Milano, 21 Settembre 2015 - Estathè Market Sound
Foto di Gianluca Renoffio
Reduce dal Genesis Extended tour, che nell’ultimo biennio ha toccato più volte il nostro paese, riavvolgendo il nastro a quaranta anni fa, Steve Hackett torna in Italia per presentare il nuovo album solista Wolflight, uscito nello scorso marzo. Dopo l’abbuffata Genesis con cui il chitarrista ha ripercorso suggestivamente in maniera magistrale il periodo 1970-1976 della gloriosa band e che ha registrato il sold out in moltissime città, Hackett si ripropone questa volta al pubblico con un duplice scopo: promuovere il nuovo lavoro e celebrare il 40esimo del suo primo Lp, Voyage Of The Acolyte, per ripercorrere la sua carriera solista, che ancora oggi rimane - sotto il profilo musicale – per buona parte legata al sound di quel periodo, più di qualsiasi altro membro del vecchio gruppo.
Per accontentare chi (e ce ne sono ovviamente ancora molti) non è satollo di voler riascoltare i vecchi fasti dei Genesis, Hackett ha deciso di suddividere il set di questo Acolyte to Wolflight with Genesis Revisited tour in due parti: la prima dedicata al suo repertorio solista e la seconda in cui torna a rivisitare i brani dei Genesis, avvalendosi di una band di altissima caratura.Oltre ai collaudati Roger King (tastiere), Rob Townsend (fiati), Gary O’Toole (batteria e voce) e al cantante Nad Sylvan, sul palco con Steve c’è anche Roine Stolt (chitarrista e cantante dei Flower Kings, già ospite nell’album Genesis Revisited II) che sostituisce Nick Beggs (per strana coincidenza impegnato con Steve Wilson nella vicina Cremona la stessa sera) al basso e chitarra in questo tour.In un’atmosfera da tranquilla serata di fine estate, l’inizio del concerto non può che nascere sotto i migliori auspici: l’incantevole Spectral Mornings accende già gli animi di quello che si rivelerà un set mozzafiato. Poi Steve introduce brani tratti dal nuovo Wolflight intervallati da due altri “must”, Every Day e The Steppes (unico episodio tratto da Defector).
Sorprendono oltremodo per potere emotivo i nuovi episodi che sono scanditi nella prima mezz’ora, anche perché in Wolflight - va detto - ritroviamo un sunto del “marchio Hackett sound”, quello che per intenderci ha caratterizzato i brani più riusciti del chitarrista inglese e che più si rifanno al genere progressive, assieme alle ballate come Loving Sea, canzoni in cui Hackett ha modo di dare sfogo alla sua voce.A questo punto, chiamando sul palco il cantante Nad Sylvan, il chitarrista decide di lasciare letteralmente di stucco il pubblico con una toccante Icarus Ascending con cui viene ricordato il compianto Richie Havens scomparso due anni orsono (e che la interpretò sul purtroppo sottovalutato Please Don’t Touch). Poi il concerto prende letteralmente il volo a ricordare il primo lavoro solista, quel Voyage Of The Acolyte datato 1975, che in qualche modo segnò inavvertitamente l’inizio della frattura con i Genesis: Star Of Sirius, Ace Of Wands, A Tower Struck Down e la strumentale Shadow of the Hierophant risuonano fuori dal tempo avvolgendo il pubblico in un’atmosfera surreale cosparsa da gnomi e fate.La seconda parte dello show è dedicata agli irriducibili nostalgici, con un repertorio che probabilmente non avremo mai più possibilità di ascoltare eseguito dai membri originali della band (nonostante i continui rumors circa l’eventualità di una riunione, seguiti da altrettante smentite in questi anni), si focalizza principalmente su brani non eseguiti durante il precedente l’Extended Genesis Tour, ma non per questo non significativi.
Da Foxtrot sono sacrificati Watcher Of The Skies e Supper’s Ready per ovvi motivi di tempo (incredibile peraltro la mancanza nel set list di Horizons, uno dei brani più eseguiti da Mr. Hackett) a favore di Get 'em Out by Friday e Can-Utility And the Coastliners, una delle tracce meno conosciute – ma tra le più complesse a articolate, almeno dal punto di vista melodico e armonico – e per questo inaspettata sorpresa nonché a parere di chi scrive, tra le migliori del periodo Gabriel. Così inattese e immaginifiche sono le riproposizioni di Cinema Show/Aisle Of Plenty (dedicata alla moglie Jo presente in prima fila) e dell’emozionante strumentale After The Ordeal tratta dallo stesso album, in cui Roger King dimostra ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, di sapersi destreggiare sulle note che un tempo furono di Tony Banks. A seguire un altro strumentale, quel Hariless Heart tratto da The Lamb Lies Down On Broadway, che Steve ha più volte eseguito in tour precedenti strappando più di una lacrima ai presenti. Basterebbe questo per siglare un concerto indimenticabile, ma il pubblico, che pare inevitabilmente su di giri, non ne vuole sapere di rinunciare ad altri classici. Hackett così infila due impressionanti brani dei tempi che furono: The Lamb Lies Down on Broadway e l’immancabile The Musical Box che chiude con duemila applausi la seconda parte del set.
Richiamato a gran voce per i bis, il chitarrista suggella l’evento con l’inquietante Clocks - The Angel of Mons, terzo episodio tratto da Spectral Mornings, sancendo la definitiva consacrazione di quello che a torto o a ragione è comunque riconosciuto come l’emblema della carriera solista di Hackett. A questo punto, dopo cotanta abbondanza di emozioni, persino Firth Of Fifth, appare quasi scontata pur nella sua impeccabile e pur sempre commovente esecuzione. Memorabile.
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Steve Hackett: chitarra, voce Roger King: tastiere Gary O’Toole: batteria, voce Rob Townsend: fiati, percussioni, tastiere, voce Roine Stolt: basso, chitarra, voce Nad Sylvan: voce
Data: 21/09/2015 Luogo: Milano - Estathè Market Sound Genere: Progressive Rock
Setlist:
Solo stuff set: 01. Spectral Mornings 02. Out of the Body 03. Wolflight 04. Every Day 05. Love Song to a Vampire 06. The Wheel's Turning 07. The Steppes 08. Loving Sea 09. Icarus Ascending 10. Star of Sirius 11. Ace of Wands 12. A Tower Struck Down 13. Shadow of the Hierophant
Genesis set: 14. Get 'em Out by Friday 15. Can-Utility and the Coastliners 16. After the Ordeal 17. The Cinema Show 18. Aisle of Plenty 19. Hairless Heart 20. The Lamb Lies Down on Broadway 21. The Musical Box
Encore: 22. Clocks - The Angel of Mons 23. Firth of Fifth
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