Pulsano (Ta), 18 Agosto 2017 - Rock Metal Fest - Zona Industriale - Foto di "Eric" G. Laterza
Torna anche quest’anno il Rock Metal Fest di Pulsano (Ta), giunto alla nona edizione, con il suo carico di grande musica e forti emozioni.
GIOIA Ore 21:15, spetta ai Mad Hornet aprire la serata, i ragazzi, provenienti da Maruggio (distante pochi chilometri da Pulsano), giocano praticamente in casa e partono in quarta per scaldare il già folto pubblico presente. La band propone un metal di classe, vivace e movimentato, che trova ispirazione nel glam e nell’hard rock americano degli anni ’80. L’atletico vocalist Mic Maiorano, il funambolico axeman Salvatore Destratis (“benedetto” da Van Halen) e la scoppiettante sezione ritmica sparano a raffica alcuni brani estratti dal convincente Would you like something fresh? oltre a due pezzi inediti, “Serpico” e “Detective on your steps”, che andranno a far parte del prossimo full lenght.
Mad Hornet
SORPRESA Dopo un cambio strumentazione da guinness dei primati (sei minuti scarsi), arriva il momento dei pescaresi Fake Heroes. Autori di un prog metal ipertecnico, strutturato su tempi poliritmici e su riff di stampo djent generati dai tre chitarristi in formazione, stupiscono per la loro capacità di dipingere meravigliosi scenari melodici grazie agli interventi solisti e alla voce cristallina del singer Manuel Gatta. “On the Hill”, “Skyline” e “Visionary World” sono solo alcune delle perle pescate da quello scrigno di gioielli intitolato Clouds.
Fake Heroes
RABBIA Si procede con l’oscuro death degli Implodead. Monolitici e precisi, questi baresi dal piglio infuriato, alternano parti cadenzate a sfuriate thrash, viaggiando in territori cari ai Nile, ai Coroner, ai Meshuggah e ai Lamb of God. La folla, quasi impazzita, comincia un pogo sfrenato. “Locust”, “Implode your mind” e gli altri pezzi si susseguono senza sosta e non lasciano il tempo di riprendere fiato. Nel frattempo due video-maker filmano l’esibizione per quello che sarà un futuro videoclip. Nella scaletta trova spazio anche la nuova “Burning Embers”.
Implodead
GRINTA I Full Leather Jackets (da Pieve di Cadore – Belluno) sono quelli che hanno macinato più chilometri per essere qui al Fest, e quando tocca a loro, sprigionano tutta l’adrenalina accumulata rilasciando scariche di heavy metal purissimo. Il frontman Giovanni Svaluto, dotato di una vocalità capace di selezionare a piacimento le timbriche di Tate, Dickinson e Halford, lancia in mezzo alle prime file alcune magliette con il logo della band. Il gruppo padroneggia il palco in modo straordinario, incitando il pubblico a cantare e a fare headbanging a ritmo di musica, i quattro sembrano dei consumati professionisti, ma in realtà la loro età media non supera i 22 anni. Suonano quasi tutto Forgiveness sold out, il disco di esordio che sta raccogliendo giudizi favorevoli dalla stampa di settore e oggi abbiamo anche capito il perché.
Full Leather Jackets
TRISTEZZA Mentre ci si prepara al cambio di scena, sull’asta di un microfono viene esposto un basco militare, in sottofondo scorrono le note di un pezzo metal e dai toni epici. Si tratta di un omaggio al compianto Vito Battista (scomparso circa un anno fa) voce e leader dei Legio Tenebrarum, band tarantina che nel 2012 aveva partecipato al RMF. Vito è stato un convinto sostenitore del Fest e spesso era in prima linea tra gli spettatori. Le qualità dell’uomo e del musicista vengono ricordate nelle parole commosse degli organizzatori e in quelle di Valerio De Rosa (chitarra dei citati Legio Tenebrarum, dei Soul of Steel e, dal vivo, degli Elegy of Madness).
Tributo a Vito Battista
Passato il momento del tributo, ci si avvia alla parte conclusiva della serata.
