Home Recensioni Masterpiece Living Colour - Time's Up

Living Colour
Time's Up

Crossover: con questa parola, soprattutto tra gli anni ‘80 e 90, veniva indicata quella musica che nasceva dall’incrocio, per l’appunto, di generi spesso anche molto distanti tra loro. Le fusioni operate dalle band ascrivibili a questa sub-categoria rock erano le più disparate: chi tentò di associare il punk al reggae (Bad Brains), chi tentò di approcciare il funky all’hard-rock e al metal (R.H.C.P. e, più tardi, Infectious Grooves) e chi invece, come Mr. Bungle, Faith No More, Fishbone e Living Colour, andava oltre, inglobando molti più generi, filtrandoli con una più o meno rilevante componente “heavy”, arrivando a “modernizzare” certi esperimenti zappiani di molti anni prima.

I Living Colour già con il primo e ottimo “Vivid” si sono resi protagonisti di una piacevole commistione di stili, confezionando una serie di ottime song che riassumevano molta musica afroamericana degli ultimi 40 anni, spaziando da Hendrix a George Clinton, sino ai Bad Brains, riuscendo pure ad ottenere un buon successo e a farsi notare nientemeno che da Mick Jagger. Due anni dopo la stessa formazione dava alle stampe “Time’s Up”, passando in rassegna sempre più generi e rafforzando il proprio stile nella costruzione di riuscitissimi brani.

Al punk della title-track seguivano il blues della hit “Love Rears…”, il funky della scatenata “Elvis Is Dead”, impreziosita da un assolo al sax di Maceo Parker e dagli interventi vocali di Little Richard, il progressive-rock di “Type”, il metal di “Information Overload”, il jazz-funk di “Under Cover Of Darkness” e la musica africana della solare “Solace Of You” (uno degli highlights del disco).
In mezzo trovavano spazio altre splendide song come “Pride”e “Someone Like You”, tutte, come sempre, impreziosite dalla passionale vocalità di Corey Glover e dal solismo straripante di Reid, epigono credibile di Hendrix come di Van Halen e John McLaughlin. Un buon bassista (oscurato, anni dopo, dal più dotato Doug Wimbish) e un batterista capace di citare all’interno di un solo brano John Bonham come Elvis Jones, completavano una band che, soprattutto dal vivo, trovava e trova ancor oggi la sua dimensione ideale nella rappresentazione di questo spettacolare collage musicale.



Corey Glover: voce
Vernon Reid: chitarra
Muzz Skillings: basso
Will Calhoun: batteria

Anno: 1990
Label: Epic
Genere: Crossover

Tracklist:
01. Time’s Up
02. History Lesson
03. Pride
04. Love Rears Its Ugly Head
05. New Jack Theme
06. Someone Like You
07. Elvid Is Dead
08. Type
09. Information Overload
10. Under Cover Of Darkness
11. Fight The Fight
12. Tag Team Partners
13. Solace Of You
14. This Is The Life

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.