Home Recensioni Live Ingranaggi Della Valle - Roma, 10 Maggio 2017

Ingranaggi Della Valle
Roma, 10 Maggio 2017

Roma, 10 Maggio 2017 - L'Asino Che Vola

Gli Ingranaggi Della Valle spingono forte: escono sul mercato per la seconda volta per i tipi della Black Widow con un disco che viene pubblicato in varie edizioni (la più bella delle quali, peraltro già esaurita, è recensita QUI), effettuano alcune date in giro per l'Italia e (assieme ad un altro gruppo che, purtroppo, non è stato possibile recensire) tornano ad esibirsi nella Capitale registrando il tutto esaurito a "L'Asino Che Vola" (locale che, oltre ad offrire musica dal vivo sublimata da impianti luci e audio di un certo livello, offre anche i servizi tipici della ristorazione di qualità).

I giovanissimi capitolini sono ostintamente protesi verso la produzione di musica controtendenza ma di raffianto gusto estetico, che registra plausi e riconoscimenti anche tra il pubblico più blasonato, come testimonia la presenza, in platea, di giornalisti musicali non più giovanissimi, del deus ex machina della rassegna Music Day Roma (dedicata al collezionismo musicale), di membri di gruppi storici del progressive italiano quali il Rovescio della Medaglia e i Cherry Five.
Orbene, così convintamente sostenuto, il gruppo sale sul palco con l'intento di promuovere il nuovo album, eseguendolo quasi per intero (viene estromessa soltanto "Through the Stars", seconda parte della suite "Call for Cthulhu"), profondendosi - lo abbiamo già affermato in altra sede - in uno stile autonomo e avvincente che, giusto per fornire un minimo riscontro qualitativo, omaggia il complesso e criptico progressive della scuola Crimsoniana, all'interno del quale innesta credibili ascendenze sonore nineties di stampo svedese e norvegese.

La band riesce in un'impresa assai ardua, quella di riprodurre dal vivo piuttosto fedelmente un'opera complessa come "Warm Spaced Blue". La recente fatica discografica, infatti, presenta un labirintico intreccio di strumenti che dà vita ad un'elaborata stratificazione sonora, motivo per il quale l'organico è stato arricchito di nuovi cantante e bassista, alzando incredibilmente il livello qualitativo, ed esteso a ben sette elementi, con l'ingresso di un chitarrista/tastierista, peraltro impegnato anche nella composzione, in precedenza affidata in toto alla coppia Liberati/Gonnellini (duo eclettico e mai domo, attivo in molteplici progetti paralleli, tra i quali preme citare quello concretizzato con i sabbathiani Anno Mundi e quello intrapreso con Ugo Vantini degli Ezra Winston, già membro di Balletto di Bronzo e Divae).
In chiusura, la band propone "Musqat", brano estratto dal primo album, unico della serata ad essere cantato in italiano ed il solo, di quell'esordio discografico, totalmente privo di influenze riconducibili al progessive italiano, presenti invece in tutto il resto dell'opera.

Ciò testimonia che i sette musicisti sono ormai perfettamente consapevoli di aver velocemente raggiunto un'autonoma maturità artistica: abbandonata la tradizione progressiva italica molto vicina al seminato di Premiata Forneria Marconi e Banco del Mutuo Soccorso, essi muovono verso una direzione propria, anche allorquando eseguono il repertorio non recentissimo, tradendo le aspettative del pubblico più tradizionalista ma meravigliandolo in positivo, ammaliandolo con una proposta che ora, poco devota a lezioni altrui, suona oltremodo innovativa, genuina espressione della propria arte.

Un solo appunto, se ci è permesso: non è condivisibile la scelta di relegare ai margini il fantastico chitarrista Flavio Gonnellini, oggi proteso a servire il suono di insieme ma giocoforza castrato della sua innata capacità di generare assoli avvincenti e magnetici.
La recente scomparsa del chitarrista Allan Holdsworth, peraltro, meritava certamente un omaggio solistico da chi, come il giovane romano, proprio al geniale chitarrista inglese ispira palesemente il suo talento artistico, che egli ebbe modo di esprimere in maniera incredibilmente efficace nella già citata opera prima.

 


Davide Noè Savarese: voce
Flavio Gonnellini: chitarra, voce
Mattia Liberati: tastiere, voce
Shanti Colucci: batteria, percussioni
Antonio Coronato: basso
Marco Gennarini: violino, voce
Alessandro Di Sciullo: chitarra, tastiere, synth bass, voce

Data: 10/05/2017
Luogo: Roma - L'Asino Che Vola
Genere: Progressive Rock

Setlist:
01. Call for Cthulhu: Orison
02. Inntal
04. Lada Niva
05. Ayida Wedo
06. Call for Cthulhu: Promise
07. Musqat

 

 

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.