Corre l'anno 1975 e i Napoli Centrale, costituiti dal sassofonista James Senese ex leader degli Showmen e Franco Del Prete alla batteria, danno vita al loro primo lavoro dal titolo omonimo.
Assieme ai due figurano anche Mark Harris al piano e Tony Walmsley al basso. La partenza è bruciante, il gruppo si attesta come una delle più singolari figurazioni della musica tardo-progressiva in Italia. Infatti James Senese e compagni in questo album sono capaci di mescolare tracce della musica popolare napoletana, prova ne sia il ricorso al dialetto in tutte i pezzi, con un colto sound jazz e rock: ne consegue un lavoro nel quale melodia e raffinatezza lo rendono ancor'oggi stagliato ed intensamente godibile, ricolmo di suoni intensi e tecniche musicali articolate, il tutto associato ad un impegno culturale notevole, ben evidente nel messaggio rivoltoso proprio di quegli anni. L'album presenta alcuni pezzi, tra i quali "Campagna", tradotto anche nel formato 45 giri, destinati a divenire minuti classici nell'alveo musicale giovanile dell'epoca. Proprio "Campagna", risulta folgorante grazie ad un accompagnamento di pianoforte elettrico bruciante, e alla presenza di un sax dalle sonorità che richiamano in alcuni punti tributi vistosi al miglior Coltrane. Clima soffice in partenza e fiati in enorme evidenza in "‘A gente e Bucciano", probabilmente la traccia più intensa dell'intero disco. La sezione ritmica è serrata grazie al drumming roccioso di Franco Del Prete e al sottile ma solido contrabbasso di Walmsley. L'impegno è esclusivamente strumentale nel pezzo "Pensione Floridiana", nel brano riecheggiano le "ambientazioni" musicali proprie della black music dei primi anni settanta, e sonorità di raffinato gusto. "Vico Primo Parise n. 8" presenta la ritmica più complessa e sostenuta di tutto l'album, nella quale svetta il piano di Mark Harris, che si fonde intensamente con il sassofono di James Senese in un matrimonio sonoro incantevole. "Viecchie, mugliere, muorte e criaturi", è brano di sicura incisività sociale, al suo interno le potenzialità vocali di Senese hanno modo di liberarsi assieme alle meritevoli qualità di interpretazione. La conclusione dell'ottimo disco è affidata al pezzo "‘O lupo s'ha mangiato 'a pecurella" in cui le strutture musicali liquide e misteriose della traccia di inizio, completamente strumentale, lasciano spazio ad un finale nel quale i Napoli Centrale, che riproducono le urla villane e le sonorità inconfondibili e stranianti di un mercato partenopeo, ripetono, con ossessiva e angustiante cadenza, il titolo del pezzo, portando verso la conclusione un album segnalabile tra i più brillanti esordi musicali italiani. di Paolo MarchegianiLa formula dei Napoli Centrale ingloba tecnica, rabbia, estro, improvvisazione, e si concretizza in un esordio inarrivabile per altre formazioni del periodo, pur molto valide (come Perigeo e Baricentro, ad esempio). Il gruppo (un’alchimia costituita da radici americane, inglesi e partenopee) propone la formula perfetta: musica popolare incastonata abilmente in un jazz-rock dalle contaminazioni funky e blues, con testi cantati in lingua napoletana che affrontano in maniera esplicita problemi sociali. di Gianluca Livi
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James Senese: Sax, voce Anno: 1975 Sul web: |