Home Recensioni Live Matteo Mancuso Trio – Roma, Casa del Jazz, 4 agosto 2024

Matteo Mancuso Trio – Roma, Casa del Jazz, 4 agosto 2024

L’atteso concerto del giovane chitarrista Matteo Mancuso e il suo trio si è svolto nei giardini della Casa del Jazz di Roma per la rassegna estiva Summer Time.

Il giovane chitarrista palermitano, figlio del produttore e chitarrista Vincenzo Mancuso, si è rivelato negli ultimi anni come uno dei chitarristi tecnicamente più avanzati in circolazione riuscendo a duettare con guitar heroes del calibro di Steve Vai, Al di Meola o Joe Bonamassa e finendo perfino intervistato nel noto canale youtube di Rick Beato.
Il chitarrista rientra fra i nuovi prodigi tecnici di giovane età resi famosi dall’uso dei social ed è divenuto anche endorser di una importante casa produtttrice di strumenti musicali.
Lo stile di Matteo Mancuso è caratterizzato da una tecnica molto personale della mano destra, abbastanza inusuale nella chitarra elettrica, che impiega le dita in modo molto simile a quella adottata nella chitarra classica e che gli permette anche di implementare con estrema rapidità tecniche di tapping derivanti dal chitarrismo heavy metal.
Il suo modo di suonare condensa vari elementi provenienti dalla fusion anni ’80 e da personaggi del calibro di Allan Holdsworth o Scott Henderson. Ed è proprio la fusion di alcuni decenni fa, con alcune escursioni verso l’heavy metal, il fulcro anche dei modelli compositivi del giovane palermitano come dimostrano i brani contenuti nel disco “The Journey” del 2023 presentato nel concerto romano.

Nell'esibizione il trio ha proposto materiale da questo lavoro ma anche un numero considerevole di cover, doverosamente riarrangiate, pescate nel repertorio fusion o jazz-rock del passato: da “Havona” dei Weather Report (originariamente contenuta nell’album “Heavy Weather” del 1977) a “Spain” di Chick Corea (brano oggetto di varie rielaborazioni ma contenuto in origine nel disco “Light as a Feather” dei Return to Forever del 1973), da “Cause We've Ended as Lovers” di Steve Wonder (ma reso celebre da Jeff Beck nell’album “Blow by Blow” del 1975) a “The Chicken” di Pee Wee Ellis (ma resa famosa nella versione di Jaco Pastorius nell’album live “Invitation” del 1983).
L’approccio del trio fra proprio riferimento a questo universo sonoro, ormai abbastanza datato e classicizzato, senza riuscire a trovare, per adesso, un’identità che esca fuori dal percorso del revival.
Mancuso incentra la sua performance su questa incredibile velocità, indubbiamente straordinaria e travolgente, ma di cui negli anni ’70 e ’80 c’è stata una vera propria overdose grazie ai lavori, talvolta discutibili altre volte interessanti, dei vari guitar heroes dell’epoca che hanno sfruttato il velocismo ai massimi livelli: Al di Meola, Allan Holdsworth, John McLaughlin, Scott Henderson, Frank Gambale etc, per non parlare dei loro emuli rock come Yngwie J. Malmsteen, Paul Gilbert, Steve Vai o Joe Satriani.
Indubbiamente i tre ragazzi palermitani ci hanno mostrato una performance straordinaria dal punto di vista tecnico riuscendo a entusiasmare l’accaldato pubblico romano.
Va reso merito alla dedizione di questi giovani che ne giro di poco tempo hanno saputo emergere grazie allo studio e alla bravura, ma le vie del jazz del futuro, pur appoggiando le proprie radici nel passato, hanno sicuramente bisogno di idee e contaminazioni innovative e siamo certi che Matteo Mancuso e i suoi compagni di viaggio, date le loro indubbie abilità e la loro giovane età, riusciranno a consolidare il loro futuro musicale.

 


Matteo Mancuso: Chitarra
Riccardo Oliva: Basso
Gianluca Pellerito: Batteria

Matteo Mancuso, classe 1996, cresce nella provincia di Palermo. Enfant prodige si approccia al mondo della musica già da piccolo, grazie anche al padre, Vincenzo Mancuso, grande chitarrista e produttore ben noto nell’industria musicale, il quale sarà per il piccolo Matteo una grande guida all’ascolto oltre che un Maestro nel primo approccio allo strumento. Il suo primo album solista intitolato “The Journey” è un’opera che delinea la sua autentica natura musicale poliedrica. “The Journey” incarna il percorso musicale di un giovane che assorbe, interpreta e elabora ciò che lo ha profondamente appassionato. I brani di questo album sono un tributo alle sue radici, agli artisti e ai generi che hanno avuto un impatto enorme sulla sua musica.




Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina 55
00154 Roma

tel. 0680241281
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