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King Crimson
Discipline

E’ il 1981 - piena era delle nuove pulsioni del rock che si intrecciano attorno alla new wave, il movimento che, nato dal punk, sta ridefinendo le forme e i suoni del rock del decennio - quando il progetto King Crimson si ricostituisce in una incarnazione inaspettata. Nel 1974 Robert Fripp, esaurita l’esperienza del rockprog, scioglie i King Crimson e, immerso nella filosofia di George Gurdjieff, si concentra sulle produzioni solistiche e sulle collaborazioni.
Il punk è già nell’aria e imperversa nella scena underground americana: i grandi gruppi degli anni 70, che diverranno il bersaglio dei protagonisti del punk, hanno scalato i vertici delle classifiche di vendita e sono emblemi della commercializzazione del rock.
Tra il 1975 e il 1981 Fripp sarà iperattivo e poliedrico: collabora con Eno (“Evening Star”,1975), realizza “Exposure” (1979), un grandissimo disco con collaborazioni trasversali (da Peter Gabriel a Peter Hammill, da Michael Walden a Phil Collins), in cui riaffiorano turbolenze crimsoniane, collabora con Bowie, partecipando alla realizzazione di “Heroes” (nel 1977), vero capolavoro, sempre sotto l’egida di Eno, a cui segue “Scary Monsters” nel 1980.
Nel 1979 suona su “Fear of Music” dei Talking Heads, prodotto da Eno, ma intanto smanetta con i tape loop fatti con i registratori a bobina Revox, i cosidetti “Frippertronics”, con “Let the power fall” (1981), e il precedente “God save the Queen/Under heavy manners” del 1980 in cui prosegue il contatto col mondo dei Talking Heads (c’è David Byrne alla voce) e con l’applicazione degli intrecci ripetitivi del minimalismo alle chitarre.
Un certo gusto per quest'ultima realtà sonora continua ad applicarlo nel disco “Robert Fripp & The League of Gentlemen” del 1981, malgrado l’atmosfera generale orientata alla new wave.
Questi anni di frenetiche esplorazioni delle possibili sinergie fra le sue idee e gli ambienti sonori della new wave alla ricerca di nuove modalità di sperimentazione non fanno presagire l’intenzione di Fripp di riunire i King Crimson. Si parla preliminarmente di un progetto chiamato “Discipline”.
Intervengono però ulteriori fattori a orientare Fripp in questa direzione (secondo Bruford, uno è stato legato alla disponibilità di nuovi strumenti e alle possibilità tecnologiche su cui incentrare la ricerca musicale del nuovo gruppo).
Il sistema di guitar synth della Roland, utilizzato da Fripp e Belew, già adottato da Metheny e da McLaughlin, il GR300, permette infatti di usare nuove inedite sonorità.
L’implementazione da parte del bassista designato, Tony Levin, dello stick bass, un basso ampliato con 10 corde da Emmett Chapman, che permette di eseguire linee di basso contemporaneamente a parti melodiche attraverso tecniche di tapping, e l’impiego da parte di Bill Bruford dei pad elettronici Simmons sono anch’essi nuovi strumenti idonei a produrre nuova musica. Il quartetto definito da Fripp si presenta come innovativo sotto ogni profilo.
Quando sul mercato nel settembre del 1981 esce “Discipline” attribuito alla vecchia mitica sigla King Crimson, con una nuova iconografia essenziale e criptica sulla copertina, proponendo queste inedite sonorità l’effetto è dirompente. La formazione oltre a Fripp e a Bill Bruford è anomala, c’è Tony Levin al basso già comparso su “Exposure” e vede un secondo chitarrista cantante noto per le sue collaborazioni con Zappa, Bowie e Talkin’ Heads, Adrian Belew.
Si immette sulla scena del rock degli anni 80 cosparsa di new wave e techno pop, tendenzialmente concentrata sulla forma canzone, un nuovo modello di musica di ricerca, non più incentrata sull’espansione delle durate, come nel vecchio progressive, ma sulla sovrapposizione verticale degli eventi, su strutture sintetiche.
Il concept del minimalismo, assorbito grazie ad Eno, ai tempi di “No Pussyfooting” (1973), e prelevato da quest’ultimo dalle sperimentazioni di Terry Riley (i tape loop dai lui chiamati "time-lag accumulator") applicato nei Frippertronics, si è tradotto in una nuova visione del ruolo della chitarra, già sperimentata su “I Zimbra” dei Talking Heads, messa a punto su “God Save the Queen”.
