Bologna, 20 Maggio 2017 - Estragon
Foto di Luca Driol
Giunta al settimo anno, questa kermesse rimane una delle più ricche in assoluto per chi ama il metal tricolore in tutte le sue sfaccettature. Anche quest’anno Antonio Keller è riuscito a organizzare un festival coi fiocchi, affiancando a nomi storici (Vanexa, Fil di Ferro, Unreal Terror) band più recenti (Witchwood, Arcana 13, Silverbones, Game Over e National Suicide). Alle 16,30 aprono la rassegna i Silverbones, quartetto veneto dedito a un metal piratesco sullo stile dei tedeschi Running Wild, seppur con una più spiccata componente epica; la band, nel poco tempo a disposizione, riesce a confezionare un discreto show, proponendo alcuni dei brani contenuti nell’unico album sinora inciso, “Wild Waves”. Dalla title-track, sorretta da un epico e battagliero refrain, sino alla conclusiva “Queen Anne’s Revenge”, la ciurma di Conegliano porta i presenti in mezzo al mare, tra assalti, cannonate e ammutinamenti; i due Jolly Roger (che tra l’altro è anche il nome dell’etichetta di Keller) posti ai lati del palco, assieme al vestiario indossato dai membri del gruppo, ci evocano ancor meglio i paesaggi corsari evocati dai quattro. Un buon antipasto.
Setlist Silverbones: Cry For Freedom (Intro) Wild Waves Raiders Of the New World Wicked Kings Black Bart Queen Anne’s Revenge
Cambio di palco e di genere musicale, infatti gli Arcana 13 suonano un doom venato di progressive molto ben strutturato ed evocativo: ogni loro brano è ispirato a una pellicola horror italiana e dietro ai membri della band, durante l’esecuzione, vengono riprodotti alcuni frammenti dei film in questione (tra cui il dimenticato “L’Arcano Incantatore” di Pupi Avati). L’opener è affidata a “Dread Ritual”, ispirata da “La Maschera del Demonio”di Lamberto Bava e il gruppo riesce a catalizzare immediatamente l’attenzione dell’ancora esiguo pubblico, che si fa rapire dal sound arcano e dalle granguignolesche immagini vintage che scorrono. Il gruppo, on stage, appare già ben rodato e dopo il quinto e ultimo brano, una versione metallizzata del tema di “Suspiria” dei Goblin, una piccola ovazione irrompe all’interno dell’Estragon. Band assolutamente da scoprire!
Setlist Arcana 13: Dread ritual Arcane XIII Land Of Revenge Oblivion Mushroom Suspiria
I ritmi ora salgono di bpm, infatti stanno per esibirsi due band di thrash-metal, i Game Over e i National Suicide, tra le migliori realtà italiane di questo genere. I primi a calcare il palco sono i ferraresi Game Over, band ormai più che rodata, che, a oggi, si ritrova alle spalle ben tre album due ep (di cui uno di recentissima pubblicazione). Il quartetto può contare su un buon frontman come Reno, duttile nel doppio ruolo di cantante/bassista e vero perno del combo che,saltando i convenevoli, dà inizio al proprio set sparando in faccia al pubblico la veloce “33 Park Street”, tratta dal loro ultimo full-lenght, “Crimes Against Reality”, nel quale la componente thrash appare mitigata rispetto al passato. Anche se i Four Horsemen affiorano qua e là, gli estensi dimostrano di possedere anche una certa personalità, il che non guasta; l’unica pecca dello show sono i suoni ancora un po’impastati che non valorizzano a pieno il sound dei ragazzi. “Dawn Of The Dead”, tratta dall’esordio del 2012, congeda i Game Over e lascia il palco per il prossimo act.
Setlist Game Over: 33 Park Street Another Dose Of Thrash Masters Of Control Blessed Are The Heretics War Of Nations Overgrill (El Grillador Loco) Gates Of Ishtar Neon Maniacs Dawn Of The Dead
I National Suicide dal vivo sono una macchina da guerra: potenti, chirurgici e dotati di un incredibile frontman. La band roveretana è scesa dai monti per arroventare i presenti grazie agli estratti dai loro due album, il mitico “The Old Family Is Steel Alive” e il più recente “Anotheround” ed è proprio la title-track dell’esordio ad aprire le danze e subito i due chitarristi mostrano tecnica e velocità invidiabili, sia in fase ritmica che in quella solista, deliziando i presenti con assoli ben calibrati e lontani da certe successioni caotiche di note tipiche del genere. La band musicalmente può ricordare gli Exodus (anche omaggiati con la cover di “A Lesson In Violence”) e gli Overkill, questi ultimi soprattutto per quanto concerne il cantato stridulo di Mini, perfetto mix di Bobby “Blitz” e di Udo. Il carismatico singer catalizza l’attenzione dei presenti rivelandosi autentico animale da palco e rubando spesso la scena ai compagni. L’unica nota stonata sono i troppi siparietti di assoli dei due chitarristi anche tra un pezzo e l’altro (ma, come affermato da Mini, “è tutta colpa dell’alcool!”). Per chi scrive, i trentini sono la miglior thrash band italiana assieme agli Ultra-Violence e stasera hanno dato a tutti una bella lezione di violenza!
