Roma, 5 Febbraio 2016 - Traffic Live Club
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Premessa Che questa band sia stra-amata da chi scrive, lo testimoniano tanto la seguente intervista a Ron Royce, realizzata assieme ad uno dei miei più validi e fedeli collaboratori, quanto il recentissimo photo report, generato con molta passione seppur tra le innumerevoli difficoltà imposte dal combattimento in prima linea.
Recensione Roma è piena di misteri: pur essendo la città più popolata della Nazione, ignora eventi di altissima qualità come quello qui recensito, non mancando, alla prima (in)utile occasione, di gettarsi bovinamente nella mischia pseudo heavy che esalta band ormai stanche e trascurabili (come i gratuitamente pluriosannati Metallica). E' anche una città di contraddizioni, perchè ospita gente oltranzista ed elitaria che esalta band ancora credibili come Slayer e Megadeth, ma che incomprensibilmente ignora maestri del techno thrash come i Coroner. Sono le incognite legate ad una popolazione metallara che, pur essendo consistente - e ormai, questa, è cosa assodata perchè i metallari romani sono ormai noti nel numero e nelle facce - diserta improvvidamente gli appuntamenti di valore, per poi spararle grosse quando tenta pietosamente di giustificarsi asserendo mestamente che “I concerti migliori sono tutti al nord" o che "a Roma non suona mai nessuno", frasi ostentate con una sicurezza talmente fragile da creare un vuoto, se non fisico quantomeno concettuale, in termini pressoché istantanei.
Fortunatamente, i tipi della Erocks Production, ormai decisamente impermeabilizzati alla mediocrità (si tenga presente che stiamo parlando di gente che è stata capace di portare, spesso per la prima volta a Roma, gruppi come Queensryche, Venom, Savage, Overkill, Skanners), conoscono molto bene i sapientoni capitolini del "metal di qualità" e non sono caduti nell'errore di interessare un locale sovradimensionato, optando invece per un Traffic capace di accogliere un numero di spettatori non numerosissimo in termini di valore assoluto, ma assolutamente adeguato e commisurato alle esigenze. Per questo motivo, il luogo si eleva, come ormai di consuetudine, a meta obbligatoria per i Metallari (si noti la iniziale maiuscola) che premiano la sostanza alla forma, i fatti alle parole, l'eccellenza alla mediocrità. In tal senso, è anche apparsa estremamente valida a chi scrive la scelta di optare per un gruppo spalla non proprio alle prime armi come i greci Acid Death, dediti ad un black metal non certamente innovativo ma sempre credibile nella sostanza e ottimamente suonato.
Torniamo ai nostri amati Coroner: si presentano sul palco nella ormai consolidata formula a quartetto, che vede affiancati ai due storici membri fondatori Ron Broder (Ron Royce) e Tommy Vetterli (Tommy T. Baron), il nuovo batterista Diego Rapacchietti e (ormai dal 1996) Daniel "Reiz Trigger" Stössel, più che un tastierista (come è stato presentato dalla band, non senza una certa dose di buona volontà), un backing vocalist dedito anche all'inserimento di suoni e ambientazioni gestiti da una minuta piattaforma computerizzata.
Ad essere franchi, non tutto è stato perfetto: tralasciando l'infelice idea di cominciare il concerto con un brano, il poco rappresentativo "Golden Cashmere Sleeper", che ha fatto seriamente temere per il non decollo, la scaletta ha largamente e incredibilmente favorito l'ultimo sforzo discografico della band, il controverso "Grin" dal quale sono stati scelti ben 4 brani (!), una vera enormità se si pensa ad un totale di 15 pezzi suonati in tutto il concerto. Ma la vera bestemmia, ahimé, è stata quella di limitare ad un solo brano la testimonianza di "Punishment for Decadence", album forse preferito da chi scrive.
Tuttavia, e fortunatamente, più della metà della tracklist e un'esecuzione davvero impeccabile, seppur condita con il differente stile del nuovo batterista, non hanno certo tradito le pur elevate aspettative dei fedelissimi accoliti accorsi all'appuntamento. Cosa più importante, oggettivo è apparso il valore intrinseco del bis: la conclusione del concerto è stata spalmata su due brani di altissimo substrato quali "Reborn Through Hate" e "Die By My Hand", due gioiellini che, tre decenni fa, sono riusciti dal punto di vista qualitativo, assieme ad altri, ad elevare la band ai massimi livelli, portandoli nell'olimpo del thrash mondiale e il cui ascolto, ancora oggi, spinge l'ascoltatore a chiedersi come sia stato possibile che questa band sia costretta, oggi, a suonare di fronte ad una platea di sole 200/300 persone e non 5000, come sarebbe più giusto e doveroso.
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Ron Broder (Ron Royce): bass/vocals Tommy Vetterli (Tommy T. Baron): guitars Diego Rapacchietti: drums Daniel Stössel (Reiz Trigger): bk vocals, keys, effectsome
Data: 05/02/2016 Luogo: Roma - Traffic Live Club Genere: Techno Thrash
Setlist: Golden Cashmere Sleeper Divine Step (Conspectu Mortis) Serpent Moves Internal Conflicts D.O.A. Son of Lilith The Lethargic Age Semtex Revolution Tunnel of Pain Status: Still Thinking Metamorphosis Masked Jackal Grin (Nails Hurt)
Encore: Reborn Through Hate Die By My Hand
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