I Fool’s Game sono una formazione mista, visto che alcuni musicisti hanno origini statunitensi, mentre altri sono europei. Il loro primo album, Reality Divine, si presenta bene fin dalla copertina, che raffigura un’antica chiesa bagnata dalla pioggia, con una bambina in inspiegabile attesa davanti agli scalini del tempietto d’accesso alla chiesa vera e propria. Anche se la copia promozionale in nostro possesso non contiene i testi, le note di accompagnamento ci fanno scoprire che sono basati sulle opere di autori classici come E. A. Poe e W. B. Yeats.
Il disco, che dura tre quarti d’ora, è aperto dal mid-tempo “Mass Psychosis”, i cui elementi fondamentali sono un pregevole solismo d’avvio, un coro che si eleva su un tappeto di tastiere ed un duetto di chitarre in stile maideniano; segue “When the Beginning Meets the End”: stavolta ad aprire sono le tastiere in perfetto stile prog metal, quindi il brano diventa power. “Sowing Dead Seeds”, che poggia sull’alternanza tra una melodia atmosferica ed emozionale ed una possente crescita con sovrapposizioni vocali, è seguita dal tipico power “As the Field of Dreams Was Abandoned”. “The Conqueror Worm” è un eccellente power-epic, dotato di un coro elaborato nel ritornello e di due assoli di chitarra e tastiera. Dopo la breve intro “Prelude to the Fair”, che si avvia lentamente al piano, per poi farsi melodica e cadenzata, tocca a “She Moved through the Fair”, dalla varietà notevole, visto che passa da un ritmo power-prog ad un rallentamento improvviso e che nel pezzo si alternano clean vocals, growl e voce femminile. Giunge il momento di “The Wild Swans at Coole”, dove la sezione ritmica si pone nuovamente in evidenza per supportare una cavalcata a due chitarre ed un mid-tempo melodico; si chiude con la veloce e compatta “On Endless Planes of Ignorance”, dove il progressive si alterna ad altri suoni di matrice maideniana. Il CD migliora durante l’ascolto, grazie ad ottimi strumentisti e ad una voce che interpreta nel modo migliore sia i passaggi aggressivi che quelli melodici: la sensazione è quella di ascoltare un’evoluzione degli Iron Maiden catturati nei loro momenti più veloci, con l’aggiunta dei cori dei Blind Guardian e di alcuni passaggi progressive. Questo buon lavoro, quindi, è ampiamente consigliato agli appassionati di classic, power ed epic metal e, naturalmente, agli amanti delle sonorità più raffinate. 75/100
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Lars F. Larsen: Voce Anno: 2009 |