PAURA Il compito di chiudere il concerto è affidato ai Deathless Legacy, i toscani hanno una lunga gavetta alle spalle, con tre dischi all’attivo e una apparizione al Wacken Open Air 2015. Alle tastiere troviamo uno dei talenti italiani di questo strumento: Alessio Lucatti (qui con il nome di Alex van Eden), già al servizio dei Vision Divine, degli Etherna e di mille altri progetti. Il gruppo mette a frutto l’esperienza live maturata nel tempo e così accompagna ogni brano con intense e drammatiche rappresentazioni: in “Heresy” la cantante Steva viene scomunicata da un arcigno cardinale (impersonato dalla performer Anfitrite), in “Witches’ brew”, sempre le due ragazze, sono streghe impegnate a preparare un intruglio magico in un pentolone.
Deathless Legacy
Così, a seguire, sul palco spuntano un cavaliere senza testa (“Headless Horseman”) e una ballerina invasata (“Circus of Freak”) e, per non farci mancare nulla, per “Bow to the Porcelain Altar” viene anche officiata una messa in stile ‘grand guignol’. Ma l’inquietante impatto visivo non serve a mascherare deficit tecnici, anzi, la musica resta comunque il punto di forza, i pezzi sono sì aggressivi, ma risultano sempre piacevoli grazie ad accattivanti ritornelli. La voce di Steva è molto versatile, graffia, urla e sussurra mentre recita con trasporto i personaggi delle storie horror al centro delle canzoni. Tastiera e chitarra costruiscono una intrigante trama sonora poggiandosi su un lavoro di basso e batteria, elegante, roccioso ed estremamente pulito, in una sola parola: “perfetti”.
Al fine del set le luci puntano sul numeroso pubblico presente, che con applausi e grida mostra di aver gradito appieno l’esibizione, e, nel complesso, rende onore all’evento nella sua interezza.
PASSIONE L’associazione “Rock Metal Events” anche quest’anno, grazie alla formula dell’ingresso libero, ha reso possibile un momento di aggregazione straordinario, poiché quasi mille persone si sono affacciate al RMF per trascorrere una serata diversa e per sentire dell’ottima musica. Questa prassi garantisce anche il passaggio di semplici curiosi e di coloro che non sono avvezzi alle sonorità dure, i quali, magari, soffermandosi nell’ascolto, hanno la possibilità di scoprire qualcosa di loro gradimento e avvicinarsi al genere.
Come sempre, tutti i volontari della “RME” hanno collaborato gratuitamente e con dedizione per portare a casa un grande risultato, dalla direzione artistica ai grafici, dai responsabili agli assistenti al palco, dal servizio d’ordine agli addetti alla ristorazione… Va sottolineata anche la generosità dei gruppi, ricordiamo che i Deathless Legacy si sono mossi dalla provincia di Pisa e i Full Leather Jackets da quella di Belluno (1000 chilometri!!!) per venire ad esibirsi senza alcun compenso e senza alcun rimborso spese. Alla fine la vera ricompensa è la soddisfazione che si legge sulle facce del pubblico, che si è davvero divertito, e negli occhi dei musicisti che vanno via contenti per l’accoglienza loro riservata e per l’alta affluenza di spettatori.
VITA Inoltre, la scelta operata dagli organizzatori di far suonare gruppi con stili e orientamenti diversi, seppur tutti di estrazione hard e metal, si rivela ancora una volta vincente, perché accontenta quasi tutti i gusti e favorisce la convivenza tra le varie correnti. È bello vedere qui che le band si incontrano, si scambiano consigli e stringono profonde amicizie, abbattendo i confini tra i vari sottogeneri.
Una scena unita, favorisce la crescita e l’affermazione dell’heavy metal, all’estero quasi sempre chi ascolta metal non fa sciocche distinzioni, ad un concerto power o symphonic metal è facilissimo vedere a supportare e ad applaudire anche gli amanti del death o del black. Perché la Finlandia (ma in generale tutta la Scandinavia) ha il più alto numero di band metal pro capite?
L’heavy metal e l’hard rock hanno un seguito non indifferente e uno zoccolo duro di fedelissimi, in Italia le case discografiche non se ne vogliono accorgere e continuano a “pilotare” i gusti; ci viene “vomitata” addosso sempre la solita minestra riscaldata: "ragazzotte" che escono dai talent televisivi che in meno di un anno vengono rimpiazzate da un altro “prodotto” intercambiabile e studiato a tavolino. Evitiamo poi di entrare nel merito della attuale moda dei cantanti (si fa per dire) rap.
