“Thick As A Brick” è il mio album preferito dei Jethro Tull, ancor di più di “Aqualung”, è il disco più prog, una lunga suite fantasiosa e ricca di sfumature, dove le parti acustiche e folk si fondono alla perfezione con il rock progressivo e con l'hard rock e dove il flauto di Ian Anderson dipinge scenari fiabeschi.
Lo scorso anno per il quarantesimo anniversario, Ian Anderson ha dato un seguito alla vicenda di Gerald Bostock e “Thick As A Brick 2”, uscito nel 2012, ha dato modo di poter riascoltare dal vivo anche tutto “Thick As A Brick”. Nell'anno appena trascorso, Ian Anderson, senza Martin Barre, ricostruisce una sorta di Jethro Tull, apostrofandolo ed aggiungendoci il suo nome, sempre per evitare di discutere sui diritti del nome. Gira così il mondo suonando i due album per intero, in una forma anche teatrale con video e con l'aiuto alla voce di Ryann O'Donnell, che si calza anche nelle vesti di attore e mimo. “Thick As A Brick” è sempre spettacolare e “Thick As A Brick 2” ne regge bene il confronto, anche se con le dovute differenze. La voce di Anderson è da svariati anni che non è più la stessa, ma al flauto è veramente strepitoso ed insuperabile ed è coadiuvato da una band veramente all'altezza con le parti chitarristiche di Florian Opahle, degno successore di Barre, con le fantasiose sonorità delle tastiere di John O'Hara. Thick As A Brick Live In Iceland è un ottimo concerto e chi come me è riuscito a vederlo nel suo passaggio italiano, sicuramente apprezzerà e per chi invece non c'era è una ghiotta occasione per poter riascoltare i due “Thick As A Brick” completi. 89/100
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Anno: 2014 |