Home Recensioni Live Jethro Tull - Pistoia, 5 Luglio 2008

Jethro Tull
Pistoia, 5 Luglio 2008

Pistoia, 5 Luglio 2008 - Piazza del Duomo
Servizio fotografico a cura di Stefano Rondelli

Per la serata inaugurale e anticipativa della 29° esima edizione del Pistoia Blues, sbarcano per l’ennesima volta nella provincia toscana i Jethro Tull, capitanati dal folletto folk Ian Anderson e nuovamente in tour per celebrare i 40 anni di carriera: era infatti il 1968 quando fu rilasciato This Was, disco che diede inizio all’avventura musicale della band di Blackpool. L’atmosfera in Piazza Del Duomo è delle migliori fin dal tardo pomeriggio: la gente riempie le tribune e le poltrone sistemate a pochi metri dal palco in pochissimi minuti nonostante il non bassissimo costo del biglietto di quest’ultime, colorando la piazza con magliette di vario tipo: si va da quelle azzurre ufficiali del 40° esimo anniversario a quelle con la copertina di Aqualung e Thick Is A Brick, per concludere con una strepitosa che ritrae Ian Anderson al posto del drugo Alex di Arancia Meccanica nel logo del film.

Sono le 21.40 circa quando lo speaker della manifestazione ringrazia i presenti ed annuncia che il set della band inglese sarà spezzato in due con una pausa di 20 minuti nel mezzo; dieci minuti più tardi, con le luci che si abbassano di intensità diventando verdi fluorescenti arrivano sul palco Barre, Goodler, O’Hara e Perry che attaccano subito forte con “My Sunday Feeling” seguiti dal boato che introduce la corsa verso il microfono di Anderson, andando a ripescare da subito nel passato più remoto del loro repertorio. Si prosegue sulle note del classico “Living In The Past”, dove il cantante comincia con le sue coreografie da menestrello del rock saltellando da un lato all’altro del palco, concludendo con la sua gamba destra alzata fino al ginocchio della sinistra, riproponendo un classico popolare nell'immaginario della band. Per tutta la prima parte del concerto cosi la scaletta si concentra solo sulle canzoni dei primi album , da “Song For A Jaffrey” dedicata allo storico bassista Jeffrey Hammond, all’interno del combo nei suoi anni di maggior successo e proseguendo con la splendida “We Used To Know” in medley a “With You There..” dedicata al “più grande gruppo rock della west coast: gli Eagles”.
Momenti più ricchi di melodia e refrain accattivanti con “Too Old To Rock’n’Rool” estratta dall’omonimo album del 1976 che mette in evidenza gli assoli blues di Barre, che solo in qualche circostanza, quando si sposta dalla sua postazione per avvicinarsi ai bordi del palco, riesce ad attirare l’attenzione in pieno dei presenti rubando cosi la scena ad Anderson. Prima della pausa dichiarata arriva cosi “Nothing Is Easy”, ennesima splendida performance estratta ancora una volta dall’album Stand, che alla fine del concerto sarà riprodotto quasi per intero.

Al rientro, si riparte forte con in sequenza “For 1000 Mothers”, “Dharma For One” e con la sorpresa “Rocks On The Road”, brano del 1992 che nella location pistoiese ha visto la presenza al microfono della cantante nostrana Alessia D’Andrea visibilmente emozionata ma carica ed autrice di un’ottima prestazione grazie alla sua voce calda e soul. La band, nonostante sia on stage ormai da più di un’ora non smette di agitarsi e proporre il suo rock progressivo cosi pregno di contaminazioni di qualsiasi tipo, dal folk all’hard rock passando al jazz con grande naturalezza all’interno dello stesso brano. Cosi non c’è sta stupirsi per l’immensa strumentazione usata: infatti Anderson oltre che ad utilizzare il suo classico flauto più volte imbraccerà un mandolino, un piffero e un tamburello, mentre l’ottimo tastierista O’Hara oltre che a lanciarsi sui tasti del piano, in un paio di occasioni imbraccerà anche una fisarmonica. Dopo essersi lanciata cosi nel dinamico folk di “Heavy Horses”, title track del disco del 1978 prodotto con Carl Palmer, arriva il momento che tutti i fan aspettavano: l’esecusione della splendida suite “Thick As A Brick”, una cavalcata progressiva di 22 minuti dove la chitarra duella con la tastiera ed il basso con la batteria (eccellente anche la prova dietro le pelli di di Doanne Perry, che pochi minuti prima si era lanciato in un virtuoso solo di batteria) che imbastiscono un tappeto sonoro rigido e rigoroso, dove la parte vocale si fa a volte aggressiva a volte più dolce e sussurrata, cosi come nel finale. E’ standing ovation meritata.

Ma il vero e proprio delirio però, arriva quando parte il riff di “Aqualung”, ennesimo worst moment dello show col cantato leggermente rivisitato, ma che nonostante i suoi 37 anni di vita mantiene sempre la propria magia inalterata. Il pubblico non riesce più a star a sedere nel vedere la band contorcersi, si alza e comincia a ballare sotto il palco, infrangendo cosi le rigorose regole dell’organizzazione. Ma non puoi impedire al rock il suo naturale sviluppo selvaggio e di impedire che il sabba sonoro non sia partecipe. Finita l’esecuzione sotto una pioggia incessante di applausi la band lascia il palco e saluta visibilmente contenta tutti, per poi rientrare meno di un minuto dopo e concludere definitivamente con “Locomotive Breath”, con ancora una volta sul palco Alessia D’ Andrea che questa volta cura solo i cori e si diverte come una ragazzina al primo concerto nel riprendere con una foto camera digitale a pochi centimetri la band durante l’esecuzione. Alle 24.05 è tutto finito, tra sudore e padiglioni auricolari ancora pregni delle note di flauto fantasy di Anderson, il pubblico comincia a defluire con calma per le vie secondarie della piazza lasciando il Duomo deserto nel giro di pochi secondi. I Jethro Tull, nonostante i tanti alti e bassi della loro carriera giunta al 40° compleanno si dimostrano più vivi che mai, alle prese con l’auto-celebrazione del loro repertorio che non è altro che la voglia di calcare ancora i palchi del globo per professare anche il loro verbo musicale, alimentando ancora una volta una leggenda musicale che non ha voglia di spegnersi. Chapeaux.

Un ringraziamento speciale per questo live report va a Jacopo Meille della Blu Sky nonché ex cantante dei Mantra ed oggi nei Tygers Of Pan Tang per la sua gentilezza e disponibilità ed anche a Stefano Rondelli per il servizio fotografico.


Ian Anderson: Flauto, chitarra, mandolino, bouzouki e voce
Martine Barre: Chitarra elettrica
David Goodler: Basso
John O’Hara: Tastiere e fisarmonica
Doanne Parry: Batteria e percussioni

Data: 05/07/2008
Luogo: Pistoia - Piazza del Duomo
Genere: Progressive Rock

Setlist:
01. My Sunday Feeling
02. Living In The Past
03. Serenade To A Cuckoo
04. Nursie
05. A Song For Jeffrey
06. We Used To Know / With You There To Help Me
07. A New Day Yesterday
08. Bouree
09. Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die
10. Nothing Is Easy
-Pausa-
11. For 1000 Mothers
12. Dharma For One
13. Rocks On The Road (feat. Alessia D' Andrea)
14. Heavy Horses
15. Thick As A Brick
16. Aqualung
Encore
17. Locomotive Breath (feat. Alessia d' Andrea)

 

 

 

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