ma rimasti vuoti, fregandosene dei ritardatari;
2) ha saputo gestire con garbata compostezza i tanti fans in coda per il solito rituale afferente ad autografi e foto.
Il locale spinge per emergere, organizzando eventi che, con rinnovata sollecitudine, interessano personaggi di una certa caratura.  
Non possiamo che appoggiare, entusiasti e colmi di gratitudine.
Bene, bravi, avanti così!


Da sin: Edward De Rosa, Andy Martongelli, Thom Hazaert, David Ellefson e Paolo Caridi.


David Ellefson: Bass, vocals
Thöm Häzäert: Vocals
Andy Martongelli: Guitars
Valerio Edward De Rosa: Guitars
Paolo Caridi: Drums

Setlist:
Dawn Patrol
Five Magics
Go To Hell
Vultures
If you were God
Feel your pain
Wake up dead
Hammer (Comes Down)
Liar
Hook in Mouth
Anarchy in UK
Symphony Of Destruction
Peace Sells
Encore:
The Conjuring


Data: 14/11/2019
Genere: Thrash Metal, Heavy Metal
Luogo: Let It Beer (Roma, Piazzale delle Crociate 26 - Cell: 393 9161158)

 

 


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