Pubblicato questa volta sotto il suo solo nome, Incidental Seductions di Percy Howard costituisce per ammissione del suo stesso autore, un nuovo capitolo del progetto Meridiem; un nucleo di artisti per l'occasione arruolati facendo incetta dalle formazioni dei precedenti capitoli al fine di supportare Howard nella gestazione delle sue composizioni.
Se non risulta più sorprendente rinvenire una volta di più l'imponente figura artistica di Bill Laswell, l'elenco è questa volta molto più variegato ed integra altresì nuovamente l'amico di sempre, Steve Sullivan, chitarrista dei Nûs. Indiscutibilmente esiste un'alchimia stupefacente tra questi due artisti; probabilmente sono proprio i pezzi nei quali i nostri due amici figurano congiuntamente che segnano più considerevolmente la struttura complessiva di Incidental Seductions; anzi per dirla tutta il binomio rappresenta il valore aggiunto che latitava vistosamente nei precedenti dischi di Percy Howard. Anche se nei lavori passati poteva vantare la presenza accanto a lui di un gruppo sempre mediamente solido ed unito, tuttavia mancava in definitiva la disponibilità di cospicue posibilità di ricambio, come se il cantante ed i suoi musicisti temessero l'eventualità di mescolarsi. Questo, che poteva apparire un evidente limite, viene colmato integralmente per l'occasione in quanto la musica si mette completamente (e meravigliosamente) al servizio delle composizioni contemplative elaborate da Percy Howard. Introspettive come un invito alla elevazione di sè stessi Aperture, Lapis oppure Everywhere riallacciano chiaramente, con le loro ambientazioni felpate e vissute, alcuni dei discorsi intrattenuti nel passato da Howard durante la sua esperienza musicale con i Nûs. Una discreta diversificazione rispetto al passato fa ora la sua apparizione per la prima volta, con il ricorso a qualche spazio di programmazione elettronica con alcuni beat trip hop in Filligree e Succubus, e in seguito al ricorso di nuove vocalità, a partire dalla torbida Kali LaVey in Thirst. L'altra combinazione felice dell'opera, innesto davvero complementare, è la collaborazione inedita tra Vernon Reid dei Living Colour e Trey Gunn ormai ex touch guitarist dei King Crimson. L'errore che si potrebbe fare sarebbe di ipotizzare uno shock adrenalinico da queste partecipazioni; si tratta di musicisti sufficientemente scafati ed intelligenti da comprendere quando è il caso di mettersi unicamente al servizio della musica. Fatta la dovuta eccezione, si badi, per Float che propone una opzione musicale deliberatamente più caotica; Incidental Seductions è senz'ombra di dubbio l'album fiore ad occhiello della produzione di Percy Howard che si attendeva da lui dopo la conclusione dell'esperienza con i Nûs. Gli amanti delle sofisticazioni pop quali David Sylvian ed accoliti, dovranno giustamente segnare il passo. Inserire il voto in centesimi, ad es: 70/100
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Percy Howard: Vocals Anno: 1999 |