Introduzione
Nati nel 2014 dalle ceneri dei Buttered Bacon Biscuits per opera del mastermind Riccardo Dal Pane, i Witchwood hanno pubblicato l’esordio l’anno successivo sotto l’egida della Jolly Roger Records, imponendosi come una delle più interessanti realtà italiane degli ultimi tempi e ottenendo ampi consensi in Italia come in altri paesi. Il sound del gruppo si dipana tra progressive, hard-rock, folk e psichedelia, riuscendo a far rivivere in maniera sublime certe magiche atmosfere dei seventies, soprattutto grazie all’utilizzo di strumenti quali flauto e organo Hammond. Nel 2016 la band ritorna sul mercato discografico incidendo per la Jolly Roger un ricco ep contenente tre inediti, una versione estesa della suite “Handful Of Stars” e due cover di band cardine quali Uriah Heep e Blue Öyster Cult. |
Formazione: Discografia: |
|
Intervista Abbiamo l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Ricky, cantante, chitarrista e principale compositore della band, con il tastierista Stefano Olivi, il flautista Samuele Tesori e con l’altro chitarrista, Antonino “Woody” Stella. A&B: Ciao e vi rinnovo pure io i complimenti per lo splendido “Litanies From The Woods”. Quali sono, secondo voi, le differenze più sostanziali tra i Buttered Bacon Biscuits e i Witchwood?Ricky: I Buttered Bacon Biscuit erano un progetto nato quasi per divertimento, soprattutto al’inizio e i Witchwood sono sicuramente la loro evoluzione naturale. La differenza a livello musicale, a mio parere, risiede nella maturità delle composizioni e nel sound più ricercato, anche se un filo conduttore sicuramente c’è e lo si può notare ascoltando i due album. A&B: Il rock degli anni ’60 e ’70 sembra non passare mai di moda: ogni anno escono una grande quantità di band che cercano di riportare a galla quelle sonorità. Perché secondo voi ci si rifà così spesso a quel periodo? Ricky: Sicuramente per l’apertura mentale di quegli anni e anche per la capacità di spaziare tra più generi: una volta c’erano meno etichette, per cui c’era più libertà espressiva: negli ultimi anni, forse per la mancanza di input e di idee veramente nuove, c’è un ritorno generale a queste sonorità, un recupero del vintage, nella musica come nel cinema e in tanti settori dell’arte, forse si ricerca nel passato quello che non si riesce a trovare nel presente. A&B: Come fruitore di musica apprezzi anche band più moderne o ti senti comunque ancorato al rock della “golden age”? Woody: E’ più facile che mi capiti di ascoltare band di quel periodo, ma questo non vuole essere un giudizio negativo nei confronti di chi è venuto dopo, ma le produzioni di quegli anni sono talmente vaste che dire che hai ascoltato tutto è impossibile, per cui c’è sempre qualcosa di buono e sconosciuto da scoprire e personalmente preferisco quel tipo di sound, adoro le sensazioni che mi danno quegli ascolti. A&B: Descrivete a parole la musica dei Witchwood Ricky: Sicuramente quella dei Witchwood è una musica visiva, nel senso che riesco ad associarle molte immagini e quindi trovo che potrebbe accompagnarsi molto bene a un film o a un documentario Woody: Per me è un musica “ben piantata”! Samuele: Utilizzerei il termine “nuova”, perché sostanzialmente quello che suoniamo è un sound nuovo, anche se ancorato alla musica del passato: al giorno d’oggi è difficile trovare band che suonano brani originali come noi, avvalendosi di strumenti come il flauto o l’Hammond. A&B: Sul piano lirico che temi trattate nei vostri testi? C’è un filo conduttore tra i brani che scrivete? Ricky: Nei nostri testi l’argomento che ritorna più spesso è quello della libertà: mi piace molto trattare la libertà sotto tutte le diverse sfaccettature, in tutti i settori della vita, soprattutto nel senso della libertà di essere sé stessi. A&B: Secondo te perché c’è sempre un’associazione tra la libertà e il suonare hard-rock e metal? Ricky: Forse perché è un tipo di musica che si presta a lasciarsi andare, si riescono ad esprimere concetti che normalmente sono faticosi da esternare, la musica diventa la tua valvola di sfogo, il tempio dove poter esprimere realmente quello che provi nei confronti della vita; suonare, oltre ad essere già di per sé liberatorio, è un buon sistema per assurgere a questo grado di libertà. A&B: Che tipologia di pubblico frequenta i vostri concerti? Stefano: Dipende, incidendo per la Jolly Rogers, che è un’etichetta metal, c’è molto di quel pubblico ai nostri concerti, anche se noi siamo una band un po’ particolare all’interno del loro rooster. Ci capita spesso di partecipare a festival metal come l’Acciaio, dove comunque riusciamo ad avere una nostra credibilità, ma siamo riusciti a suonare anche a raduni prettamente progressive o a serate organizzate da noi, nelle quali riusciamo a suonare accanto a gruppi che fanno un genere molto simile al nostro e poi abbiamo la fortuna, anche provenendo tutti da altri generi, di riuscirci a proporre a un pubblico piuttosto ampio che spazia dal rock classico sino al metal molto più pesante. A&B: Qual è il più bel complimento che avete ricevuto in questi tre anni di attività? Ricky: Una volta una ragazza ci ha detto che la nostra musica ridona colore alle sue giornate: questo frase mi ha fatto molto piacere! Comunque abbiamo ottenuto tante recensioni positive ovunque e questo ci fa felici perché siamo ragazzi comuni che portano avanti questa grande passione e riuscire dopo tanti anni a ottenere qualche riscontro aiuta anche la nostra autostima. A&B: Avete avuto un buon successo anche all’estero, spesso merce rara per le band italiane. Per quale motivo, secondo te? Ricky: Credo perché la nostra musica sia sincera: ci poniamo sempre con un approccio sincero a quello che facciamo e immagino che questo traspaia anche durante l’ascolto dei nostri brani; secondo me questo è un aspetto che si riesce veramente a percepire, coinvolgendo quindi più persone. Nella nostra musica non c’è nulla costruito a tavolino: quello che sentite è veramente quello che siamo. A&B: Avete già nuovi brani in cantiere? Ricky: Abbiamo già scritto diversi brani nuovi che già proponiamo anche durante i concerti: stiamo cominciando la stesura del nuovo lavoro, anche se è ancora presto per parlare di un album vero e proprio, comunque c’è sempre un continuum con quello che abbiamo già fatto. Vogliamo mantenere una certa varietà all’interno della nostra musica: ci sarà il brano più hard-rock, la ballata, il pezzo psichedelico e quello più orientato al progressive-rock. A&B: Grazie per la vostra disponibilità e in bocca al lupo! Ricky: Grazie a voi e a presto! |