Che il progetto di Filippo Bordignon, in bilico fra situazionismo e “performazione”, attraversasse in modo imprevedibile vari generi di “popular music” utilizzando forme e soluzioni originali era un dato acquisito. Ma quest’ultimo lavoro si distacca decisamente dalle sperimentazioni sulla scrittura musicale, sui testi e sull’improvvisazione che collocava i Casa entro il perimetro dell’avantgarde rock. Da sempre fautore dell’interazione fra diverse discipline artistiche in “Variazioni Gracchus” Bordignon si ricollega ad un tardo racconto di Franz Kafka (“Der Jäger Gracchus”). Il lavoro si presenta come una entità coerente, come avviene nelle compilazioni di musica classica, ed è costituito da tre composizioni articolate in movimenti e variazioni. Il tentativo di Bordignon è ambizioso, forse anche troppo, e rompe decisamente con il passato, seppur variegato, dei Casa. Pur marcato come disco dei Casa “Variazioni Gracchus” si presenta come disco solista del leader, che rimasto come compositore unico si affida ad esecutori di matrice accademica. Il primo brano “Galileo Ritrovato” (per fisarmonica, violoncello, viola e oud) è costruito su fasce sonore di archi e fisarmonica, ispirato alla tradizione classica di primo novecento, in cui l’oud si erge in modo inaspettato al centro della struttura eseguendo un interludio mediorientale. “Variazioni Gracchus”(per pianoforte) è organizzato con l’esposizione di un’Aria, un brano tonale di respiro melodico, quasi una song esposta dal pianoforte e prosegue con le Variazioni sono una serie di divagazioni, sempre all’interno di strutture tonali, eseguite da Emanuele Gardin. Quando ci si trova innanzi a composizioni tonali di pianoforte spesso si tentano azzardati accostamenti a Satie, ma il lavoro di Bordignon è ben lontano dalla costruzione formale del compositore francese. La sequenza di variazioni è un esercizio di scrittura che si riduce a una serie di piccoli quadretti sonori. “Le Partenze che ci allontanano” (per pianoforte, flauto traverso e violoncello) grazie alla pasta timbrica degli strumenti e al gioco contrappuntistico astratto della scrittura che rendono la composizione più varia e con diversi piani sonori si propone come uno dei momenti migliori del lavoro. Questo disco esce in un epoca confusa per questo genere di musica in cui personaggi equivoci, alla Allevi, tentano di legittimare prodotti di caratura “pop” con etichette “colte”. “Variazioni Gracchus” è un disco lontano dall’eclettismo stilistico che rendeva indefinibili e originali le disgressioni dei Casa, si inserisce nel filone della musica “cameristica” che utilizza strumentazioni di matrice classica su strutture formali di provenienza “popular”. Un’ibridazione assai diffusa lontana dal mondo dei grandi compositori accademici ma che ne riprende soltanto l’atmosfera sonora. “Variazioni Gracchus” utilizza di fatto un lessico iper-codificato, consolidato ed esplorato nel corso degli ultimi 150 anni dai compositori classici, e quindi tende ad re-impiegarne gli elementi semantici senza essere in grado di generarne di nuovi. Il punto di forza del disco è però nella determinazione del suo autore ad esplorare nuove possibilità di connessione fra diverse forme espressive (letteratura, pittura e musica) attraversando nuovi territori e superando il perimetro nel quale ha operato fino ad oggi.
Label: Dischi Obliqui Year: 2017
Tracklist 01. Galileo ritrovato 02. Variazioni Gracchus: Aria 03. Variazione I 04. Variazione II 05. Variazione III 06. Variazione IV 07. Variazione V 08. Variazione VI 09. Variazione VII 10. Variazione VIII 11. Aria da capo 12. Le partenze che ci allontanano: Movimento I 13. Movimento II 14. Movimento III
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