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Suburb Of Thoughts
Opera Postuma

Visti cosi, sembrerebbero proprio l’ennesima “nuova realtà del black scandinavo”. A dire il vero, Angos e Vaund Laudek sono due giovani dell’hinterland milanese che con la Norvegia e compagnia bella hanno in comune solo la proposta musicale: un freddo, glaciale e maligno black metal.
Infatti il progetto Suburb Of Thoughts, nato poco più di 4 anni fa, si propone come punto di rottura del panorama underground lombardo proponendo un sound che si rifà a Mayhem e Burzum per citarne due, andando cosi a ripescare a piene mani verso il movimento “nero” che tante vittime (purtroppo anche nel senso più letterale del termine) ha fatto nel nord Europa tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90.

Opera Postuma è quindi la loro fatica n.1 in studio autoprodotta, nata da due session: la prima, con le ultime 5 tracce del disco nata tra le mura di casa nel 2006, mentre la seconda è cioè la prima metà, maturata tra l’Aprile ed il Maggio scorso. Nonostante questo distacco temporale, il risultato finale è tutto sommato piacevolmente omogeneo, lasciando al duo meneghino la libertà di esprimere tutta la loro rabbia e disillusione verso i tempi moderni attraverso canzoni non facili, ma non per questo poco assimilabili ed apprezzabili sin dal primo ascolto.
Gargoyle” è la prima sassata della raccolta, dove l’ottima voce (in puro scream) di Angos è sorretta da un muro sonoro granitico e roccioso, cosi come puntano sulla potenza e impatto assoluto anche le successive tracce, con in particolare “The Cellar” dove si respira anche la marziale glacialità di alcune composizioni degli Immortal.
In mezzo a tutto questo caos sonoro, la band decidere di concedere all’ascoltatore qualche minuto di pausa con la ballata crepuscolare “Secular Trees”, tutto questo però solo dopo aver inanellato una gemma come “Genghis Khan”, unico pezzo con testo in italiano dei 10 qui presentati. A concludere arriva la serratissima “Vampire Wood”, che può essere benissimo presa come campione per comprendere appieno il resto dell’opera, risultando il compendio delle 9 precedenti addizioni.

Tralasciando il discorso relativo alla produzione amatoriale, che vede il gruppo penalizzato avendo suddiviso la stesura in due periodi diversi nell’arco di due anni, va elogiato il lavoro in fase di songwriting (molto convincente), mentre qualche perplessità la si può avere sul discorso relativo alle sonorità, anche se questo nel Black non è sempre sinonimo di "qualcosa di sbagliato".
Opera Postuma è un disco che già determina la strada dei Suburb Of Troughts oppure è il punto di partenza per un discorso più complesso è profondo?
Se la verità risiede nel secondo punto, ci possiamo anche aspettare grandi cose, altrimenti c'è il rischio che, vista la concorrenza emersa in tutti questi anni, il treno sia stato preso con un pò di ritardo.

68/100


Angos: Voce
Vaund Lauderk: Chitarra, Basso, Batteria e campionamenti

Anno: 2008
Label: Autoprodotto
Genere: Black Metal

Tracklist:
01. Gargoyle
02. The Avenue Toward Knowledge
03. The Cellar
04. Genghis Khan
05. Railways from the Depths
06. Carts of the Deads
07. War is the Being
08. Poison Fruits
09. Secular Trees
10. Vampire Wood

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