Roma, 10 Novembre 2019 - Let It Beer
Quando penso alla Strana Officina, mi vengono in mente gli AC/DC. Il sound è ovviamente distante, ma il concetto ci sta tutto: da un disco o da un concerto della band australiana ti aspetti esattamente suoni ed arrangiamenti che già conosci: nessuna sorpresa, soltanto conferme. Analogamente, la Strana Officina è così: tra le poche formazioni di rock duro peninsulare a non far rimpiangere il cantato in inglese, riesce a portare alto il vessillo della tradizione presentando un repertorio che rimane incastrato in una cornice ben marcata, nonostante gli anni che passano e le mode che cambiano. Riesce, ogni volta, a confermare l'opinione che hai già di loro. Una cosa mica da poco... Andiamo per gradi. La performance dei nostri è preceduta, come da tradizione, da gruppi giovani ma non deludenti, pur caratterizzati da un sound assai diversificato: i Run Chicken Run, hard rockers con vaghe influenze blues rock, sul palco per presentare la loro seconda fatica discografica, il recente "Don't Forget The Wine" (Volcano Records, 2018); i Profusione, band alternative che ha da poco pubblicato l'ep "Metabolizzare" (Seahorse Recordings, 2018). Le due performance sono onestissime e riescono nell'intento di riscaldare gli animi, in vista dello show che sarà offerto dagli headliners. Costoro, anche stavolta, come ormai è tradizione nella Capitale, iniziano a suonare molto, troppo tardi. "Law Of The Jungle" (Jolly Roger Records, 2019), la nuova fatica discografica, è subito oggetto di tributo sul palco: ne vengono estratti alcuni brani che non tradiscono l'assunto citato in apertura: la Strana Officina, ancorata alla tradizione, in studio e dal vivo, non vanifica le aspettative di alcuno dei presenti. Del resto, ci sarà un motivo se questo gruppo è capace di riempire un locale a poca distanza dal precedente concerto tenuto nella medesima città (che risale al 30 marzo scorso, al Jailbreak). Conosco gruppi, orgogliosamente romani, che si impongono di non suonare due volte all'anno nella loro città. Lo fanno perchè sono consapevoli di patire due limiti: innanzitutto, non riuscirebbero a coinvolgere le medesime persone della prima volta; se ne deduce, quindi, e giungiamo alla seconda nota dolente, che non potrebbero garantire l'interessamento di un numero paritetico di persone, diverse o medesime che siano. Il gruppo tosano non ha di queste fobie: giunge quando vuole e sale sul palco riconoscendo volti familiari: si tratta di un pubblico che non tradisce, che rinuncia alla partita di calcio, oppure sfida il caldo o la pioggia torrenziale, come per il concerto qui recensito. Alla prossima, quindi, ancora noi, i soliti inossidabili, gruppo e pubblico di sempre. Sullo sfondo di queste magiche sensazioni di appartenenza ad una elite di privilegiati, un locale, il Let It Beer, che pare ormai privilegiare la musica dura, pur in costanza di una programmazione piuttosto eterogenea, che include esibizioni live di gruppi dediti a generi diversi: dal metal al cantautorato, passando per il folk, il funk e, addirittura, le sigle dei cartoni animati (ma il locale apre le porte anche in occasione dei principali appuntamenti sportivi).
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Strana Officina Daniele “Bud” Ancillotti: voce Enzo Mascolo: basso Rolando Cappanera: batteria Dario Cappanera: chitarra
Run Chicken Run Michele Montesi: voce, chitarra Leonardo Piccioni: chitarra Paolo Scarabotti: basso Mirko Santacroce: batteria
Profusione Fabrizio Sola: chitarra, voce Rey Noman: basso, cori Oscar Capodilupo: batteria
Data: 10/11/2019 Luogo: Roma - Let It Beer Genere: Heavy Metal
LET IT BEER Roma, Piazzale delle Crociate 26 Cell: 393 9161158
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