Solo il Rock conserva in sé uno spirito sincero e genuino, perché è suonato e promosso da gente che ama davvero ciò che fa e non da squallidi speculatori che hanno trasformato la musica italiana (ma non solo) nella attuale immondizia commerciale. Ci siamo forse dimenticati che l’Italia è la patria di gruppi come PFM, Orme, Banco, Balletto di Bronzo, Goblin, Area? Dove è andato il nostro orgoglio? Dove è finito il fervore degli anni ’70? E la voglia di scoprire e di sperimentare? Poniamoci queste domande.
Basta con le stupide invidie e gelosie tra band metal di estrazione diversa, basta con le rivalità ed il provincialismo tipicamente nostrano, uniti si vince e situazioni come quelle del Rock Metal Fest possono mantenere accesa la speranza di una rinascita della “Musica Vera”. Necessita far partire dal basso una rinascita culturale, solo così si può abbattere lo strapotere di radio e tv (ormai un monopolio) che indirizzano, appiattiscono e uniformano il mercato senza creare valide alternative. Se si dimostrerà di avere sete di “Metal e affini”, se si creerà questo tipo di domanda, probabilmente si riuscirà anche ad influenzare e migliorare l’offerta e si costringerà qualche label illuminata ad investire di più sul genere del quale stiamo trattando in questa sede. Sono solo sogni? Si chiede troppo?
L’altra caratteristica interessante notata al Fest è la nutrita presenza di giovanissimi (maschietti e femminucce, quasi in pari numero) presenti al concerto, che lascia ben sperare in un ricambio generazionale che manterrà viva l’attenzione verso un certo tipo di sound. Queste nuove leve saranno i fruitori ed i potenziali “compositori” di questa musica, perché - di sicuro - dopo una serata così, alcuni di loro, tornando a casa, avranno provato il desiderio di imbracciare una chitarra e mettere su una band.
Lode quindi a queste iniziative, che servono - tra l’altro - a promuovere anche la scena locale. Stavolta è toccato ai Mad Hornet (come detto all’inizio provenienti dalla vicina Maruggio) e agli Implodead, originari di Bari, ma non dimentichiamo che in passato hanno calcato le assi del RMF gruppi ora avviati come: Elegy of Madness, Overkhaos, Assaulter, Soul of Steel, Hate Inc., solo per citare i primi che vengono alla mente.
Non ci resta dunque che sperare in una proliferazione di queste situazioni (il "Dream Rock Event" svoltosi a San Pancrazio Salentino ne è un altro bell’esempio) e augurare a tutti buona fortuna, ricordando di tenersi pronti per l’anno prossimo, data in cui si festeggerà la decima edizione del Rock Metal Fest, manifestazione sulla quale in passato nessuno avrebbe scommesso, ma che per la tenacia e la forza di volontà dello staff della Onlus “Rock Metal Events” è diventata ormai una solida certezza.
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ROCK METAL FEST 2017 Edizione IX
Data: 18/08/2017 Luogo: Pulsano (Ta) - Zona Industriale Genere: Hard Rock, Prog Metal, Death Metal, Heavy Metal, Horror Gothic Metal
ROCK METAL EVENTS Onlus (Organizzazione)
ROCK METAL FEST (Evento)
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MAD HORNET Mic Martini (Mimmo Maiorano): Voce Ken Lance (Salvatore Destratis): Chitarra El Piamba (Alessandro Saracino): Basso Beats Frank (Francesco Duggento): Batteria
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FAKE HEROES Manuel Gatta: Voce Gianni 'Draft Djentleman' Vespasiani: Chitarra Simone 'Roll' Del Libeccio: Chitarra Francesco D'Amario: Chitarra Filippo Di Tillio: Basso Kevin Baldini: Batteria (Live)
Michele 'Mike' Santoleri: Batteria (studio)
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IMPLODEAD Donatello Mazzone: Chitarra, voce Nicola Masi: Chitarra Gianfranco Opie Stellacci: Basso Nico Santor: Batteria
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FULL LEATHER JACKETS Giovanni Svaluto M: Chitarra, Voce Ivan Tabacchi: Chitarra Giovanni Stefani - JJ: Basso Matteo Panciera - Panci: Batteria
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DEATHLESS LEGACY Eleonora Steva Vaiana (Steva La Cinghiala): Voce e performances Andrea Falaschi (Frater Orion o The Necromancer): Batteria Gianni Capecchi (Sgt. Bones): Chitarra Michael Cavallini (C-AG1318 o The Cyborg): Basso e voce Alessio Lucatti (Alex van Eden): Tastiere
Anfitrite (Valentina Baccelli): Performances
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