La musica di Ian Boddy suona costantemente fresca; la sensazione è che possa esistere in eterno.
Egli non esaurisce mai la capacità di fornire nuove idee e soluzioni musicali su ogni nuovo lavoro che è soprattutto coinvolgente nell'animo, Boddy è capace di ridefinire continuamente il suo rapporto con la musica elettronica. I suoi contributi innovatori sono sostanziati dalla capacità di disegnare frammenti di tempo perduto elaborati appassionatamente e di rendere immaginabile all'ascoltatore un presente che slitta costantemente nel passato. Il suo nuovo album Elemental racchiude pienamente le abilità nell'uso della tecnologia di Boddy nel fornire la menzionata idea del tempo attraverso la musica. Le otto canzoni presenti nell'album sono intrise di innocenza ed esperienza musicale ad ampio spettro ed attraversano il passato sino a giungere al presente; questo lavoro emette una grande quantità di energia grazie alle suggestioni fornite dall'incedere swingante dei pattern di drum machine e alle pulsazioni dei ritmi elettronici. Boddy si dedica alla elaborazione di costruzioni musicali deliberatamente drammatiche a tratti, aggiungendo strato su strato morbidi arpeggi e reiterazioni sonore fatte di loop che riescono a fornire all'apparente freddezza della elettronica il calore e l'emozione sottile che è l'arma in più di questo disco. Riesce in questo intento scindendo le tracce connotate da un più vigoroso slancio energetico da quelle con una inclinazione più ambient, più analitiche ed intimamente introspettive. Esplorando questi territori Boddy alterna scelte musicali complessivamente differenti. Le modulazioni più complesse del synth e le manipolazioni sonore più ardite sono funzionali al suo sforzo di indagare ed ispezionare la dimensione introspettiva. Da questa articolazione del suono, così attenta anche alle sfumature, l'ascoltatore è in grado di percepire i picchi e le depressioni dello stato dell'anima che su Elemental Boddy attraversa con la curiosità del fanciullo. Le otto tracce dell'album si snodano infatti in un movimento continuo di fusione delle ambientazioni. La prima Never Forever e l'ultima traccia (title track) Elemental hanno qualcosa di grandioso, una struttura imponente, costituiscono un unicum musicale. Never Forever in particolare, nonostante l'atmosfera risulti malinconica, permette di avvertire in profondità un senso di speranza che la informa; Elemental piuttosto, dopo essere originata da questa sensazione e dopo un avvio riflessivo si dipana in un finale drammatico e movimentato con elementi riconducibili alla traccia iniziale. Quattro delle altre tracce sono fortemente ritmate ed includono vigorose linee basse ed intricate percussioni con i temi melodici ingannevoli e sottili. Le due tracce restanti presentano una vena più atmosferica e più ambientale e forniscono momenti di riposo sonoro in quello che può essere definito come un vero e proprio viaggio musicale. In ogni modo Elemental denota un diverso modo da parte di Ian Boddy di "occupare" lo spazio sonoro, almeno rispetto ai suoi due precedenti lavori, (Chiasmata e Litosphere) per proporre una soluzione che trasuda maggiore organicità. |
Ian Boddy: Synth Pads, programmed percussion Anno: 2006 |