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Chickenfoot
Pistoia, 3 Luglio 2009

Pistoia, 3 Luglio 2009 - Piazza del Duomo - Pistoia Blues Festival

Servizio fotografico

Giovedi 2 Luglio Franco Battiato ha aperto ufficialmente la 30esima edizione del Pistoia Blues, ma senza nulla togliere ad uno dei migliori esponenti della musica italiana, I più attesi di questa edizione di uno dei festival più longevi d’Italia sono i californiani Chickenfoot, quelli etichettati generalmente come il “nuovo supergruppo di Joe Satriani”.

Quando arrivo verso le 17.30 in Piazza Del Duomo intravedo nel backstage il corpulento bluesman di colore Alvin Youngblood giocare col piccolo figlio ed il chitarrista pistoiese Lorenzo Del Pero fare il soundcheck, in un clima torrido ma disteso, dove già si respira l’atmosfera magica che si realizzerà la sera. In disparte, colmi di emozione, ci sono i giovanissimi Radio Hell, primo gruppo toscano a vincere il contest inerente alla manifestazione, dal titolo Bluesin. Ma dei Chickenfoot, nessuna traccia, se si esclude qualche roadie che ogni tanto si affaccia per controllare che tutto vada per il meglio (abbiamo provato a chiedere di incontrare la band, ma senza nessun risvolto positivo).
Nei giorni precedenti al Pistoia Blues tra i fan di Sammy Hagar e co. c’era un pizzico di apprensione, dato che nella data parigina il batterista Chad Smith si era infortunato al bicipite del braccio destro, facendo saltare alla band il concerto di Madrid previsto per il primo luglio. Allarme rientrato ben presto: i Chickenfoot non potevano esimersi dall’esibirsi in Italia, terra che ha accolto alla grande il loro disco d’esordio.

Radio Hell

Sono le 18.40 e finalmente i Radio Hell con il loro Sleazy Rock aprono ufficialmente la giornata, con già una buona cornice di pubblico (con i cancelli aperti 10 minuti prima). Visibilmente tesi per la grande occasione capitata, dopo un inizio stentato dovuto all’emozione, sul finale si riprendono guadagnandosi anche degli applausi meritati, pur riuscendo ad esiguire solo 4 pezzi. A ruota arriva cosi un giovane chitarrista di casa: Lorenzo Del Pero. Cappello da cowboy e gilet nero, pur mostrando una certa timidezza nel presentarsi, quando inizia il suo Blues carico di elettricità e refrain al limite dell’Hard Rock (si potrebbe azzardare un paragone con Rory Gallagher, per rendere l’idea) si trasforma in un buon animale da palco, risultando a parere del sottoscritto, la rivelazione assoluta della giornata. In autunno uscirà il suo primo disco solista, da tenere sott’occhio.

Lorenzo Del Pero

Poi è il momento dell’inglese Guthrie Govan che accompagnato per l’occasione da Dave Kilmister, un altro grande talento delle 6 corde, ha saputo rapire il pubblico di Pistoia (nel frattempo sono le 19.30 ed in Piazza Del Duomo il numero di persone è cresciuto notevolmente rispetto all’ora precedente) grazie ai suoi suoni che incorporano i più svariati generi musicali: dall’Heavy Metal alla Fusion passando per Blues e Jazz, niente sfugge alle trame chitarristiche di Govan. Bravo ed anche molto simpatico, interagirà molto con in presenti dimostrando anche ottima personalità e simpatia.

Guthrie Govan

Alle 20 è il momento della piccola ma energica chitarrista di Atlanta Kaki King, che si è messa in luce lo scorso anno col l’ottimo album Dreaming Of Revenge e qui in una veste insolita per chi magari la conosce solo su disco: un Post Rock pieno di chitarre liquide e riff robusti, con la sua chitarra che le avvolge completamente il esile corpo ma che fa da perfetta estensione ai suoi pensieri. La sua esibizione, quasi completamente strumentale terminerà col sole che lascia lo spazio al blu della sera.

Kaki King

Blu che accoglie Alvin Youngblood Hart, eclettico artista di colore californiano che spazia con la sua ottima band tra Rock, Reggea e Funk con grande naturalezza, coadiuvato da una voce calda e melodica. Grande professionalità e cuore, riuscirà in meno di un ora a sciorinare un concerto pregevole senza alcuna sbavatura.

Alvin Youngblood Hart

Ci siamo ormai, il momento e vicino: adesso tocca agli Heavy Trash, nuovo progetto rockabilly dell’instancabile Jon Spencer, famoso a molti per i suoi Blues Explosion ma meno noto per questo progetto che è a conti fatti, un vero tuffo nelle radici del Rock’n’Roll. Pur dimostrando poco varietà nella proposta (la sensazione è che invece di 15 pezzi, ne abbia suonato uno solo da 50 minuti), il suo carisma e grande mobilità sul palco trascinerà bene il pubblico ormai in spasmodica attesa per i Chickenfoot tra Rockabilly, Surf Pop e qualche eco Punk.

