Sin dai primi minuti emerge un ritorno all’epoca aurea di un album come Painkiller, tramite chitarre deraglianti, ritmi sostenuti e la voce crudele e magnetica di Rob: le veloci “Firepower”, “Lightning Strikes” e “Evil Never Dies” suonano assolutamente metal senza suffissi di alcun tipo, mentre song come “Never The Heroes”, “Rising From Ruins” e “Spectre” sono piacevoli mid-tempo che mantengono inalterate le peculiarità sonore dei nostri, ma probabilmente uno dei brani più riusciti risulta “Flame Thrower”, vincente nella sua semplicità e nelle melodie più catchy; già, proprio quella semplicità che da sempre è l’arma che contraddistingue l’impianto sonoro dei nostri, che non si sono mai persi dietro a inutili tecnicismi, optando per un’essenzialità che li ha fatti amare da più generazioni di metallari. Ancora una volta è rimarchevole il lavoro dietro la batteria di Travis, come appare perfettamente integrato in seno alla band il chitarrista Faulkner, abile nel non far rimpiangere il membro fondatore K. K. Downing. Chi li dava per spacciati dopo l’abbandono dei due chitarristi storici (è recente l’addio, probabilmente definitivo, di Glenn Tipton) dovrà ampiamente ricredersi: i Priest sono ancora qui a difendere la fede!
|
Rob Halford: Voce Anno: 2018 |