Roma, 9 Novembre 2019 - Palazzo dello Sport
Foto per gentile concessione di Simone Cecchetti - Ufficio Stampa Parole e Dintorni
Delle 22 date che costituiscono l'ossatura di "Zero il folle in tour", ben 6 sono romane e tutte sono andate velocemente sold out. Da anni, gli spettacoli di Renato Zero sono privi di quella trasgressione velata di pungente ironia che ha fatto la sua fortuna a cavallo tra i '70-'80. Questa, richiamata sia nel titolo dell'album, sia nel tour che gli fa seguito, è ben lontana dalla follia che lo ha contraddistinto ad inizio carriera, dove egli scioccava, confondeva, forse anche disturbava. Il Renato di oggi - e degli ultimi 30-35 anni - è rassicurante, riflessivo, a tratti assennato. Tuttavia, la sua abilità di coinvolgere, suscitando stati emotivi, evocando ricordi, esaltando impressioni è rimasta del tutto immutata, anzi, nel tempo è certamente andata sviluppandosi.
In tal senso, il nuovo album è un emblema di questa sua attitudine mai persa, di questa sua capacità invidiabile, di questa sua competente padronanza, perché contiene brani di qualità altissima che confermano e, in alcuni casi, addirittura sviluppano all'ennesima potenza queste sue buone attitudini e positive energie. Gli si può perdonare, quindi, l'assenza, nel suo show, di grandi classici come "Mi vendo", "Sesso o esse", "Erotica apparenza", "Spiagge", e anche l'accorciamento, nella durata, di "Niente trucco", "L'equilibrista", "Magari", "Nei giardini che nessuno sa", "Vivo", "Il carrozzone", rispettivamente incastonati in tre lunghi medley. A fronte di queste scelte, che sono anche comprensibili, considerata l'estensione del suo repertorio, vanno segnalati episodi notevoli tratti dall'ultimo album: "Casal de' Pazzi", un doveroso omaggio a Pier Paolo Pasolini nell'anniversario della sua morte; "Questi anni miei", intelligente riflessione sul tempo che avanza effettuata da un quasi settantenne con comprensibile, acceso spirito emotivo ed inaspettato realismo; "Quattro passi nel blu", rafforzata dal passaggio, sul maxischermo, dei nomi dei più grandi cantanti e compositori italiani scomparsi nel tempo, tra i quali, applauditissimi, Lucio Battisti, Pino Daniele, Pino Mango, Domenico Modugno, Franco Califano, Claudio Villa, Giorgio Gaber, Mia Martini, Fabrizio Frizzi, Alex Baroni (soltanto io mi sono accorto dell'omissione ai danni dell'immenso Totò e, da appassionato di prog quale sono, pur colpito dall'inserimento di Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso, dell'assenza di Giorgio D'Adamo dei New Trolls?).
Parlando di nuovi brani, infine, un pensiero particolare corre a "Zero il Folle", che sviluppa, in un certo senso, la riflessione di cui sopra sugli anni che si sommano, priva di scontata nostalgia pur intrisa di spirito malinconico: il brano è accompagnato da un filmato dove, tra innumerevoli immagini di repertorio, l'attuale Renato si confronta con il suo sé stesso giovanile, forse presentato in forma di alter ego, pur in termini necessari (azzeccatissimo il sosia che interpreta il cantante di 40 anni fa): a lui, Renato rivolge parole che sanno veramente entrare nel cuore: "Ero nato per essere niente/Il mio io non piaceva a nessuno", "Non ho mai tradito i grandi esempi tuoi/Riscoprirò i tuoi gesti/La fantasia che è tua", "Ti adoro folle Zero/Io grazie a te vivrò". Non tutto è perfetto: "Madame" e "Triangolo" vedono il nostro totalmente latitante sul palco, esclusivamente interpretate dai coristi, pur impeccabilmente, in un clima quasi gospel. Tuttavia, costoro, e sembra superfluo rimarcarlo, sono insufficienti, pur essendo otto nel numero, a sostituire un solo numero, lo Zero, l'unico vero protagonista della serata.
E' pur vero che questi due brani, equamente e strategicamente ripartiti tra i due tempi dello show, hanno permesso al nostro - che, ricordiamolo, ha appena compiuto sessantanove anni - di riprendere il fiato, cosa a dir poco necessaria considerando la durata dell'intera performance (più di due ore e trenta), e i numerosi cambi di abito (ben 18). Parlando ancora di un aspetto negativo, molto negativo, va certamente segnalato che i tre maxi schermi che giganteggiano sul palco (uno centrale e due laterali) non incedono mai sull'artista, limitandosi a proiettare immagini e filmati di puro condimento nonché l'orchestra sinfonica diretta dall'immancabile Maestro Renato Serio, purtroppo tutti virtuali, con il risultato che i bellissimi, coloratissimi, sfarzosissimi costumi di scena non sono ben visibili ai frequentatori dei tre anelli: una disattenzione verso i fan con minore disponibilità di denaro che, da Renato, proprio non ci aspettavamo.
|
|
Data: 09/01/2019 Luogo: Roma - Palazzo dello Sport Genere: Pop
Setlist: Prima parte Il mercante di stelle Per non essere così / Niente trucco / Artisti / L'equilibrista Mai più da soli Viaggia Cercami Emergenza noia Sogni di latta Che fretta c'è Dimmi chi dorme accanto a te Questi anni miei La culla è vuota Magari / Ho dato / Fermati / Ed io ti seguirò / La tua idea / Nei giardini che nessuno sa Figli tuoi Madame Chi Via dei martiri
Seconda parte Vivo / Uomo no / Non sparare / Il carrozzone Ufficio reclami Triangolo Si sta facendo notte Rivoluzione Quanto ti amo Tutti sospesi Quattro passi nel blu La vetrina Amico assoluto
Encore Casal de' pazzi Zero il folle Il cielo
|