Jon Spencer Heavy Trash

Intorno a me cominciano a farsi notare ragazzi con le magliette dei Red Hot Chili Peppers e dei Van Halen, qualcuno ha pure tatuato il logo di quest’ultimi sulla spalla, segno che aldilà dell’ottimo bill presentato per questa prima giornata ufficiale del Pistoia Blues 2009, i più attesi sono loro: i Chickenfoot. La crew della band comincia a portare on stage l’amplificazione (su una cassa anche l’ ormai famosa zampa di gallina) ed il microfono rosso fuoco di Hagar, con tanto di asta flessibile dalla forma molto curiosa simile ad un artiglio di qualche insetto. Con ampio ritardo, le luci si abbassano, una musica di sottofondo che si fa sempre più forte, il fumo avvolge la platea ed eccoli: Joe Satrian, Sammy Hagar, Micheal Anthony e Chad Smith sono sul palco tra gli applausi ed il delirio! Ognuno si prende la sua fetta di palco e si parte subito senza fronzoli col pezzo che apre anche il loro disco d’esordio dal refrain esotico: “Avenida Revolution”. Poi è il momento del riff secco e contagioso di “Soap On A Rope” ed ancora senza pausa arriva la sensuale “Sexy Litlle Thing” (meglio qui che su CD).

Chickenfoot

La band dimostra una grande forma fisica, con Anthony che si muove forsennato maltrattando il suo basso ad una parte all’altra e con Satriani sempre sorridente e che di tanto in tanto suona la sua chitarra con i denti facendo esplodere i presenti; pure Hagar, “l’anziano” della combriccola, pare essere tornato indietro di 20 anni e salta, sorride e percuote il suo corpo in danze forsennate. E’ solo Rock’n’Roll potrebbero dire i detrattori, ma noi potremmo rispondere che ci piace cosi! La prima standing ovation arriva con l’antemica “Oh Yeah”, primo singolo della band che viene cantato ad unisono dalla folla, e la più terremotata e tirata, la versione di “Get It Up” qui proposta, risulta quasi superiore alla sua controparte in studio (con tanto di coda finale a citare “Foxy Lady” di Hendrix). In “Down The Drain” Chad Smith esibisce il suo talento e foga nella parte finale (alla faccia della vistosa fasciatura sul braccio), ma a sorpresa di tutti, la band salta ben 3 pezzi dalla tracklist dell’album ed arriva subito alla bellissima “Future In The Past” (qui il protagonista è Joe Satriani, col suo assolo colmo di phatos e grande tecnica).

Chickenfoot

La band pare già lasciare il palco, con i singoli componenti che lasciano i propri strumenti ai roadie, ma poi Chad Smith si avvicina al microfono e chiede al pubblico quanti pezzi vuole ancora sentire (“one, two or tree another songs?”). Inutile dire quale sia stata la risposta della platea, ma alla fine i Chickenfoot si limiteranno a proporre la cover della corrosiva “Bad Motor Scooter” , successo dei Montrose di inizio anni ’70, quando Hagar era nella band e stop. Tutto è finito, tra litri di sudore, felicità e grande euforia..troppo presto però. A voler cercare un punto negativo del tutto appunto, si può solo dire che il concerto di questi 4 cavalieri dell’Hard Rock sia durato pochissimo (appena 70 minuti), ma per il resto il loro show è stato un concentrato di grandi emozioni e belle canzoni, semplici ma di grande presa, dimostrando grande passionalità e dedizione. Saranno della vecchia scuola ok e si dimostrano spesso come dei semplici mestieranti, ma hanno una verve superiore a tanti loro colleghi che hanno la metà dei loro anni ed alla fine si sa, la loro musica guarda al passato, vedendo però bene cosa gli aspetta in futuro. Applausi.

I said, oh, watching, never heard it all, one by one, though I'd find.. Melitng down, soon I hit the ground ,up so fast..The future in the past!

 

 


Sammy Hagar: Voce
Michael Anthony: Basso
Chad Smith: Batteria
Joe Satriani: Chitarra

Cast Completo del Pistoia Blues:
Radio Hell
Lorenzo Del Pero
Guthrie Govan Band
Kaki King
Alvin Youngblood Hart
Jon Spencer Heavy Trash
Chickenfoot

Data: 03/07/2009
Luogo: Pistoia - Piazza del Duomo
Genere: Hard Rock

Setlist:
01. Avenida Revolution
02. Soap On A Rope
03. Sexy Little Thing
04. Oh Yeah
05. Get It Up (in coda accenno a "Foxy Lady" di Jimi Hendrix )
06. Down The Drain
07. Future In The Past
08. Bad Motor Scooter (cover Montrose)

 

 

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