Veramente notevole la proposta degli Slowmother, band lombarda dedita a uno strano ma affascinante ibrido tra psichedelia, new-wave, hard-blues e alternative-rock.
Protagonisti assoluti di questa autoproduzione sono la voce profonda e la chitarra blues del leader Alessio Slowmother che, sul tessuto ipnotico eretto dalla sezione ritmica, dà vita a ottimi brani, tra i quali spiccano le melodie di ”Liar”, “Drugs” e “Outlaw”, che tirano in ballo i White Lies e la blues-ballad “The City Of Taste”, contraddistinta dall’ispirato solismo della sei corde e dalle tastiere di Larsen Premoli (figlio dell’ex tastierista della P.F.M.,), presente come ospite su cinque pezzi. Un album che, nella sua semplicità, riesce a donare nuova linfa al blues, riuscendo a farlo convivere abilmente con un caleidoscopio di generi.
Formazione:
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