Roma, 27 Ottobre 2016 - Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli James Senese copre un range musicale piuttosto esteso, nel corso delle sue profusioni live, passando con una certa disinvoltura dal cantautorato impegnato al funk-jazz furioso ed istrionico.Con una formazione blasonatissima - composta da tre dei membri che accompagnarono Pino Daniele nell'album "Nero a metá" (almeno due di essi, peraltro, in altri storici album di quello stesso periodo) - il Nostro rilegge oggi un percorso discografico iniziato nel 1975 con il seminale "Napoli Centrale", della band omonima (anche se egli inizia a suonare fin dagli anni '60, con Vito Russo e poi con gli Showmen), prosegue con "Mattanza" e "Qualcosa ca nu' mmore", passa per i suoi dischi solisti del decennio successivo ("James Senese", "Il passo del gigante", "Alhambra", "Hey James"), fino a giungere ai lavori più recenti, ormai quasi tutti editi sotto la sigla "James Senese Napoli Centrale", essendosi sempre trattato, gruppo o individuo, della medesima entità artistica. A pochi mesi dalla pubblicazione di "O’ Sanghe", suo ultimo disco in studio (vincitore del premio Targa Tenco 2016 per il miglior album in dialetto), l'artista napoletano sbarca a Roma, nella prestigiosa sede dell'Auditorium Parco della Musica, presentando una scaletta di tutto rispetto, strutturata in quasi due ore di musica che vede nella manciata dei brani centrali ("'0 sanghe", "Tutto e niente", "Viecchie, mugliere, muorte e criaturi", "Campagna") il picco artistico dell'intera serata. Nondimeno, un'altra vetta, stavolta emotiva, è stata raggiunta con l'esecuzione di "Chi tene 'o mare", brano, viene precisato con commozione, espressamente "richiesto" da Pino Daniele e brano che - sottolinea con enfasi chi scrive - soltanto James Senese e la sua band attuale possono effettivamente suonare. L'ossatura della formazione che al servizio del cantautore eseguì quel pezzo nel lontano 1979, infatti, è quella che sul palco oggi si presenta sotto la sigla Napoli Centrale: Gigi De Rienzo al basso, Ernesto Vitolo alle tastiere, Agostino Marangolo alla batteria e lo stesso James Senese. Effettivamente, manca soltanto il compianto Pino. Null'altro da aggiungere se non che quest'ultimo non sarebbe affatto esistito, artisticamente parlando, se non ci fosse stato il sassofonista, che lo accolse come entuasista bassista, fin da giovanissimo, nell'organico dei citati Napoli Centrale. Se si esclude l'unico passo falso della serata (infelice la scelta di piazzare in apertura del setlist il brano " 'O Nonno mio", bellissimo e suggestivo, ma troppo intimista per dare il via alle danze) e l'inopportunità di collocare Maldestro come artista di spalla (bravo è bravo, non lo neghiamo, anche se un tantino altezzoso, ma cosa c'entri Senese con il cantautorato in bilico tra De Gregori, De André e Bennato proprio non si è capito!), la serata ha offerto un saggio di altissima cultura partenopea e mirabile funky jazz d'annata, per niente scalfiti dai 70 anni suonati in carico al vulcanico fiatista. NB: si ringrazia il fan club ufficiale per aver contribuito alla compilazione della tracklist. |
James Senese: voce, sax Data: 27/10/2016
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