Altra validissima band di AOR, purtroppo semisconosciuta ai più.
Gli Steeplechase nascono nel 1975, per volontà di Kevin Brenner, in forza alla CTA (Creative Talent Associates) una delle tante agenzie che, negli anni '70, promuovevano musica nei club nel nord ovest degli Stati Uniti. L'agente costituisce un organico di pregio, coinvolgendo il batterista Vinny Conigliaro, il bassista Bob Held e il chitarrista Tony Summo, tutti validi ma sconosciuti musicisti, molto apprezzati localmente. Reclutati due cantanti, uomo e donna, i cinque si votano ad un pop/commerciale principalmente dedito a cover di Beatles, Elton John e Peter Frampton. Liquidati i due gregari e coinvolto il frontman Eli Holland, il gruppo scrive materiale originale prevalentemente influenzato da Bad Company, Led Zeppelin e Jimi Hendrix. Il repentino abbandono del singer non ferma il trio che, incisi sette brani destinati all'esordio discografico e ancora senza un contratto, assolda, dopo innumerevoli audizioni, il frontman Joe Lamente, artista che determina il definitivo orientamento del sound verso un efficace AOR, sublimato da una pregevole stratificazione vocale alla quale contribuiscono anche Held e Summo. A questo punto, ci sono tutte le premesse per lanciare Steeplechase verso il successo: nel 1979, a Manhattan, presso l'allora piuttosto noto club The Great Gildersleeves, gli Steeplechase sono gli headliners e per loro aprono i Mercy, ove milita Richie Sambora, futuro Bon Jovi; sempre nello stesso anno, la EMI si mostra interessata al combo, ma la trattativa fallisce e, due anni più tardi, i quattro ripiegano sulla sconosciuta Big City Records, label dietro alla quale si cela probabilmente l'autoproduzione (non risulta, infatti, che la stessa abbia pubblicato materiale per altre band). L'album - venduto principalmente nei negozi di dischi locali e durante i concerti - passa pressocché inosservato pur proponendo un rock di classe, in grado di offrire un sound accattivante e coinvolgente, non inferiore a quello di realtà AOR molto più blasonate. A titolo di esempio, "My Mind's Made Up" amplifica la formula vincente adottata dai Toto in "St. George and the Dragon" e "I'll Supply the Love", mentre l'intro cadenzata e adrenalinica di "Shangri-La" e la melodia trascinante di "Only You Love Only Me" richiamano rispettivamente i Triumph più sferzanti e i Journey a vocazione arena. Tracce di funky rock si rinvengono in "Only Human" e "Rock & Roll Appetite" e il Giuffria più ispirato esercita chiaro ascendente su "Find Your Way Home", ove sono presenti le tastiere magniloquenti di Joe Mennonna, ospite altrettanto sconosciuto ma non meno valido degli altri. E se l'errata trascrizione del nome di quest'ultimo (talvolta riportato come Mennona), non fa che confermare la matrice indipendente e casareccia dell'opera discografica, la produzione impeccabile non si dimostra per nulla inferiore a quella dei gruppi famosi sopra citati (a ben vedere, infatti, tra i produttori del disco, compare anche Bob Held, poi al servizio, tra gli altri, di artisti del calibro di Riot, Billy Squier, Alice Cooper, Joe Bonamassa, addirittura i Deep Purple di "Slaves And Master", per i quali è co-autore di un brano assieme a Joe Lynn Turner). Dopo aver aperto per Zebra, Twisted Sister e David Johansen dei New York Dolls, il gruppo patisce l'abbandono di Lamente, subito sostituito da Matthew Hill, con cui incide "It's Not Safe For Me Here", brano che vede schierato anche un secondo chitarrista (Mark Hitt, in seguito al servizio di John Entwistle degli Who e Leslie West dei Mountain), e che verrà incluso nella compilation newyorkese "New York Rocks '84", edita dalla The Apple WAPP FM 103.5 (una delle innumerevoli stazioni radiofoniche che pubblicavano raccolte di artisti sconosciuti promossi via etere). Il successivo abbandono di Summo, definitivamente sostituito dal citato Hitt, riconduce la band allo standard del quartetto, ma una trattativa sfumata con la Nemperor Records, sussidiaria della più nota Columbia, decreta la definitiva battuta di arresto, che avviene nel 1984. Nel 1997, la High-Vaultage, label tedesca con un catalogo esteso che include le più disparate band hard rock e heavy metal (tra le quali Praying Mantis, Angel Witch, Samson, Diamond Head, Point Blank e Riot), ristampa in cd l'album di debutto degli Steeplechase, impreziosito dal citato "It's Not Safe For Me Here" e da 6 brani inediti, di cui uno inciso dalla formazione originaria (Lamente/Summo/Held/Conigliaro), cinque da quella successiva (Hill/Hitt/Held/Conigliaro), purtroppo protesa verso il fastidioso synth pop tipico di metà anni '80, pur incuneato nell'immancabile tessuto AOR, comunque non abbandonato del tutto. |
Joe Lamente: vocals (1-9, 16) lp |