L’album venne registrato al Warfield Theatre di San Francisco venerdì 5 dicembre del 1980 e pubblicato discograficamente l’anno successivo. “Friday Night in San Francisco” fece il punto sullo sviluppo tecnico della chitarra acustica raggiunto dai chitarristi dell’epopea del jazz-rock degli anni ’70.
Il disco vendette oltre 1 milione di copie anche grazie al grande interplay fra gli esecutori che diedero vita a delle improvvisazioni stimolanti mostrando una tecnica superlativa spaziando su materiale diverso, capaci di passare dal flamenco alla musica brasiliana moderna passando per il jazz e il blues. Malgrado i suoni elettrici e distorti di matrice post-hendrixiana avessero, nei primi anni ’70, caratterizzato il sound dei dischi di Miles Davis e poi di Mahavishnu Orchestra e dei Return to Forever sia Al di Meola che McLaughlin avevano sempre rivolto molto attenzione allo strumento acustico. McLaughlin già nel 1971, nel suo quarto album, aveva fatto il punto della sua sintesi lessicale fra jazz e strutture della musica classica indiana sulla chitarra acustica con il magnifico “My Goal’s Beyond”. Oltre a qualche brano isolato nei dischi iper-elettrici di Mahavishnu Orchestra nel 1974 il chitarrista inglese aveva dato vita al progetto Shakti in cui inseriva la chitarra acustica, opportunamente dotata di corde risonanti, in un ensemble composta da strumentisti indiani. Al di Meola già nelle sue esperienze elettriche con Chick Corea si era distinto per uno stile che riprendeva elementi della musica flamenca anche sul Gibson Les Paul con effetti di distorsione. Nelle sue produzioni soliste emergeva la sua tecnica fatta di frasi velocissime di una pulizia esecutiva straordinaria. Già su “Land of the Midnight Sun” del 1976 Di Meola incideva "Short Tales of the Black Forest" per chitarra e piano acustico con Chick Corea, autore del brano e nell’anno successivo vedeva luce su “Elegant Gypsy” un duetto acustico con il chitarrista spagnolo Paco De Lucia “Mediterranean Sundance”. Paco de Lucia già nel corso degli anni ’70 era emerso come uno dei più influenti autori e chitarristi spagnoli, in grado di introdurre significative innovazioni nella tradizione della chitarra flamenca. L'album “El duende flamenco de Paco de Lucía” del 1972 venne considerato un album rivoluzionario nella comunità del flamenco. Nel corso degli anni ‘70 de Lucia continuò a produrre album innovativi avventurandosi in uno stile sempre più anticonvenzionale introducendo nel flamenco influenze jazzistiche. Alla fine del decennio iniziarono le sue collaborazioni con Carlos Santana, Al di Meola, Larry Coryell e Chick Corea. Nel 1979 John McLaughlin, Larry Coryell e Paco de Lucia formarono il Guitar Trio e iniziarono un tour nel corso del quale Di Meola sostituì Coryell. La sessione in cui venne registrato il disco avvenne quindi all’apice di un processo di crescita musicale che stava spingendo i tre chitarristi a confrontarsi su territori comuni. “Friday Night in San Francisco” divenne un vero e proprio prontuario dello sviluppo sulle tecniche della chitarra acustica in quella fase storica e un confronto fra varie scuole e vari percorsi di studio. I chitarristi si alternarono suonando in duo e ovviamente in tre confrontando i diversi stili e interagendo in modo differenziato ebbero modo di mettere a nudo le diverse visioni della musica per la chitarra acustica. L’album si apre con il match-up fra due brani di Di Meola e De Lucia, “Mediterranean Sundance” che i due avevano registrato insieme appunto su “Elegant Gipsy” e “Rio Ancho” un brano di Paco de Lucia da “Almoraima” del 1976 che mischiava armonie di gipsy-jazz alle tipiche sequenze flamenche. La prima parte del brano, un arpeggio alternato da una cadenza con degli obbligati velocissimi proviene dal brano del chitarrista italoamericano, lo sviluppo in cui le chitarre si accompagnano in Mi minore con un tempo di “rumba” sono dal brano dello spagnolo. L’effetto del pezzo è dirompente, la sinergia fra i due nel contesto dal vivo è straordinaria specialmente a fronte della velocità esecutiva. I due chitarristi alternano le improvvisazioni costruite su frasi ritmiche serratissime ed emerge prepotentemente la tecnica dello “stoppato” di Di Meola che trasforma le note in rapidissimi drill percussivi. A seguire "Short Tales of the Black Forest", di Chick Corea, una struttura melodica complessa e articolata che viene invece eseguita da McLaughlin e Di Meola che si immergono in momenti improvvisativi dilatati, capaci di escursioni e citazioni di tutti i tipi. Completamente a loro agio su una struttura di matrice jazzistica. Il lato B si apriva con un altro brano che sfruttava la spettacolarità esecutiva della velocità di impronta flamenca pur trattandosi di una composizione del polistrumentista brasiliano Egberto Gismonti (dal disco “Solo”, 1979): si tratta di “Frevo Rasgado” proposto da De Lucia e McLaughlin in duo. La melodia del brano ha un sapore latino ed è costruito su un tema complesso e intrecciato, anche qui l’esecuzione è mozzafiato. L’album si conclude con due esecuzioni eseguite in trio, il primo è un brano latineggiante di Al di Meola intitolato “Fantasia Suite”, una composizione a più sezioni originalmente incisa nell’album “Casinò” del 1978 che mette in evidenza la precisione millimetrica dell’esecuzione a più chitarre. Pur sfruttando la stereofonia per disporre in punti diversi dello spazio d’ascolto i tre chitarristi mostrano un’accuratezza che li rende spesso indistinguibili. La chiusura del disco è affidata all’unico brano in studio, registrato e mixato al Minot Sound, White Plains a New York, una composizione che John McLaughlin aveva inciso in una versione brevissima a contrasto con la natura complessiva del disco “Electric Dreams” nel 1979 insieme al violinista di Shakti, Lakshminarayana Shankar. Il brano è incentrato su un arpeggio costruito su salti ritmico-armonici e un tema tipici del suo periodo indiano ma a cui viene aggiunta una sezione di accordi con un tema aggiuntivo che consente al trio di sviluppare una serie di improvvisazioni alternate. La varietà stilistica della proposta, l’estrema freschezza e la novità dell’idea aggiunte all’indiscussa grandezza dei tre esecutori scatenarono attorno a questo album un’attenzione che travalicò il perimetro degli ascoltatori abituali del jazz-rock o del flamenco, attirando contestualmente un inedito interesse attorno alla musica tradizionale spagnola. “Friday Night in San Francisco” è diventato un vero punto di riferimento capace di stimolare il mondo della chitarra in nuove direzioni, inaugurando un vero e proprio filone e riportando lo strumento classico a una attenzione che aveva perso dopo l’esplosione della chitarra elettrica come fenomeno di massa. Una vera pietra miliare.
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Al Di Meola: chitarra acustica John McLaughlin: chitarra acustica Paco De Lucia: chitarra flamenca
Anno: 1981 Label: Philips Genere: Flamenco, Jazz
"Mediterranean Sundance/Rio Ancho" (Al Di Meola/Paco de Lucía) – 11:25 "Short Tales of the Black Forest" (Chick Corea) – 8:39 "Frevo Rasgado" (Egberto Gismonti) – 7:50 "Fantasia Suite" (Al Di Meola) – 8:41 "Guardian Angel" (in studio) (John McLaughlin) – 4:00
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