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Mr.Bungle
Mr.Bungle

Mr. Bungle, o anche “della follia”: dietro questo curioso moniker, ispirato dall’omonimo pupazzo della serie televisiva statunitense “Pee-wee Herman”, si cela una band estremamente creativa e dedita a un imprevedibile cocktail di generi musicali tra i più geniali di sempre.

Ispirati tanto da Zappa quanto dal funk e dal metal, questi californiani, dopo tre ottime demo, arrivano al debutto omonimo per una major nel 1991, grazie alla fama ottenuta dal loro cantante coi Faith No More.
Un clown strafatto che regge un cerino acceso e un logo mutuato dai cartoni animati decorano la variopinta copertina di questo lavoro, popolato da ironia dissacrante, volgarità più o meno esplicite e un collage sonoro capace di far impallidire chiunque, il tutto sotto la produzione di John Zorn.
All’interno dei dieci brani contenuti, la band riesce a passare in rassegna ska, death metal, jazz e vaudeville nello spazio di pochi secondi, tramite un’invidiabile tecnica esecutiva unita a una schizofrenia che ha pochi eguali. Mike Patton, sotto le sembianze di Vlad Drac, può permettersi di gigioneggiare in maniera maggiore che nei F.N.M., sfoderando una moltitudine di timbri vocali, spaziando dal crooning allo screaming, mentre l’estrosa sezione ritmica supporta con precisione chirurgica i vortici di chitarre, tastiere e ance, contribuendo a creare un carnevalesco caleidoscopio sonoro.
Dal funky clintoniano di “Squeeze Me Macaroni” la band vira verso le atmosfere circensi alternate a bordate thrash-metal di “Carousel”, sino alla tortuosa “Egg”, suite demente che ingloba ska, funky, death-metal, doom, musica da film horror e filastrocche surreali, risultando così il manifesto sonoro della band.
E se “Stubb (A Dub)” risulta essere il brano più divertente e frizzante dell’album, il torrido funky di “The Girl Of Porn” clona in maniera divina i primi R.H.C.P., l’acida “Love Is A Fist” sposa metal, free-jazz, post hard-core e rumori assortiti, sino a culminare nella conclusiva “Dead Goon”, nella quale la band riesce a far convivere The Residents e atmosfere clownesche, inframmezzate da melodie quasi pop.
Tra un pezzo e l’altro inoltre si possono udire orgasmi femminili, persone intente a vomitare, spezzoni da programmi televisivi, campionamenti impazziti, grida belluine e musiche di videogames, a corollario di un’orgia musicale tra le più avvincenti di sempre.
La band darà alle stampe altri due album, ancora una volta eccellenti (soprattutto il più enigmatico, tetro e sperimentale “Disco Volante”), ma questo omonimo, come tutti i debutti, ha dalla sua la freschezza e l’incoscienza di un ensemble già però conscio dei propri mezzi.

 



Vlad Drac: voce
Scummy: chitarra, tastiere
Trevor Roy Dunn: basso, tastiere
Bär: sassofono tenore, clarinetto
Theobald Brooks Lengyel: sassofono contralto e baritono
Heifetz: batteria

Anno: 1991
Label: Warner Bros
Genere: Crossover

Tracklist:
Quote Unquote
Slowly Growing Deaf
Squeeze Me Macaroni
Carousel
Egg
Stubb (A Dub)
My Ass Is On Fire
The Girl Of Porn
Love Is A Fist
Dead Goon

 

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