Fripp, Belew e Levin eseguono brevi cellule melodiche ripetute creando tessiture poliritmiche sulle quali la voce di Belew, che apertamente richiama l’esperienza dei Talking Heads, di cui ha fatto parte, espone le melodie dei brani.
Centrale è il drumming di Bruford, che scandisce le asimmetrie dei tempi dispari e sorregge gli intrecci delle chitarre dal sapore afrobeat elettrico. I solismi dei due chitarristi sono stranianti impiegando le storture timbriche del Roland Gr 300.
I groove portati dal basso sono percussivi, eseguiti in tapping sullo stick da Tony Levin e determinano linee più ritmiche di quelle a cui ci avevano abituati i bassisti storici dei Crimson.
Effettivamente, i riferimenti al vecchio universo crimsoniano da parte della formazione di “Discipline” sono ridotti, ci sono dei ripescaggi del periodo wettoniano come “Red” e “Larks’ Tongues in Aspic part 2” che sono nel repertorio live della band, e alcune atmosfere, come in “Indiscipline”, richiamano alcune di quelle sonorità, ma “Discipline” dà la sensazione di una nuova fase creativa.
Spesso ci si è chiesti quale continuità ci sia fra i Crimson degli anni 70 e quelli degli anni 80. L’unica risposta possibile è che Fripp fosse convinto che lo spirito creativo che animava il vecchio gruppo fosse presente anche nelle motivazioni del nuovo.
Il concetto di progressive non era quindi nell’esteriorità dello stile (riferimenti neoclassici, estensione delle durate, lunghi assoli, suoni di Mellotron, barocchismi di vario genere) ma nello spirito di sperimentazione e di ricerca che animava il gruppo dialetticamente a quanto succedeva nella fase storica nella quale si trovava.
Nel contesto della new wave nella cui costola più sperimentale si muovevano anche Fripp ed Eno era quindi possibile generare una musica che rompeva le barriere stilistiche e cercava nuove dimensioni sonore senza dover ricorrere a modelli del passato, ma guardando avanti.
In questa cornice i brani di “Discipline” definiscono un nuovo modo di concepire il rock sperimentale e permettono di ripensare anche al ruolo svolto da Fripp e dai suoi gruppi all’interno del movimento prog degli anni 70.
Il disco contiene brani che resteranno nella storia del gruppo: il nevrotico funk di “Elephant Talk” con il suo riff di stick bass e le sue chitarre dilanianti che emulano il barrito dell’elefante; “Frame by Frame”, un grande momento di minimalismo chitarristico in cui gli arpeggi dei due chitarristi si incastrano in un contrappunto perfetto sul quale il tema vocale esposto da Belew dà vita a uno dei migliori brani del rock del decennio; la ballad blues onirica “Matte Kudasai” in cui la chitarra slide di Belew rincorre il tema del canto; l’isteria “reddiana” di “Indiscipline” in cui le saturazioni frippiane esplodono dopo il canto frammentato e disturbato di Belew, ancora frammenti di tribalismo e poliritmie funk su “Thela Hun Ginjeet” che richiama l’africanità elettrica di “I Zimbra”; “The Sheltering Sky”, magnifico strumentale ambientale in cui il tema esatonale esposto da Fripp con i suoni deformati dal GR300 lasciano spazio alle incursioni di guitar synth di Adrian Belew; infine, “Discipline”, la title track, che riporta la band sullo schema rigido degli intrecci ritmico-melodici di “Frame by Frame”, in cui la disciplina della scrittura conforma la band alla rigidità dello stile indicato dal leader.
Discipline” inaugura la triade degli anni 80 crimsoniani che esploreranno la formula ipotizzata in questo primo disco attraverso altri due lavori “Beat” (1982) e “Three of A Perfect Pair”(1984) per poi sciogliersi nuovamente tornando negli anni 90 con la formula del doppio trio.



Adrian Belew: chitarra, voce
Robert Fripp: chitarra
Tony Levin: Chapman stick, basso
Bill Bruford: batteria, percussioni

Anno: 1981
Label: EG
Genere: Rock

Tracklist:
01. Elephant Talk
02. Frame by Frame
03. Matte Kudasai
04. Indiscipline
05. Thela Hun Ginjeet
06. The Sheltering Sky
07. Discipline

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