Setlist National Suicide: The Old Family Is Steel Alive Nu Posers Don’t Scare Anyone No Shot No Dead Intro – Fire At Will Sucks’n’Artillery A Lesson In Violence (Exodus Cover) Nobody’s Coming I Refuse To Cry Let Me See Your Pogo A lenire i nostri padiglioni auricolari ormai martoriati giungono dalla romagna i Witchwood, alfieri di un hard-prog di pregevolissima fattura. Il successo del loro esordio “Litanies From The Wood” è ampiamente meritato e, nell’attesa di un nuovo full-lenght, la band l’anno scorso ha dato alle stampe un succulento ep contenente inediti, cover e il rifacimento della suite “Handful Of Stars”. Dal vivo il sestetto appare impeccabile, immergendo gli ascoltatori in un mood ampiamente settantiano, grazie anche all’ausilio di tastiere (hammond, moog e synth) e flauto. “A Place For The Sun”, “Rainbow Highway” e “Like A River” sono brani splendidi, sorretti da una buona scrittura e da solidi arrangiamenti e la cover di “Flaming Telepaths” dei Blue Öyster Cult (contenuta nell’ep “Handful Of Stars”) crea un certo subbuglio nel cuore del sottoscritto (ebbene sì, adoro i BÖC!). Per il gran finale la band propone la suite “Handful Of Stars” altro gioiello di casa Witchwood di mirabile bellezza. Oggi, i migliori.
Setlist Witchwood: Intro Like A Giant In A Cage Flaming Telepaths (BÖC cover) A Grave Is The River A Place For the Sun Rainbow Highway Handful Of Stars Dopo averli visti lo scorso anno, sono curioso di ammirare nuovamente on stage gli Unreal Terror, ma oggi qualcosa non ha funzionato a dovere. Il singer Luciano Palermi purtroppo èun po’ giù di voce, la scaletta forse poteva prevedere qualche estratto in più dal passato (un solo estratto da “Hard Incursion”) e il drumming di Silvio Canzano non è proprio impeccabile, nonostante ciò la band, forte del bravo e carismatico bassista Ennio Nicolini e dei due chitarristi Paolo Ponzi e Lader D. Nicolini (figlio dello stesso Ennio) ci offre una ghiotta anticipazione del nuovo album (presto in uscita) grazie a un buon numero di brani molto interessanti, proponendo poi, in chiusura, il cavallo di battaglia “Unreal Terror”, tratto dall’ep “Heavy And Dangerous” del 1985. Attendiamo fiduciosi!
Setlist Unreal Terror: Lucy Cruel All This Time Time Bomb Ordinary King Trickles of Time One More Chance Lost Cause Western Skyes Unreal Terror L’attesa di vedere una vera e propria leggenda del metal italiano è tanta e i Fil di Ferro non deludono. Forti della nuova singer Paola Goitre, la band dispensa il proprio tellurico metal, tra classici del passato come “Licantropus” e “Get Ready” e nuovi brani, rivelando le potenzialità della singer che mostraun contagioso sorriso per tutta la durata dello show. Notevole il ritorno in seno alla band del preparatissimo chitarrista e compositore Miky Fiorito, mentre la sezione ritmica è ottimamente presieduta dal funambolico bassista Giani Castellino e dallo storico membro Michele De Rosa, batterista e fondatore del gruppo, che nonostante le sue 61 primavere, riesca ancora a sostenere i veloci e serrati tempi della band. Inspiegabile l’esclusione dalla setlist del classico “Hurricanes”, vero e proprio manifesto sonoro della band, ma l’esibizione dei piemontesi si piazza come una delle migliori della giornata.
Setlist Fil di Ferro: Get Ready Stay Rock Licantropus Over The Light Ambush King Of The Night Shadows It Will Be Passion E dopo i Fil di Ferro è l’ora di un’altra grande leggenda del metal nostrano, i genovesi Vanexa, che presentano il nuovo singer Andrea “Ranfa” Ranfagni, ottimo vocalist e nome già piuttosto noto nell’ambiente musicale italiano (dal 2015 è il nuovo cantante dei The Trip, band storica del progressive italiano). La title-track dell’ultimo album della band apre l’esibizione dei nostri, che, saldamente nelle mani della storica sezione ritmica Pagnacco/Bottari, possono contare già da alcuni anni anche delle chitarre di Pier Gonella (già in forza a band quali Labyrinth, Necrodeath, Mastercastle e Athlantis) e di Artan Selishta. La band dal vivo appare un po’ fredda, ma decisamente precisa e potente e la scaletta pesca ovviamente anche dal passato e da tutta la discografia della band, quindi non possono mancare brani quali l’ottima “In The Shadow Of The Cross”, dal piglio più hard-rock e inni metal quali “1000 Nights”, “Midnight Wolves”, “Metal City Rockers” e “Rainbow In The Night” che termina la kermesse.
Setlist Vanexa: Too Heavy To Fly Midnight Wolves 007 In The Shadow Of The Cross 1000 Nights Tarantino Theme Armless Rain Paradox Metal City Rockers Rainbow In The Night Anche quest’anno si sono potute ascoltare band che hanno dato il la al metal nel nostro paese e altre che, nonostante la più recente formazione, hanno poco o nulla da invidiare a nomi stranieri; inoltre la presenza di tanti banchetti, con cd a prezzi piuttosto bassi, ha permesso a molti (tra cui il sottoscritto) di fare un po’ di metal shopping. Al prossimo Acciaio Festival!
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Data: 20/05/2017 Luogo: Bologna - Estragon Genere: Metal
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