Genova, 17 Maggio 2015 - Riviera Prog Festival - Fiera di Genova
Programma decisamente interessante quello della terza edizione del Riviera Prog Festival all’interno del F.I.M., la Fiera Internazionale della Musica che si svolge nell’area fieristica di Genova; sul palco si alternano prestigiosi ospiti come Goblin Rebirth, UT New Trolls e Cherry Five, ma anche band promettenti quali FEM e Logos. Alle ore 13,00, i primi a calcare il “palco verde” (posto all’aperto e in posizione decisamente soleggiata!) sono i FEM, formazione brianzola con all’attivo un album e un EP: la band si muove sicura sui binari di un progressive piuttosto classico, guidata dalle eccellenti tastiere di Alberto Citterio, abile tessitore di piacevoli trame musicali, sulle quali si staglia la muscolare voce del nuovo entrato Scream Chiummo. Mentre il sole, impietoso, arde gli astanti, i Logos fanno il loro ingresso sulle assi genovesi: la band, rodata dai tanti anni (ormai 20!) “on the road”, mostra disinvoltura nel riproporre i brani dei tre album sin’ora pubblicati, offrendo un sound decisamente keyboard.oriented, vista anche l’assenza di una chitarra tra la strumentazione e la presenza di ben due tastiere, che pesca a piene mani nella tradizione prog italiana degli anni ’70, Le Orme in primis (omaggiati con una fenomenale cover di “La Porta Chiusa”). Contrariamente ai FEM, gli scaligeri non dispongono di un cantante di ruolo, sono infatti il tastierista Luca Zerman e il bassista Fabio Gaspari a suddividersi le parti vocali e questo inficia un poco la prestazione, che risulta però, dal punto di vista strumentale, lodevole e ricca di spunti. C’era molta curiosità riguardo l’esibizione dei Cherry Five, praticamente la prima incarnazione dei Goblin: oggi la band si ripresenta, a più di quarant’anni dall’incisione del primo, unico e omonimo album (era infatti il 1975, anche se l’album sarebbe uscito l’anno dopo), con due soli membri originali: il cantante Tony Tartarini e il batterista Carlo Bordini. Anche i due membri storici sono invecchiati bene e, dopo aver saputo che questa è la prima uscita pubblica della band, non posso esimermi dallo scrivere che, senza togliere nulla agli altri gruppi, l’esibizione dei Cherry Five è stata la migliore della giornata! E’ il momento di un po’ di celebrazione del miglior progressive-rock: salgono infatti sul palco i Beggar’s Farm, cover band specializzata, come si può facilmente evincere dal nome, nel repertorio dei Jethro Tull, ma che oggi accompagnerà il grande vocalist Bernardo Lanzetti (ex P.F.M., Acqua Fragile e Mangala Vallis) in un piacevole excursus comprendente brani di P.F.M., Banco del Mutuo Soccorso (con tanto di dedica all’immenso Francesco Di Giacomo), Genesis e Procol Harum: nonostante l’assenza del leader e flautista Franco Taulino, la band supporta al meglio il bizzarro vocalist, che, dal canto suo, non manca di stupire i presenti con il Glovox, sorta di “mostruoso” guanto che, applicato alla gola, grazie a due microfoni a contatto che rilevano le vibrazioni delle corde vocali trasformate poi tramite un multi-effetto, genera suoni pazzeschi degni di un synth. Il trio dà vita a uno show quasi perfetto davanti a un già folto pubblico, tramite brani come “Tarkus”, alcuni estratti dall’opera di Mussorgky,“Picture At An Exhibition” e con il finale al cardiopalma di “Fanfare For The Common Man” di Copeland. Degna conclusione della rassegna con due pezzi da novanta del prog nostrano: New Trolls, per l’esattezza la costola UT N.T. e i Goblin Rebirth, quelli senza Simonetti, per intenderci. Gli UT New Trolls sono responsabili di un’esibizione superba, grazie alle indubbie capacità di Maurizio Salvi alle tastiere e Claudio Cinquegrana alla chitarra, ma pure del bassista Alessio Trapella (che, tra i vari progetti, canta pure con la formazione hard-rock felsinea dei Markonee) e del preparatissimo cantante Umberto Dadà, in grado di replicare abbastanza fedelmente le difficili parti vocali. Davanti a un pubblico ancor più numeroso fanno il loro ingresso gli headliner della giornata, i Goblin Rebirth, comprendenti il motore ritmico originale di questa grande band, Pignatelli e Marangolo, due tastieristi di razza quali Zammit e Cherni e un chitarrista di livello superiore come Giacomo Anselmi, fisicamente sosia del cantautore Simone Cristicchi. I brani presentati on stage spaziano dagli estratti da “Profondo Rosso” e “Roller”, sino a song meno conosciute quali “Contamination” e “Buio Omega”, tutte però contraddistinte da un’ottima prestazione dei nostri, soprattutto per quanto riguarda la sezione ritmica rappresentata dai due membri storici; c’è però da aggiungere che, confronto al groove settantiano emanato dai Cherry Five, i Goblin Rebirth sono artefici di un sound più moderno e a tratti freddo, specie per quanto concerne il parco suoni delle due tastiere. Festival prog pienamente riuscito grazie agli ottimi organizzatori, alle grandi band presenti e, lasciatecelo dire, anche ai bravi fonici, che hanno garantito un buon mixaggio per tutte le esibizioni. Alla prossima edizione!
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Goblin Rebirth Data: 17/05/2015
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