Non esattamente "un tributo ai simboli della comicità", come recita la sinossi ufficiale, il nuovo spettacolo di Antonello Costa, ma certamente uno show efficace, perfettamente in bilico tra risata da osteria e vago surrealismo da strada. "Il principe del varietà" vanta più di un merito: sottolinea, innanzitutto, e fin dal titolo, il primato di un artista cabarbiamente ancorato ad un format, quello del varietà, che pare oggi tristemente dimenticato dalle nuove generazioni di comici, così come dalla tv e dallo stesso teatro. La sequenza di numeri e attrazioni di generi diversi volutamente svincolati tra loro (imitazioni, danze, farse clownesche, canzoni e altro ancora), nasce effettivamente come evoluzione di altre forme di spettacolo (café-chantant, burlesque, circo, ecc.), ma funge innegabilmente da ispirazione per tipologie più attuali di comicità ed intrattenimento. La capacità, ad esempio, di bucare la quarta parete ostentata dagli artisti più specifamente votati alla stand-up comedy, nasce proprio dal varietà, che il pubblico lo coinvolgeva a tutto tondo, dalla ricerca smaccata della complicità, alla denigrazione di un singolo soggetto, individuato quale ingenuo ed incosapevole malcapitato di turno. L'artista siciliano dimostra, anche con questo spettacolo (chi scrive lo aveva già apprezzato l'anno scorso in "Costa Power"), di saper agevolmente navigare in questo alveo artistico, dimostrando grande versalità ed immuttata efficacia, specie nelle gag "Don Antonino", carica di black humor, "Chaplin/Jackson", una miscela straordinaria di diversi stili di danza, e "L'andrologo", efficace commedia degli equivoci giocata sul filo dell'allusione senza mai interessare il turpiloquio (non a caso ritenute le più efficaci anche dal pubblico in sala, chiamato espressamente a votare con il proprio cellulare), alle quali fanno seguito a stretto giro la visionaria assurdità di "Dante" e l'omaggio canoro ai tanti personaggi capitolini (Ettore Pretolini, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Claudio Villa, Gigi Proietti) o, qualora nati altrove, a coloro che di verace romanità sono risultati intrisi fino al midollo (Nino Manfredi e Franco Califano). Come d'abitudine, l'artista sale sul palco in compagnia della sorella Annalisa (comica, imitatrice e ballerina) e, soprattutto, di Gianpiero Perone, che qui abbandona del tutto i suoi efficaci personaggi Romeo Pastura, Principe Cacca e Bill Gates (portati al successo in trasmissioni blasonate come Zelig, Colorado e Quelli che il calcio), per dedicarsi esclusivamente al ruolo di impacciato presentatore e di insostituibile spalla (impossibile non richiamare, al riguardo, la sua efficacia nel già citato sketch "L'andrologo"). Un corpo di ballo multicolorato - costituito da quattro donzelle avvenenti e frizzanti - è l'ultimo ingrediente di un archetipo intrattenitorio estremamente variegato e assai efficace, qui lontanissimo dall'essere archiviato per motivazioni anagrafiche. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 10 maggio 2024. |
Il principe del varietà di Antonello Costa Nuovo Teatro Orione |